Il Divin Codino e il mitico difensore milanista furono i protagonisti dei clamorosi errori che condannarono l’Italia nella finale con i verdeoro. Ma fu comunque un Mondiale fantastico.
È la notte tra il 17 e il 18 luglio 1994. È passata ormai da un bel po’ la mezzanotte, ma gli appassionati di calcio del Bel Paese sono tutti incollati davanti al televisore. C’è da tifare per l’Italia di Arrigo Sacchi, in campo nell'attesissima finale dei Mondiali di USA ‘94 contro il Brasile di Romario e Bebeto. Si gioca in California, dall’altra parte del mondo, e gli azzurri si sono dimostrati più forti di tutto e di tutti: del caldo asfissiante (il calcio d’inizio c’è stato alle 13:30 locali), dei pronostici decisamente sfavorevoli e soprattutto dei tanti acciacchi che prima e durante il match hanno colpito alcuni dei suoi elementi più importanti. Franco Baresi e Roberto Baggio su tutti. Proprio il granitico difensore del Milan e il Divin Codino saranno protagonisti di un finale thrilling entrato nella storia dello sport italiano e non solo.
La partita è ferma sullo 0-0, poche occasioni da una parte e dall’altra, con i soli Romario e Massaro che riescono ad impensierire i portieri Pagliuca e Taffarel. Passano anche i supplementari e si arriva così ai calci di rigore, quando ormai le lancette in Italia sono vicine a segnare l’una di notte. Tutti gli appassionati del pallone ancora sognano, ma già conoscono i dolori della lotteria dei rigori: quattro anni prima le Notti Magiche di Italia ‘90 non ebbero l’epilogo che in molti si aspettavano (anche alla luce delle potenzialità immense della squadra di Vicini) e gli errori di Roberto Donadoni e Aldo Serena contro l’Argentina condannarono gli azzurri alla finalina per il terzo posto (poi vinta) al cospetto dell’Inghilterra.
Ora si torna dagli undici metri e le sensazioni non possono essere positive, visto il recente passato. Il primo ad andare dal dischetto è proprio Franco Baresi, il capitano, uno dei giocatori più attesi: il centrale del Milan è alla sua ultima apparizione ad un mondiale e viene da un torneo segnato da un pesantissimo infortunio al ginocchio. Franco fa di tutto per scendere in campo nella finale e, sorprendendo il globo intero, si rende protagonista di una prova sontuosa, nonostante il dolore e la paura. Da capitano vero Baresi apre la sequenza dei calci di rigore, ma sbaglia: il pallone è altissimo, errore clamoroso.
Baresi e gli italiani tirano però un sospiro di sollievo quando Pagliuca pareggia i conti e respinge il rigore del futuro difensore centrale della Fiorentina Marcio Santos. Al dischetto ci vanno poi quattro tiratori del calibro di Romario, Albertini, Branco ed Evani, tutti in gol. Chi sbaglia è l'altro milanista Daniele Massaro: troppo centrale la sua conclusione per non essere intercettata da Taffarel. Dall'altro lato, va dal dischetto un altro volto noto della Serie A come Dunga: l'ex Pisa e Fiorentina non si fa impensierire e sigla il gol che porta il Brasile ad un passo dal quarto mondiale della sua storia.
Un solo errore e i verdeoro possono esultare. Seguendo una tradizione calcistica senza tempo, come quinto rigorista viene scelto l’uomo più atteso, quel Roberto Baggio che - un po’ come Pablito Rossi, dopo un inizio decisamente deludente - ha letteralmente portato per mano la truppa azzurra fino ad una finale da sogno. La fiaba, però, questa volta non ha un lieto fine e il numero 10, l’idolo di milioni di ragazzini italiani, bissa l’errore di capitan Baresi e spedisce il pallone alle stelle. Un errore ancora più clamoroso che nei fatti segna profondamente non solo la carriera di Roberto Baggio ma anche la sua vita: a più riprese, il numero 10 ha affermato di non riuscire a mettersi alle spalle quell’errore. Un tormento.
Triste epilogo per l’Italia, che comunque in quei mondiali americani è riuscita ad esaltare gli appassionati di calcio di tutto il globo. Prima un avvio ai limiti dell’horror, con la sconfitta all'esordio con l'Irlanda, la vittoria striminzita con la Norvegia (con tanto di sostituzione di Roberto Baggio dopo appena 20 minuti, per l'espulsione del portiere Pagliuca), poi il pareggio deludente contro il Messico di Jorge Campos.
Conquistati gli ottavi di finale come una delle migliori terze dei gironi, l'incubo non sembra però avere fine: per oltre ottanta minuti la Nigeria dei miracoli tiene alle corde gli azzurri guidati da Arrigo Sacchi. Poi, però, sale in cattedra il genio di Roberto Baggio: prima il gol del pareggio con un interno destro chirurgico, poi la rete del 2-1 su calcio di rigore nel pieno dei tempi supplementari.
Il resto è storia, con il 2-1 ai danni della fortissima Spagna (reti dei due Baggio, Dino e Roberto, come Pizzul amava chiamarli nelle sue telecronache), poi il successo con lo stesso risultato ai danni della Bulgaria e una doppietta da antologia ancora del Divin Codino. Magie indimenticabili, che non possono essere cancellate da un errore dal dischetto. Anche se è di quelli che ti danno il tormento.
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