La Selecao spezza l'incantesimo e vince finalmente un mondiale grazie alle prodezze del giovane attaccante, destinato a entrare nel mito.
Ha appena 17 anni, ma ha già messo a segno un numero impressionante di gol nel Santos. E il commissario tecnico del Brasile, Vicente Feola, non ci pensa due volte a convocarlo per il mondiale di Svezia. Sarà una scelta che cambierà la storia della Selecao, fino a quel momento grande incompiuta del “futbol” internazionale, e dello stesso calcio, visto che il giovane campioncino in questione diventerà uno dei più grandi campioni di sempre: Pelé. Svezia 1958 è soprattutto il “suo” mondiale, quello in cui Edson Arantes do Nascimento si mette in mostra davanti agli occhi del mondo, trascinando al successo il Brasile.
Della spedizione brasiliana in Svezia il giovanissimo Pelé è inizialmente una riserva. In squadra, del resto, i fenomeni sono tanti, dal portiere Gilmar al forte difensore Nilton Santos, dai funambolici Didi e Vava all'estroso Zagallo, mentre il centravanti è Altafini, detto “Mazzola”, destinato a una lunga carriera in Italia.
L'esordio è travolgente: 3-0 all'Austria con doppietta proprio di Altafini. Lo 0-0 con l'Inghilterra, però, scatena polemiche e mugugni. È vivo nei brasiliani il ricordo delle precedenti delusioni mondiali, a cominciare dal mancato successo casalingo nel 1950, con l'Uruguay a spegnere i sogni dei 200mila del "Maracanà". Sono in tanti a chiedere cambiamenti, una squadra più votata all'attacco e alla fantasia. E allora largo a Pelè e a un'altra riserva, Garrincha, formidabile ala destra. Arriva il 2-0 all'Unione Sovietica, con doppietta di Vava: il Brasile è nei quarti di finale.
La concorrenza a quel mondiale è agguerrita. Non c'è l'Italia, eliminata clamorosamente dall'Irlanda del Nord nelle qualificazioni, ma c'è la Germania Ovest campione in carica di Rahn e Seeler, che passa il girone senza problemi. I gol di Just Fontaine (alla fine saranno 13, record ancora imbattuto) trascinano invece la Francia, mentre gli “italiani” Gren, Liedholm e Hamrin sono i protagonisti della marcia trionfale della Svezia padrona di casa. Fuori al primo turno l'Inghilterra, l'Argentina e il Paraguay, avanzano il Galles di un altro “italiano”, Charles, l'Unione Sovietica del formidabile portiere Yashin, la sorpresa Irlanda del Nord e la Jugoslavia.
Ai quarti di finale, a Goteborg, Pelé rompe il ghiaccio e realizza il suo primo gol in un mondiale. È una partita spigolosa quella contro i gallesi, che si rivelano avversari solidi e difficili da battere. Serve un'invenzione, una giocata, che arriva puntuale al minuto numero 66: Pelé stoppa palla in area, spalle alla porta, si libera con una finta del suo marcatore e tocca lievemente, quanto basta per beffare il portiere Kelsey. L'esultanza del 17enne brasiliano, fatta di saltelli e di entusiasmo allo stato puro, diventerà celebre. Insieme ai sudamericani avanzano la Francia, che batte 4-0 l'Irlanda del Nord, la Svezia che regola 2-0 l'Urss e la Germania Ovest che piega 1-0 la Jugoslavia.
In semifinale, sempre a Goteborg, va in scena la sfida nella sfida tra Pelè e Fontaine, la giovane promessa e lo spietato cannoniere. La spuntano Pelé e il Brasile. Francia battuta 5-2, nonostante un gol del suo ispiratissimo attaccante. Dopo le reti di Vava e Didi, nella ripresa si scatena Pelè con una tripletta che fa esplodere di gioia tutto il Paese. Brasile in finale contro la Svezia, brava a eliminare i campioni in carica della Germania Ovest: vantaggio tedesco di Schäfer, rimonta scandinava firmata Skoglund, Gren e Hamrin. I tedeschi perderanno anche la finale per il terzo posto: 6-3 per la Francia, con quattro reti del solito Fontaine.
La finale si gioca a Stoccolma, la Svezia è supportata dai tifosi di casa e dalla statistica: mai una sudamericana ha vinto un mondiale in Europa, così come mai un'europea ha vinto un mondiale in America. Dopo 4' Liedholm porta in vantaggio gli svedesi e in Brasile c'è chi comincia a temere una nuova, atroce delusione. Vava al 9' pareggia le sorti dell'incontro, che resta però incerto ed equilibrato. Ancora Vavà firma il sorpasso brasiliano al 32', poi nel secondo tempo si scatena Pelé.
Meraviglioso il gol del momentaneo 3-1, al volo dopo essersi liberato del difensore con un pallonetto beffardo. Poi, dopo le reti di Zagallo e Simonsson, la gemma del definitivo 5-2, addirittura di testa in mezzo ai lungagnoni della difesa svedese. È nata una stella. È il grande Pelé.
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