Gli esordi da giovanissima, la conquista di titoli e record, la rivalità con Seles, il ritiro precoce. La storia di una sportiva che ha cambiato la percezione del tennis femminile nel mondo.
Si dice che i record siano fatti per essere battuti. Certo, ma è complicato se a realizzarli è una campionessa come Steffi Graf, una capace di farli durare per oltre trent'anni. Ci sono sportivi che segnano un'epoca diventando leggende e conquistandosi un posto nella storia. La tennista tedesca, naturalizzata statunitense, rientra a pieno diritto nella categoria. Talento precoce, si è avvicinata allo sport già all'età di tre anni, spinta dal padre che l'ha seguita fin quando ha potuto e compatibilmente con un livello che nel tempo si è alzato sempre di più.
Da una bambina che prende per la prima volta in mano una racchetta a dominatrice in campo internazionale il salto è lungo e tocca tanti momenti di crescita, spesso positivi ma talvolta anche negativi. Fa tutto parte del gioco: lei quello del tennis femminile lo ha cambiato completamente, nella percezione degli spettatori e nella dimensione che oggi occupa nel mondo. C'è, infatti, un pre e un post Graf. Il suo primo traguardo lo taglia già a 13 anni quando vince il titolo europeo under 18 battendo tutte le sfidanti che, per la cronaca, erano più grandi e vantavano maggiore esperienza di lei.
Sono gli anni di Martina Navrátilová e Chris Evert protagoniste di un duopolio che gradualmente la Graff riuscì a scalfire mettendo quel pizzico di pepe necessario a rendere più competitivi ed elettrizzanti i tornei. Bastava vederla in campo: rapida, potente, veloce… in una parola completa. Era chiaro a tutti fin dal principio la potenzialità di questa ragazzona dal fisico statuario e dal carattere schivo per il quale tendeva sempre ad allontanare l'interesse dei riflettori inevitabilmente puntati su di lei.
Come un ciclone Steffi Graf si è abbattuta sul mondo del tennis nel 1986. A Hilton Head vince la finale contro la Evert, dodici mesi dopo è la volta della Navrátilová, invece, contro la quale si aggiudica il primo Slam della carriera sulla terra rossa del French Open. Poco tempo dopo le sottrae anche il vertice della classifica mondiale grazie alle 74 vittorie conseguite in 76 partite per un dominio destinato a proseguire fino alla fine del secolo. Ventidue titoli Slam, una vittoria olimpica e cinque Tour Finals nel suo bilancio personale: una roba impressionante.
Nel 1988 diventa la terza tennista della storia a conquistare in singolare il Grande Slam, ossia la vittoria di tutti i tornei maggiori nello stesso anno solare, e a questo risultato aggiunge, unica nella storia di questo sport (uomini compresi), l'oro olimpico nello stesso anno. Ad un traguardo del genere nessuno ci aveva neppure mai lontanamente pensato tanto che si dovette coniare un nuovo termine, Golden Slam, per classificare l'impresa. È sua la finale più breve della storia: nel 1988 al French Open ci impiega poco più di 30 minuti di gioco per sconfiggere la rivale bielorussa Natasha Zvereva con un doppio 6 a 0.
Dopo due anni nel quale il suo strapotere è rimasto completamente incontrastato, arriva poi finalmente un'avversaria degna di nota. Si tratta della serba naturalizzata statunitense Monica Seles con la quale si accende un bel duello per diverso tempo. All'inizio in realtà, complice un calo nelle prestazioni di Graf, è la Seles a prendere le redini del comando collezionando pure diversi successi come testimoniano gli otto titoli messi in bacheca in tre anni.
Trascorso questo periodo, complice il progressivo abbandono delle avversarie più importanti, la tennista di Mannheim riprende il controllo portandosi a casa un altro record con undici Slam vinti che la portano complessivamente allo straordinario numero di ventidue. Il fisico, però, non è più quello di una volta così prende la drastica e inaspettata decisione di ritirarsi nel 1999, ad appena 30 anni. Lascia la scena ad un'altra stella emergente come Serena Williams che nel frattempo aveva vinto il primo US Open della sua carriera. Questo fu un vero e proprio passaggio di consegne, da una campionessa che riteneva di aver già scritto la propria storia ad un'altra che avrebbe poi avuto modo di raccontare la sua e che magari un giorno approfondiremo.
Svestiti i panni della sportiva, al netto del matrimonio con il collega Andre Agassi, Steffi Graf si è poi mantenuta sempre distante dall'abbagliante luce dei riflettori continuando a fare sport anche se in maniera amatoriale e solo per divertimento e dedicandosi ad attività filantropiche. Stile, vittorie e record di "Miss Dritto", così come veniva soprannominata per via della sua particolare abilità in questa specifica tecnica, sono destinate a restare nella memoria di tutti quelli che hanno vissuto la sua epoca e che oggi la ricordano come la migliore in assoluto. Ha cominciato presto e presto ha smesso: i campioni sanno sempre quando fermarsi, attenti a mostrare sempre e solo la loro migliore versione. Per questo di Steffi Graf non ne avremo mai altre. Ed è giusto così.
Versamento minimo richiesto. Si applicano T&C, quote minime e limiti di tempo.