La Ferrari si è presa un bel rischio, nel tentativo di tornare a mettere le mani su un titolo che manca dal 2008. La speranza è che si crei un’intesa speciale tra Leclerc e il gigante Hamilton.
Ci sono delle rivalità che hanno fatto storia nello sport. Basti pensare a Magic Johnson e Larry Bird nel basket, a Leo Messi e Cristiano Ronaldo nel calcio o Roger Federer con Rafa Nadal oppure Novak Djokovic nel tennis. Certi dualismi hanno anche arricchito la narrazione degli eventi, contribuendo a renderli davvero epici.
Anche la Formula 1, naturalmente, ha avuto i suoi grandi protagonisti: piloti tanto bravi e competitivi divisi da scuderie e dalla voglia di primeggiare che è caratteristica di ogni tipo di torneo, compresi quelli su quattro ruote. Ecco perché ha sorpreso il desiderio della Ferrari di mettere insieme due campioni come Charles Leclerc e Lewis Hamilton, nella speranza di creare al più presto l’alchimia perfetta che possa estrarre il massimo dal talento di ognuno dei due. Una di quelle mosse da “o la va o la spacca”, con il rischio – da mettere in conto – che l’aver unito i due fuoriclasse abbia al contrario un effetto boomerang.
Non si respira però questa negatività intorno alla Rossa, quanto meno negli ambienti interni. Certamente si tratta di una scelta di rottura col passato, anche perché il legame tra l’attuale pilota francese e Carlos Sainz era piuttosto solido. Proprio la sintonia tra questi ultimi due aveva riportato la Ferrari a combattere per il titolo nella passata stagione. Il binomio ha dato un impulso significativo alla rinascita del Cavallino Rampante. Adesso si riparte ma non da zero. Si scava piuttosto nel passato, nel tentativo di rendere grande il futuro. Un piano ambizioso, in linea con una scuderia tra le più grandi al mondo.
Rispetto e collaborazione. Questi sono i presupposti con i quali Lewis Hamilton e Charles Leclerc hanno spiegato di voler far nascere la nuova era della Ferrari. Dal punto di vista generazionale il gap è notevole: l’inglese ha infatti da poco compiuto 40 anni, età nella quale per uno sportivo si inizia normalmente a pensare al post carriera. Il francese, invece, ha 27 anni ed è nel pieno della maturità. Lo spirito con il quale quest’ultimo ha accolto pubblicamente il collega è dei migliori, con il desiderio di apprendere i segreti di un professionista che è stato in grado di cambiare la storia dello sport.
Al Cavallino Rampante non è un segreto quale sia l’obiettivo di questo tanto discusso affiancamento: tornare a festeggiare un titolo che manca dal 2008. I tifosi aspettano da tanto che torni il momento della Rossa, per questo è lecito auspicare che si possa arrivare dal tanto inatteso quanto affascinante binomio.
D’altra parte il rinforzo giunto a Maranello, al netto dell’età avanzata, non è affatto banale. Parliamo di un gigante, capace di scrivere la storia della Formula 1. Hamilton è il più vincente in assoluto con 7 titoli mondiali conquistati: solo Michael Schumacher ha saputo fare altrettanto. L’ultimo successo risale a cinque anni, da allora le gerarchie in F1 sono effettivamente cambiate. Possibile vengano ribaltate ancora una volta con un ritorno all’antico?
Che non sia arrivato un personaggio normale è stato chiaro a tutti fin dal principio. L’accoglienza riservata a Lewis Hamilton ha fatto capire il peso ma anche le aspettative riposte nei confronti del 40enne di Stevenage. È logico supporre che anche Charles Leclerc abbia avuto una reazione, passando in un istante da uomo copertina a parte integrante, seppur cruciale, della squadra. Non proprio l’ideale per un ragazzo considerato e definito come un predestinato.
Eppure è questo il momento giusto per dimostrare le sue qualità e brillare anche con una delle stelle più luminose del firmamento accanto. Qualora ciò non avvenisse, non sporcherebbe comunque la bella storia che il principe di Monte Carlo ha scritto con la Ferrari. Ma certo indicherebbe un nuovo modo per inquadrarlo, non un fuoriclasse ma un apprezzabile pilota che è stato capace di entrare nel cuore dei tifosi della Rossa ottenendo probabilmente meno di quanto preventivato.
Hamilton è un banco di prova non solo per sé stesso, per dimostrare che il tempo non è nulla se non una variabile da gestire. Hamilton è un’opportunità, se la si sa cogliere, anche e soprattutto per Leclerc. La Ferrari ha deciso di prendersi il rischio. Ora tocca pure al transalpino, che corre per il Cavallino Rampante dal 2019, fare altrettanto.
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