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Circuiti F1: Bahrain International Circuit - GP del Bahrein

La pista sorge nel deserto: per questo si corre di notte, ma attenzione comunque alle particolari condizioni meteo (tra vento e sabbia del deserto). La prima edizione fu vinta dal mitico Michael Schumacher.

Una delle piste più caratteristiche del mondo della Formula 1. Il circuito del Sakhir, teatro del Gran Premio del Bahrein, è situato nel deserto, nella periferia della città di Manama. Un unicum nel mondo delle quattro ruote che nell'ultimo decennio ha visto trionfare per cinque volte Lewis Hamilton e per quattro il tedesco Sebastian Vettel. Nell'ultima edizione del 2023, trionfo per lo scatenato Max Verstappen, fuoriclasse della Red Bull.

Dove si trova il circuito del Bahrein

Il circuito si trova alla periferia di Manama, capitale del Bahrein, sulle coste del Golfo Persico. Per chi non è ferrato in geografia, il Regno del Bahrein è un piccolo stato asiatico che confina con l'Arabia Saudita, da cui è divisa dal Ponte Re Fahd.

Quando è stato costruito?

Il Bahrain International Circuit è stato costruito nei primi anni 2000 e inaugurato nel 2004. Ci sono tre diverse configurazioni del circuito: il classico Grand Prix Circuit (a conti fatti la versione ufficiale e che conosciamo noi), quella più breve denominata Outer Circuit e l'Endurance Circuit, quest'ultima incarnazione utilizzata solo nel 2010.

Quanto è lungo il circuito di Manama? Le caratteristiche della pista

Lungo 5,412 chilometri, per completare il circuito vanno effettuati 57 giri. Spiccano i quattro lunghissimi rettilinei: per questo le monoposto viaggiano a velocità decisamente alte e, di conseguenza, anche gli impianti frenanti sono particolarmente sotto stress. La frenata da segnalare è quella successiva alla curva 1, dedicata al mitico Michael Schumacher, con le vetture che passano da quasi 330 a 80 chilometri orari in meno di 3 secondi.

Sono 15 le curve in totale, 9 a destra e 6 a sinistra. Oltre alla durissima frenata dopo il primo rettilineo, c'è quella di curva 4, con uno scarto importante ma meno stressante dell’altra (con una velocità iniziale di poco più di 290 e una finale di 115 chilometri orari). Occhio, poi alla curva 10: qui il differenziale è più largo, con una velocità in uscita di 86 chilometri orari. Sempre in ottica velocità, pensando ai sorpassi, le zone DRS dove utilizzare l'ala mobile sono poste sul rettilineo nei pressi del traguardo e dopo le curve 3 e 10.

Chi ha vinto nella prima edizione?

Nel 2004, il primo vincitore è stato il mitico Michael Schumacher, nell'anno del suo ultimo successo iridato con la rossa di Maranello. Il tedesco ebbe la meglio sul compagno di squadra Rubens Barrichello. Terzo Jenson Button alla guida della Bar-Honda. Da segnalare, poi, il sesto posto dell'eterno Fernando Alonso, ora alla Aston Martin e all'epoca in forza alla Renault.

Chi ha fatto registrare il giro più veloce?

Il record sulla versione lunga quasi cinque chilometri e mezzo appartiene a due piloti: per il Gran Prix Circuit che conosciamo ancora oggi, è stato registrato nel 2005 da Pedro de la Rosa sulla McLaren MP4-20 (1:31.447). Per quanto riguarda, invece, la primissima versione del tracciato, per comodità denominato Original Grand Prix Circuit, il miglior tempo è stato realizzato da Michael Schumacher nel 2004 (1:30.252).

Si organizzano altri eventi nel circuito?

Il circuito del Bahrein ospita altri eventi motoristici come il WEC, la Supercars, la GP2 Series, GP2 Asia Series, la Chevrolet Lumina Series, la Speedcar Series, la Thunder Arabia e la Radical Sportscars. Altro appuntamento fisso è quello della 24 Ore del Bahrein. In passato il tracciato ha ospitato anche gare del Campionato FIA GT ed eventi legati al mondo Formula 3. La prima finale mondiale della Formula BMW ha avuto luogo proprio sul circuito. 

Le particolari condizioni ambientali e meteo

Alla luce della particolare posizione del circuito, si può pensare ad altissime temperature, ma in realtà il Gran Premio si corre di notte e questo aiuta e non poco. Nonostante ciò, bisogna comunque considerare i fattori ambientali in ottica asfalto, che si rivela essere molto abrasivo, con gli pneumatici che possono arrivare a toccare quota 130 gradi. 

Per questo i team dovranno trovare il migliore assetto aerodinamico possibile e lavorare al meglio in chiave usura dei materiali. Attenzione anche alla variabile vento, che potrebbe condizionare i piloti proprio in ottica frenata, senza dimenticare eventuali fastidi determinati dalla sabbia del deserto.

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