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Chi è Luca Nardi, l’azzurro che ha battuto Djokovic a Indian Wells?

Ricordate Luca Nardi, il giovane tennista italiano che sconfisse Novak Djokovic a Indian Wells nel 2024? La sua carriera non si è certamente fermata a quella notte magica.

La presenza di un fuoriclasse come Jannik Sinner ha contribuito notevolmente ad accendere i fari sul tennis italiano. Avere il numero uno del mondo è uno stimolo enorme per la crescita del movimento oltre che un traino anche per chi aspira a diventare un campione affermato. Tra coloro i quali stanno provando a scrivere la propria storia in questo sport c’è anche Luca Nardi, 21 anni, da Pesaro.

La passione per la racchetta deriva da papà Dario, di professione notaio, e soprattutto dal fratello Niccolò. Che avesse la stoffa per entrare a far parte di questo ambiente divenne chiaro a tutti al Lemon Bowl, che è una sorta di tappa obbligata per l’individuazione degli astri nascenti. Qui Nardi si fece valere firmando una clamorosa doppietta: nel 2013 da under 10 e nel 2015 da under 12.

Così come brillante fu la sua apparizione al torneo Les Petits As di Tarbes nel 2017, un piccolo Campionato del Mondo under 14, al quale hanno partecipato in passato anche Rafael Nadal, Roger Federer, Andy Murray e Novak Djokovic, che è stato per l’azzurro grande fonte di ispirazione. Il marchigiano vinse il titolo in singolare oltre che in doppio battendo addirittura Holger Rune in semifinale e Hamad Medjedovic in finale. All’interno del tabellone figurava anche un allora tredicenne Carlos Alcaraz.

Luca Nardi: i trionfi in carriera

Nella sua giovane carriera Nardi ha conquistato 10 vittorie in totale su 15 finali disputate, vincendo 3 ITF (Sharm el-Sheikh, Genova e Madrid) e 7 Challenger (Forlì, Lugano, Manacor, Porto, Matsuyama, Napoli e Rovereto). Sette di questi 10 successi sono arrivati sul cemento e 3 sulla terra rossa. Inoltre nella sua bacheca trova spazio anche la vittoria in doppio (in coppia con Jacopo Berrettini) dell’ITF di Sharm el-Sheikh.

Il successo contro Djokovic

Luca Nardi, nell’edizione 2024 degli ATP di Indian Wells, non doveva neppure scendere in campo contro Novak Djokovic. La sua chance l’azzurro l’aveva sprecata facendosi eliminare già alle qualificazioni per mano di David Goffin. A volte però il destino non è beffardo ma tende a darti una mano. Ed è proprio ciò che accadde nella scorsa edizione di Indian Wells, quando il 21enne marchigiano da lucky loser arrivò addirittura a battere Novak Djokovic, fermandosi poi agli ottavi di finale contro Tommy Paul.

Quel successo, comunque, contribuì non poco a portare alla ribalta il nome del pesarese. Nardi è infatti diventato il giocatore con il ranking più basso ad aver mai sconfitto Djokovic in un Master 1000, superando il record di Kevin Anderson che da numero 122 sconfisse Nole nel 2008 a Miami.

Cos’è un lucky loser nel tennis?

Il lucky loser è solitamente un giocatore che, nonostante sia stato eliminato nei turni di qualificazione, riesce ad entrare nel tabellone principale di un torneo a causa del ritiro di un tennista già qualificato. Esattamente quello che capitò agli Indian Wells del 2024 a Luca Nardi, che entrò nel tabellone principale a seguito dell’infortunio di Tomás Martín Etcheverry.

Il ruolo dell’allenatore e un destino da compiere

Il 2025 deve essere l’anno della consacrazione per Luca Nardi, inserito com’è all’interno di un movimento che è ricco e che sta finalmente funzionando come quello italiano. Dall’anno scorso per il pesarese c'è stata anche una svolta nel ruolo dell'allenatore, con Giorgio Galimberti tornatogli accanto come era già accaduto a fine novembre 2023.

Sulle fortune di Nardi, come per quelle di ogni altro sportivo, possono incidere tanti fattori. Gli infortuni, ad esempio, hanno giocato un ruolo cruciale in un percorso che avrebbe potuto essere più veloce. Invece, mentre altri suoi colleghi hanno corso, il 21enne ha rallentato pur senza mai fermarsi del tutto. D’altro canto la strada verso la vetta non è mai una linea retta, ma i picchi massimi raggiunti dimostrano come di fondo ci sia la qualità per conquistarla.

Arrivarci prima o dopo è questione di dettagli, piccoli particolari che però fanno la differenza quando si sta a certi livelli. L’importante è che Nardi non diventi come il Godot atteso invano nell’opera di Samuel Beckett. Sarebbe un peccato per un ragazzo che fino a qualche anno fa veniva considerato nettamente avanti a rivali che poi però lo hanno superato come Holger Rune e Carlos Alcaraz.

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