Il rider della Ducati ufficiale conquista il secondo titolo iridato consecutivo, complice anche la caduta del rivale Jorge Martin. Stagione fenomenale per il team di Borgo Panigale.
Il sangue freddo del campione. Nonostante un finale di stagione senza lampi, Pecco si conferma il più forte di tutti. Il Gran Premio di Valencia, l’ultimo della stagione, è così nel segno del protagonista più atteso: Francesco Bagnaia è nella storia, è campione del mondo di MotoGP per la seconda stagione consecutiva. Come i più grandi, come l’idolo Valentino Rossi e lo spagnolo Marc Marquez, gli altri due rider capaci di un bis nell’era moderna della classe regina.
Niente da fare per Jorge Martin, rivale insidioso e - nella stagione del flop di Fabio Quartararo - per certi versi sorprendente. L’iberico della Pramac Racing si arrende nella gara domenicale di Valencia, dopo il nono ruggito di questo 2023 nella Sprint Race del sabato. Fatale l’errore che nel bel mezzo del sesto giro coinvolge anche il connazionale Marc Marquez e lo costringe ad abbandonare la corsa. In lacrime. Per questo parlavamo di sangue freddo: perché se Bagnaia ha mantenuto i nervi saldi anche nei momenti più difficili della seconda parte della stagione, quando cioè è diventato evidente che il rider più veloce del momento non era lui, dall’altro lato Martin ha pagato gli “eccessi di fiducia” (parole sue) e soprattutto l’incapacità di gestire al meglio la grande pressione. Per farla breve, Bagnaia non avrà dominato, ma si è dimostrato più completo e soprattutto più pronto a vincere. Lui che lo aveva già fatto l’anno scorso. Non un dato da poco, a questi livelli.
Oltretutto, basta guardare l’andamento stesso della gara di Valencia. Dopo sabato, Martin era riuscito a portare a 14 lo svantaggio sull’italiano: un miracolo era possibile, ma serviva la gara perfetta. E, invece, Jorge si fa prendere dalla frenesia e già al terzo giro sta per combinarla grossa: nel tentativo di superarlo, quasi va in collisione con lo stesso Bagnaia, riesce a rimanere in pista ma si ritrova nelle retrovie. Tre giri più tardi l’errore che chiude ogni discorso, con buona pace dei tifosi spagnoli.
Al di là di tutto, a saltare all’occhio è il dominio assoluto delle Ducati. La moto “ufficiale” è ancora una volta sul tetto del mondo nella classifica piloti, con la top 5 che ha in Brad Binder (KTM) l'unico outsider del lotto: dietro a Bagnaia (Ducati Factory) e Martin (Prima Pramac), ci sono la VR46 di Bezzecchi e, al quinto posto, l'altra Pramac di Johann Zarco.
In ottica costruttori, le cose si fanno ancora più impressionanti: davanti a tutti c'è la Pramac, avvantaggiata dalla lunga assenza di Enea Bastianini per infortunio. Il bronzo va alla Mooney VR46, mentre la Gresini Racing conquista un'ottima sesta piazza grazie al grandioso finale di stagione di Fabio Di Giannantonio. A proposito del classe '98, l'ultimo podio stagionale non arriva solo per una penalizzazione in ottica pressione gomme. Il romano arriva secondo ma poi si ritrova quarto: a beneficiarne Zarco e Binder, secondo e terzo. In ogni caso, il pilota italiano si conferma talento cristallino: siamo certi che rimarrà ancora per poco senza contratto, considerando l’interesse fortissimo di una VR46 sempre sensibile ai campioncini italiani. Valentino, poi, è una garanzia.
Annata d’oro per la Ducati e ovviamente per Pecco Bagnaia, sempre più nella storia. Il torinese di nascita, ma pesarese d’adozione, l’anno scorso è stato il primo italiano ad aggiudicarsi un Mondiale della MotoGP su una moto italiana. Adesso è il primo pilota a vincere due campionati iridati in sella alla Ducati, oltretutto nell’arco di due anni. Nessuno come lui, insomma.
Per gli amanti dei numeri, parliamo del pilota italiano numero 22 a vincere nella classe regina. In più, per Bagnaia, la vittoria in quel di Valencia è la 18esima in carriera in MotoGP, la 28esima se consideriamo anche le esperienze in Moto2 e Moto3. Tre in totale i Mondiali vinti: ai due nella classe regina bisogna aggiungere quello del 2018 in Moto2. Numeri che iniziano a farsi importanti.
La domenica in quel di Valencia inizia nel migliore dei modi per Bagnaia, che parte dal primo posto per la penalizzazione inflitta a Viñales. L'italiano parte alla grande e non soffre l'iniziale pressing di Martin, che poi non regge la tensione e sbaglia tutto. Buona gara per Binder, meno per l'altra KTM di Jack Miller (che cade proprio quando occupa il primo posto). Detto già del declassamento dell'ottimo Di Giannantonio, da segnalare la buona prova di Raul Fernandez (quinto) e i piazzamenti dignitosi di Morbidelli e Marini, alla fine della corsa rispettivamente settimo e nono.
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