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Michael Jordan, il più grande giocatore di basket di sempre

C'è scritto proprio così nella biografia di Michael Jordan sul sito della NBA: la carriera, i successi e i record di un'autentica leggenda, non solo dei canestri, ma di tutti gli sport.

È uno dei miti sportivi più conosciuti e amati di sempre, la cui popolarità travalica il mondo del basket. Michael Jordan è semplicemente “per acclamazione, il più grande cestista di tutti i tempi”, come si può leggere scorrendo la sua biografia sul sito ufficiale della NBA. MJ è un'icona, la personificazione del campione perfetto, capace di vincere le partite da solo ma anche di essere uomo squadra. E di oltrepassare i confini del tempo: ha smesso definitivamente nel 2003, ma è come se giocasse ancora.

Michael Jordan, gli inizi della carriera

Nato a Brooklyn il 17 febbraio 1963, quarto di cinque figli, inizialmente Michael si è diviso tra baseball, football americano e basket, per poi indirizzarsi verso lo sport dei canestri. Gli inizi non sono stati facili per lui, scartato dalla prima squadra dei Laney Hight School Buccaneers perché troppo basso. Poi però è cresciuto, in altezza (198 centimetri) e soprattutto nella tecnica, al punto da diventare uno dei giocatori di high school più promettenti degli Stati Uniti. Ha scelto l'Università della Carolina del Nord per essere allenato da Dean Smith, tecnico a cui rimarrà sempre molto legato. Ed è qui che ha conquistato definitivamente le attenzioni di tutti. 

Il titolo NCAA e il primo oro olimpico

In tre anni nei North Carolina Tar Heels ha vinto subito un titolo NCAA (suo, naturalmente, il tiro decisivo nel finale) e ha vissuto altre due stagioni molto formative, in cui oltre a eccellere in attacco, da buona guardia tiratrice, è migliorato notevolmente sotto il profilo tattico e difensivo. Durante questo periodo ha assaporato per la prima volta il profumo della Nazionale, vincendo i Giochi Panamericani 1982. Due anni dopo sarà tra i protagonisti del trionfo statunitense alle Olimpiadi di Los Angeles e sbarcherà in NBA.

Il Draft NBA e l'approdo ai Chicago Bulls

Nel 1984, un anno prima del termine, ha deciso di approdare nella NBA, selezionato come terza scelta assoluta dai Chicago Bulls: si laureerà comunque due anni più tardi. Matricola dell'anno nel 1985, paragonato addirittura a Dio l'anno successivo da Larry Bird, miglior marcatore del campionato nel 1987 con 37,1 punti di media a partita, miglior difensore invece nel 1988. Le prime soddisfazioni a livello di squadra arriveranno con Phil Jackson in panchina e con una squadra destinata a entrare nella leggenda. 

I sei titoli coi Bulls e il Dream Team

A Chicago Jordan vincerà tre titoli di fila dal 1991 al 1993, leader di una squadra che poteva contare su stelle del calibro di Scottie Pippen, suo storico amico-nemico, Horace Grant e John Paxson. Negli anni altri grandi sbarcheranno a Chicago, dal croato Toni Kukoc al “cattivo” Dennis Rodman, coi Bulls che realizzeranno il secondo three-peat, tre titoli in successione, tra il 1996 e il 1998. 

Nel frattempo, tra il 1993 e il 1995 e dopo aver vinto il secondo oro olimpico a Barcellona col Dream Team, la nazionale statunitense stavolta composta integralmente da stelle NBA e non da giocatori universitari, MJ si è preso una pausa. Si è dato al baseball, sport preferito dal padre, ottenendo tuttavia risultati non esaltanti coi Birmingham Barons, terza squadra dei Chicago White Sox.

Il nuovo ritorno NBA a Washington

Nel 1998, dopo l'ultimo anello vinto nella stagione di “The last dance” in finale contro gli Utah Jazz, Jordan ha salutato nuovamente la NBA. Stavolta per darsi al golf e diventare presidente di una squadra, i Washington Wizards, con cui tornerà clamorosamente in campo nel 2001. Due stagioni utili a ritoccare la sua media punti in NBA, 30,12 a partita, di poco più alta di quella di Wilt Chamberlain. La sua maglia numero 23 è stata ritirata dai Bulls, dai Miami Heat e naturalmente dai North Carolina Tar Heels.

I record di Michael Jordan

Soprannominato Air Jordan o His Airness, Michael Jordan è stato il primo vero atleta globale della NBA, di cui ha riscritto la storia con le sue statistiche. Per dieci volte è stato miglior mercatore del campionato, di cui sette consecutive dal 1987 al 1993. Vanta la più alta media punti nella storia della NBA, dei playoff e delle Finals. Nessuno come lui ha segnato tanti punti in una gara di play-off (63 contro i Boston Celtics nel 1986) o in un tempo di una finale (35 contro Portland nel 1992). Per nove volte - record - è stato inserito nel quintetto difensivo ideale ed è stato il primo a realizzare una tripla doppia (punti, rimbalzi, assist) all'All-Star Game. A livello di punti, è il quinto miglior marcatore di sempre della NBA.

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