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NBA: LeBron James fa la storia, è lui il migliore marcatore di sempre

La leggenda dei Lakers ha superato il record dell’altro mito gialloviola Abdul Jabbar. Sono 38.390 i punti realizzati in carriera dal classe ‘84, che non ha alcuna intenzione di fermarsi.

LeBron Raymone James, l'uomo delle imprese impossibili. Il classe ‘84 dell'Ohio ha infranto il record dei sogni e non sembra avere intenzione di fermarsi: dalla notte di mercoledì, il leader dei Los Angeles Lakers è il miglior marcatore della storia dell’NBA, superando così un’altra leggenda gialloviola come Kareem Abdul Jabbar. 

Nello specifico, parliamo di 38.390 punti realizzati in 1.410 partite, mentre AKJ si era "fermato" a 38.387 disputando però 150 gare in più. Ovviamente parliamo di due epoche del Basket completamente diverse: basti pensare alla questione relativa ai tiri da tre punti, praticamente mai esplorati da Jabbar (a segno solo una volta su appena 18 tentativi in carriera), mentre LeBron è andato a segno in 2.200 occasioni su quasi 6.500 tentativi. 

Questo, ovviamente, non sminuisce un’impresa che ha dell’impossibile, soprattutto se ragioniamo sulla costanza di un giocatore che non sembra conoscere il passare degli anni. E adesso siamo a 38 primavere.

Una serata da leggenda, ma LeBron non ha alcuna intenzione di fermarsi

Nell’ultimo match dei Lakers contro gli Oklahoma City Thunders, andato in scena nella notte tra martedì e mercoledì, LeBron è stato ancora una volta il top scorer dei suoi. Trentotto (numero che torna) i punti realizzati dal campione ex Cleveland davanti al pubblico amico: decisivo, ai fini del record, il tiro in sospensione da due punti realizzato nel terzo quarto. 

Ancora un gesto tecnico sublime e partita che è stata sospesa per dieci minuti. Sul campo della Crypto Arena di Los Angeles hanno fatto il loro ingresso la famiglia di LeBron, il commissario NBA Adam Silver e ovviamente l'altra leggenda Abdul-Jabbar, che ha consegnato al suo erede il pallone con cui è stato infranto il suo record.

Un'impresa, difficilmente l'ultima. Oltretutto, siamo al cospetto giocatore che nella sua carriera, all'indubbio talento innato, è riuscito ad unire una forza mentale e uno spirito di sacrificio ai limiti del sovrumano. Parliamo di un giocatore totale, in grado di migliorare in tutti i fondamentali, riuscendo ad affinare il gioco spalle a canestro e i tiri dalla media e lunga distanza, senza dimenticare una capacità nella lettura del gioco che negli anni si è fatta impressionante. 

A testimoniarlo non sono solo i punti realizzati o una leadership che di stagione in stagione è cresciuta sempre di più, ma anche gli incredibili numeri in ottica assist e rimbalzi. E per questo parlavamo di giocatore totale, come e più di illustri predecessori: per LeBron parla la posizione numero 4 nella classifica dei migliori assistman della storia dell'NBA, alle spalle di mostri sacri come John Stockton, Jason Kidd e Chris Paul. 

Sono 5.500 gli assist che lo dividono da questo record e immaginiamo che un pensiero LeBron ce lo stia facendo: anche perché si tratta di un giocatore che si è sempre definito un "pass-first guy", ossia uno che pensa prima al servizio a favore del compagno che alla gloria personale. Per quanto riguarda i rimbalzi, si contano più di 10mila "rebounds" in carriera: qui il primo posto di Wilt Chamberlain appare impossibile da raggiungere (quasi 24 mila rimbalzi), ma siamo certi che l'ambizione di LeBron James sia raggiungere almeno la top 10 nella classifica di tutti i tempi, mettendosi alle spalle gente come Shaquille O'Neal e Hakeem Olajuwon. 

L’obiettivo è ripetere gli exploit dell'amico Tom Brady. Il finale di carriera è da urlo, ma i Lakers…

La leggenda dei Lakers sta vivendo un finale di carriera ai limiti dell’incredibile, come dimostra una media che - come successo nella scorsa stagione - supera ancora i 30 punti a partita, cose mai viste nemmeno nei migliori anni tra Cleveland e Miami. Peccato, però, che la squadra di Los Angeles stia conoscendo uno dei momenti peggiori degli ultimi decenni:  l’attuale 13esimo posto in Western Conference mette paura e la seconda esclusione consecutiva anche dai play-in non è poi una ipotesi così impossibile. In tal senso, fa ben sperare una classifica decisamente corta, con gli Utah Jazz decimi in classifica lontani solo due vittorie.

Al netto dell’andamento deludente dei Lakers e in attesa del debutto in NBA del figlio Bronny (l’altro sogno di LeBron è giocarci insieme nella stagione dell’esordio), appare ormai evidente che l’obiettivo del “Chosen One” è ripetere le gesta del grande amico Tom Brady. Il sogno, così, non è tanto diventare il giocatore più vecchio che ha calcato un campo NBA (il record lo detiene Nat Hickey, che ha giocato fino alle soglie dei 46 anni), ma continuare a macinare record e mettere trofei in bacheca anche da quarantenne. Proprio come Brady, che ha detto addio alla NFL all'età di 45 anni e dopo 23 stagioni da protagonista assoluto. Roba da extraterrestri, non c’è dubbio.

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