Da Gheorge Muresan a Victor Wembanyama, passando per Yao Ming, Zach Edey, Manute e il figlio Bol Bol: ecco chi sono i giocatori più alti della storia NBA.
La NBA, si sa, è il campionato dei giganti. Campioni immortali, leggende di ogni epoca come Wilt Chamberlain, Magic Johnson, Larry Bird, Michael Jordan o Kobe Bryant. Ma alcuni sono stati – e lo sono ancora, visto che qualcuno è tutt'oggi in attività – più giganti di loro.
Stiamo parlando degli atleti più alti ad aver calcato i parquet cestistici del Nordamerica, ad aver indossato con orgoglio la canotta di una o più franchigie NBA arrivando, quasi in senso letterale, a toccare il cielo con un dito. O, se non altro, sfiorando il tetto dei palazzetti. Ecco la lista dei giocatori più alti nella storia del campionato di basket più seguito, entusiasmante e spettacolare al mondo.
Dall'alto dei suoi 231 centimetri gli veniva facile catturare rimbalzi e schiacciare il pallone a canestro. Gheorghe Muresan, non a caso, ha messo a segno 3.020 punti nelle 307 partite di campionato giocate coi Washington Bullets prima, dal 1993 al 1998, e coi New Jersey Nets poi, dal 1998 al 2000.
Nato nel 1971 a Tritenii de Jos, nella Romania, si è guadagnato un soprannome a dire il vero un po' scontato: “The Giant”. Dopo gli esordi in patria nell'Universitatea Cluj, ha giocato in Francia nel Pau-Orthez ed è stato scelto da Washington al draft 1993. Nella stagione 1995/96 ha vinto il riconoscimento come Most Improved Player della NBA con una media di 14,5 punti, 9,6 rimbalzi e 2,26 stoppate a partita.
Anche Manute Bol, il gigante sudanese (fosse nato oggi, sarebbe stato però di cittadinanza sud-sudanese) era alto 231 centimetri, anche se alcune fonti riportano 229. Rispetto a Muresan, ha giocato diversi anni e più del doppio delle partite in NBA: ben 625, con le maglie di Washington, Golden State, Philadelphia e Miami, per un periodo dal 1985 al 1994.
Curiosità: nel 1987-88 è stato compagno di squadra a Washington del giocatore più basso del campionato, Muggsy Bosque. La differenza tra i due? Addirittura 71 centimetri. Nella sua carriera Manute Bol è passato anche per l'Italia: nel 1996/97 ha giocato a Forlì.
Alle spalle dei due colossi che hanno superato – nel caso di Bol con qualche piccolo dubbio – i due metri e trenta, c'è un terzetto che si è fermato (si fa per dire) a due e 29: un cinese, un senegalese e un tedesco. Il cinese è Yao Ming, il giocatore più alto ad aver giocato un All-Star Game, nonché il più alto a essere incluso nella Hall of Fame. Dal 2002 al 2011 è stato simbolo e bandiera degli Houston Rockets, per i quali ha messo a segno 9.247 punti.
Per tre hanni ha giocato in NBA Tacko Fall, senegalese classe 1995, per due stagioni (dal 2019 al 2021) ai Boston Celtics, quindi per un anno ai Cleveland Cavaliers: un discreto rincalzo, con 37 presenze complessive all'attivo, che oggi gioca nei New Zealand Breakers. Del terzetto fa parte pure Shawn Bradley, nato nell'allora Germania Ovest da genitori statunitensi e dunque in possesso di passaporto tedesco. Dal 1993 al 1995 ha giocato a Philadelphia, quindi due stagioni a New Jersey, poi otto a Dallas. Al suo attivo 832 presenze e 6.752 punti realizzati.
In confronto a questi marcantoni, i 226 centimetri del canadese Sim Bhullar (Sacramento Kings 2015), del montenegrino Slavko Vranes (Portland Trail Blazers 2004), del russo Pavel Podkolzin (Dallas Mavericks 2004-2006) e dello statunitense Chuck Nevitt (Houston, LA Lakers, Detroit, Chicago e San Antonio dal 1982 al 1993) fanno relativamente poca impressione. Tra i quattro, quello che ha avuto maggiori fortune è stato Nevitt, il giocatore più alto ad aver vinto un titolo NBA coi Bulls nel 1991.
A quota 224 centimetri ecco lo statunitense/bulgaro Priest Lauderdale (Atlanta e Denver dal 1996 al 1998), il canadese Zach Edey (in forza ai Memphis Grizzlies), il serbo Boban Marjanovic (San Antonio, Detroit, LA Clippers, Philadelphia, Dallas e Houston dal 2015 al 2024), lo statunitense Mark Eaton (Utah Jazz 1982/83) e l'olandese Rik Smits (Indiana Pacers, 1988/2000). Ma il più grande di tutti è stato Ralph Sampson, in azione dal 1983 al 1992 con le maglie di Houston, Golden State, Sacramento e Washinston, scelta numero 1 al draft 1983, quattro volte All-Star e membro della Hall of Fame.
Infine i “piccoletti”, alti soltanto (è una battuta) 221 centimetri: il sudcoreano Ha Seung-jin (Portland 2005/06), il principe lituano Arvydas Sabonis (Portland 1995/2003), il portoricano Peter John Ramos (Washington 2004/05), il capoverdiano Walter Tavares (Atlanta e Cleveland dal 2015 al 2017), il tanzaniano Hasheem Thabeet (Memphis, Houston, Portland e Oklahoma dal 2009 al 2014), il lituano Zydrunas Ilgauskas (Cleveland dal 1996 al 2010, quindi un anno a Miami), il tedesco Tibor Pleiss (Utah 2015/16), il bosniaco/montenegrino Aleksandar Radojevic (Toronto e Utah tra il 1999 e il 2005), gli statunitensi Swede Halbrook (Syracuse dal 1960 al 1962), Randy Breuer (Milwaukee, Minnesota, Atlanta e Sacramento dal 1983 al 1993), e Keith Closs (Clippers dal 1997 al 2000) e l'olandese Serge Zwikker (Houston 1997/98, ma senza mai giocare).
Unici due in attività Bol Bol, figlio di Manute, dal 2019 al 2022 ai Denver Nuggets, poi un anno agli Orlando Magic e dal 2023 ai Phoenix Suns, e Victor Wembanyama, il francese prima scelta assoluta al draft 2023 e punto di forza dei San Antonio Spurs.
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