Superando la Francia ai rigori, l'Italia di Lippi conquista il suo quarto titolo mondiale al termine di una fantastica cavalcata.
L'uomo della Provvidenza si chiama Fabio Grosso. È lui che si è procurato il rigore nello spinosissimo ottavo di finale con l'Australia, è lui che ha scaraventato in rete il pallone servitogli da Pirlo due minuti prima dei rigori con la Germania in semifinale. E ora c'è lui sul dischetto a calciare il rigore decisivo nella finale con la Francia. “Vai Fabio, buttala dentro”, gli gridano i compagni. E Grosso non sbaglia. Palla da una parte, Barthez dall'altra. “Il cielo è azzurro sopra Berlino”, grida Marco Civoli nella telecronaca Rai. L'Italia è campione del mondo per la quarta volta nella sua storia. E in tutto il Paese si scatena la festa.
È una nazionale scossa dalle vicende di Calciopoli quella che, recuperato a tempo di record Totti, inizia la sua avventura in Germania ad Hannover contro il Ghana. Un diagonale di Pirlo e un gol di rapina di Iaquinta firmano il 2-0 con cui gli azzurri conquistano la prima vittoria, incantando per gioco e maturità. Il successivo pareggio con gli Stati Uniti – rete del vantaggio di Gilardino e maldestro autogol di Zaccardo – raffredda gli entusiasmi: bisogna battere la Repubblica Ceca per chiudere il girone al primo posto.
Missione che l'Italia compie con autorevolezza. Materazzi prende il posto di Nesta dopo 17' e firma il gol del vantaggio, poi è Inzaghi in contropiede a sigillare il definitivo 2-0: agli ottavi ci sarà l'Australia. Ma è un Mondiale in cui tutte le big avanzano spedite. La Germania di Klinsmann e del bomber Klose chiude il suo girone a punteggio pieno, l'Argentina del giovane Messi e l'Inghilterra di Gerrard non perdono un colpo, il Portogallo di Cr7 e il Brasile di Adriano e Ronaldo fanno paura. Unica grande a stentare è la Francia di Zidane, al passo d'addio, avanti a fatica grazie al 2-0 sul Togo dopo i pareggi con Svizzera e Corea del Sud.
L'ottavo di finale con l'Australia, nel caldo di Kaiserslautern, rischia di rivelarsi una trappola per gli azzurri. Hiddink, dopo aver eliminato l'Italia quattro anni prima con la Corea del Sud, ci riprova alla guida dei gialloverdi, imbrigliando le idee a Pirlo e soci.
A inizio ripresa l'Italia si ritrova in dieci: fuori Materazzi, espulso. Bisogna stringere i denti, ma un attimo prima dei supplementari Grosso cade in area. È rigore, che Totti trasforma con freddezza. Azzurri ai quarti contro l'Ucraina, giustiziera della Svizzera ai rigori. Avanzano pure la Germania (2-0 alla Svezia), l'Argentina (2-1 al Messico), l'Inghilterra (1-0 all'Ecuador), il Portogallo (1-0 all'Olanda), il Brasile (3-0 al Ghana) e la Francia (3-1 alla Spagna che aveva impressionato ai gironi). Il match dei quarti, ad Amburgo, è vinto in scioltezza dall'Italia. Toni, sino a quel momento all'asciutto, si sblocca con una doppietta dopo il bel gol di Zambrotta in avvio: finisce 3-0, per la felicità dei tifosi azzurri. Ad attendere l'Italia c'è la Germania, brava a superare ai rigori l'Argentina. Una rete di Henry fa volare la Francia contro il Brasile, mentre il Portogallo di Cristiano fa fuori l'Inghilterra dal dischetto.
La semifinale coi tedeschi si gioca a Dortmund, stadio portafortuna della Germania che qui non aveva mai perso. Ma c'è sempre una prima volta. Dopo una partita tiratissima, è l'Italia a emergere nei supplementari. Pirlo imbecca Grosso per il sinistro a giro del vantaggio, poi ci pensa Del Piero dopo un imperioso recupero difensivo di Cannavaro a chiudere i conti. Anche la Francia stacca il biglietto per Berlino, superando di misura il Portogallo con un rigore di Zidane. Lusitani alla fine quarti, sconfitti dai padroni di casa della Germania nella finalina per il terzo posto (3-1).
La finale dell'Olympiastadion è una partita a scacchi. È la Francia a passare in vantaggio per prima con un rigore di Zidane, ma al 19' arriva la rete del pareggio di Materazzi, di testa su corner di Pirlo. L'Italia non sembra brillante come nelle sue giornate migliori, ma regge. La tengono in piedi Buffon e la difesa. Non reggono invece i nervi di Zizou, espulso per una testata a Materazzi nel secondo supplementare.
Si va ai rigori. Due tiri, due gol per gli azzurri con Pirlo e Materazzi. Poi tocca a Trezeguet: traversa. Segnano pure De Rossi e Del Piero, il match point è sui piedi di Grosso. E l'uomo della Provvidenza non sbaglia. Italia campione: il cielo è azzurro sopra Berlino.
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