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Francesco Totti, leggenda della Roma a suon di gol

La carriera del numero 10 giallorosso: dagli inizi con Mazzone e Zeman, agli exploit con il primo Spalletti e la Nazionale di Lippi. Per lui 334 reti totali.

Immenso Francesco Totti. Il numero 10, l’inimitabile capitano che ha giurato amore eterno alla Roma e che ha marchiato a fuoco il calcio internazionale tra gli anni ‘90 e il primo decennio del Duemila. Un giocatore che, considerando il suo talento cristallino, ha raccolto meno di quanto avrebbe potuto in termini di trofei, ma che nonostante questo è entrato nella storia di questo sport. 

E non potrebbe essere diversamente guardando le sue migliori giocate e considerando i suoi 334 gol totali realizzati in carriera tra Roma e Nazionale. Un giocatore dalla tecnica incredibile ma anche fortissimo da un punto di vista fisico: un calciatore moderno, che in carriera ha occupato tutti i ruoli d’attacco, dall’esterno offensivo, passando per il trequartista fino ad arrivare al centravanti.

Gli inizi della carriera di Francesco Totti

Dopo le giovanili tra Trastevere e Lodigiani, Totti si lega nel 1989 alla Roma. Con i giallorossi gioca anche da regista davanti alla difesa ed è tra i protagonisti della vittoria Scudetto con gli Allievi e del successo in Coppa Italia con la Primavera nel 1993. Proprio in quell'anno arriva l'esordio in massima serie: sulla panchina della Roma siede il mitico Vujadin Boskov, che stravede per lui e lo schiera, appena 16enne, nei minuti finali di Brescia-Roma (successo dei giallorossi per 0-2, 28 marzo 1993). 

In quegli anni "Er Pupone" ha come riferimento il capitano dell'epoca Giuseppe Giannini, ma è soprattutto Carlo Mazzone il suo sponsor principale. L'allenatore della Roma nel triennio tra il 1993 e il 1996 gestisce al meglio un talento cristallino e prematuro come quello di Totti: lo protegge dai facili entusiasmi e gradualmente lo inserisce nella formazione tipo. Con Carletto, Totti fa il suo esordio da titolare nel dicembre 1993, contro la Sampdoria in Coppa Italia.

L'anno successivo, nel settembre 1994, il primo gol in campionato contro il Foggia (pareggio per 1-1, con rete rossonera targata Kolyvanov). Da qui nasce la leggenda di un giocatore fortissimo, capace di realizzare 7 gol nella sua prima vera stagione tra i grandi. Il biennio successivo è di assestamento, come testimoniano i soli tre gol realizzati nell'ultima annata di Mazzone e le tante incomprensioni con il nuovo tecnico Carlos Bianchi. Con l’argentino si parla addirittura di una cessione alla Sampdoria per fare spazio a Litmanen: un’ipotesi fortunatamente spazzata via dall’esonero del tecnico sudamericano. 

Dopo i prevedibili alti e bassi, il talento di Totti esplode sotto la guida di Zdenek Zeman. Con il boemo, il classe ‘76 si irrobustisce da un punto di vista fisico e agisce da attaccante esterno. Per lui la bellezza di 14 gol totali nella stagione 1997/98, sintomo che la strada è quella giusta. L'anno successivo è quello della definitiva consacrazione, con Aldair che gli cede la fascia di capitano e i 16 gol realizzati nell'arco della stagione.

Lo Scudetto con Capello e il Mondiale con la maglia azzurra

Ora Totti è a tutti gli effetti uno dei giocatori più forti del panorama internazionale, tanto da finire nel mirino di top team come Real Madrid e Milan. L'amore per la Roma, però, è troppo grande e viene ripagato: dopo la prima stagione segnata da troppi infortuni, il secondo anno sotto la guida di Fabio Capello è nel segno dello storico terzo Scudetto a tinte giallorosse. 

La Roma è una vera e propria macchina da guerra, con un attacco dominato dal suo numero 10 e da gente del calibro di Batistuta, Montella e Del Vecchio. Per Totti 12 gol totali, di cui 3 nella sua prima esperienza in Champions League. Da qui in avanti Totti si mostra al mondo come bomber implacabile, alla guida di una Roma che conquista anche una Supercoppa Italiana. Per lui parlano i 55 gol realizzati tra il 2002 e il 2005.

La stagione successiva è di quelle che potrebbero abbattere un bisonte, non Totti: con il nuovo tecnico Spalletti in panchina, la bandiera giallorossa si presenta sempre di più come attaccante vero, realizza ben 17 gol in 29 presenze, ma è vittima di un bruttissimo infortunio che sembra precludergli il sogno mondiale. Il numero 10 mostra una forza di volontà encomiabile, recupera in tempi record ed è tra i protagonisti assoluti della vittoria iridata con la Nazionale di Marcello Lippi.

I numeri incredibili alla fine degli anni '10. Poi i lampi del finale di carriera

Dopo il trionfo mondiale, Totti vive la migliore annata della sua carriera: Spalletti lo reinventa "falso nueve" e lui non delude le aspettative, siglando la bellezza di 32 gol in 50 presenze. In quegli anni la Roma non riesce ad imporsi in campionato, ma vince due Coppe Italia e un'altra Supercoppa Italiana. 

Gli ultimi anni sono ricchi di giocate di classe ma senza trofei: in questo periodo Totti cambia ancora una volta il suo modo di giocare, venendo addirittura schierato a centrocampo dallo spagnolo Luis Enrique. Negli ultimi scampoli di carriera da segnalare qualche incomprensione di troppo con Luciano Spalletti, proprio l'allenatore che lo ha trasformato in uno dei bomber più forti d'Europa. Il 28 maggio 2017 la sua ultima presenza con la Roma e il saluto struggente dell'Olimpico.

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