Teatro di finali mozzafiato e gare indimenticabili, il circuito brasiliano è dagli anni '70 tappa fissa per il Circus della Formula 1.
Un circuito storico, che negli anni ha regalato emozioni indimenticabili agli appassionati di Formula 1. Ci riferiamo al tracciato di Interlagos e del Gran Premio del Brasile, uno degli appuntamenti più attesi, che, nel tempo, ha contraddistinto tanto l'inizio della stagione quanto, soprattutto, la sua conclusione, ospitando spesso e volentieri l'ultimo atto del Campionato del Mondo. Con epiloghi anche imprevedibili. Del resto, è la magia del Brasile e della sua pista.
Il primo Gran Premio del Brasile si svolse nel 1972. Come da tradizione ai tempi, fu un "test" per verificare la fattibilità di una gara vera su quel circuito e, dunque, non fu valido per il Mondiale di quell'anno. Ma il debutto non si fece attendere e arrivò nella stagione successiva. Negli anni '80 il GP si è spostato sul circuito di Jacarepaguà, vicino Rio de Janeiro, dopo che i piloti si erano lamentati delle condizioni dell'asfalto. Il tracciato di Interlagos fu completamente rifatto e perfezionato.
Ritorno che avvenne nel 1990 e che coincise con i trionfi di Ayrton Senna, il più amato dai brasiliani. Il tre volte campione l'anno dopo, nel 1991, si rese protagonista di uno dei suoi successi più memorabili e una delle imprese più grandi della storia di questo sport, vincendo il Gran Premio con la sua McLaren bloccata in sesta marcia e difficilissima, se non impossibile, da guidare. Eccezion fatta per il 2020, l'evento si svolge regolarmente nel finale di stagione per avere un clima maggiormente favorevole ed evitare piogge torrenziali che in passato hanno complicato la corsa.
La configurazione attuale, utilizzata dal 2000, vede un tracciato lungo 4,309 chilometri. È uno dei pochi circuiti che si percorre in senso antiorario: si parte dalla zona delle Tribune e dopo una lunga salita si va in discesa lungo la "S di Senna", un sinistra-destra che immette nella Curva do Sol e quindi nella Reta Oposta, rettilineo più lungo del circuito. Seguono due rapide curve a sinistra, le "Descida do Lago" e quindi una serie di curve in elevazione fino al tornantino del "Bico de Pato". Segue la "Juncao", che immette sulla "Subida dos Boxes", ovvero la lunghissima salita da un'inclinazione del 10% che porta al traguardo.
Oltre al già citato GP del Brasile del 1991 con l'eroica vittoria di Ayrton Senna, il circuito di Interlagos è stato teatro di gare memorabili nel corso degli anni. Tra quelli recenti si ricordano il GP del 2003, caratterizzato da una pioggia battente che tra circostanze a dir poco caotiche, incidenti spettacolari e ritiri illustri, vide la vittoria del nostro Giancarlo Fisichella su Jordan. Successo arrivato tra l'altro con qualche giorno di ritardo per via di una decisione che aveva premiato in un primo momento Kimi Raikkonen.
Dopo aver assegnato il Mondiale 2006 in favore di Alonso nel duello con Michael Schumacher, all'ultimo anno su Ferrari, le annate 2007 e 2008 furono decisamente quelle più incredibili della storia. Nella prima occasione furono addirittura tre i piloti in corsa per il titolo iridato: i compagni di squadra Fernando Alonso e Lewis Hamilton (leader al via) e Kimi Raikkonen su Ferrari, leggermente staccato. In maniera clamorosa fu proprio il finlandese a laurearsi campione: quel successo, ad oggi, resta l'ultimo Mondiale vinto dalla scuderia di Maranello.
Merita una menzione a parte l'edizione 2008: il beniamino di casa Felipe Massa arrivò all'ultimo appuntamento alle spalle di Lewis Hamilton su McLaren, a cui bastava un quinto posto per portare a casa il titolo. A tre giri dalla fine la pioggia rivoluzionò la classifica di una gara apparentemente tranquilla: Hamilton scivolò in sesta posizione per poi riconquistare in maniera sorprendente la quinta piazza con un sorpasso all'ultima curva su Timo Glock, vincendo il Mondiale per un solo punto di differenza.
Il re del Gran Premio del Brasile è il 'Professore', l'asso francese Alain Prost, sei volte vincitore di questa prova dal 1982 al 1990. Seguono l'argentino Reutemann e il mito Michael Schumacher con quattro successi a testa. Si sono ritagliati uno spazio importante anche pluricampioni come Sebastian Vettel e Lewis Hamilton, che tra il 2010 e il 2021 hanno portato a casa tre vittorie a testa. Tra i costruttori invece è la McLaren la scuderia con più vittorie di tutti, ben 12, uno in più della Ferrari. Sul gradino più basso del podio Williams e Mercedes, poi la Red Bull con cinque.
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