Quarto di finale tra Argentina e Inghilterra: il 'Pibe de Oro' scrive la storia con una doppietta in quattro minuti. Prima segna di pugno, poi realizza il gol del secolo.
I Mondiali di calcio hanno regalato partite passate alla storia. Spettacolo, emozioni, gol fantastici, risultati in grado di sovvertire ogni pronostico: la Coppa del Mondo è costellata di episodi rimasti impressi in maniera indelebile nella memoria dei tifosi e di tutti gli appassionati dello sport. Dal 'Maracanazo', quando l'Uruguay - nel 1950 - riuscì nell'impresa di battere il Brasile al Maracanã di Rio de Janeiro, a Italia-Germania 4-3 del 1970, semifinale al cardiopalma disputata allo stadio Azteca di Città del Messico.
Considerata la 'gara del secolo', il match raggiunse l'acme ai tempi supplementari con gli Azzurri che prevalsero al 111' con Rivera. Tra le partite che hanno scritto la storia dei Mondiali merita un posto d'onore Argentina-Inghilterra, quarto di finale giocato il 22 giugno 1986 ancora una volta nella cornice dello stadio Azteca di Città del Messico. Protagonista assoluto dell'incontro fu Diego Armando Maradona, autore di una doppietta leggendaria. Già, perché non si trattò di due gol normali, per quanto importanti. Nient'affatto. Fu forse proprio durante quella partita che “El Pibe de Oro”, il folletto argentino baciato da un talento smisurato, decise di diventare il calciatore più forte di tutti i tempi.
Il Mondiale del 1986 in Messico segna un definitivo passaggio di consegne nell'Argentina, quello tra Daniel Passarella, eroe del Mondiale vinto in casa nel 1978, e Diego Armando Maradona, intorno al quale il ct Carlos Bilardo decide di costruire la sua squadra per tentare l'assalto al trofeo più ambito da ogni calciatore.
Superata da prima la fase a gironi, lasciandosi alle spalle l'Italia campione del mondo in carica, l'Albiceleste estromette l'Uruguay agli ottavi con una rete di Pasculli. Quindi, la super sfida con l'Inghilterra ai quarti. La partita è di quelle sentite, la rivalità accesa. L'Argentina si aggrappa al suo leader. Il primo tempo è bloccato, si va negli spogliatoi sul punteggio di zero a zero. Serve una scintilla per infiammare il match, la giocata di un singolo. È il momento di Diego, scocca la sua ora.
Minuto 51: slalom del numero 10 del Napoli sulla trequarti, palla a Valdano al limite che, però, non controlla. Segue il goffo intervento del difensore dei Tre Leoni Steve Hodge, che alza un campanile nell'area di rigore. Maradona corre verso la sfera. Peter Shilton, portiere inglese, fa lo stesso. Sembra un duello impari, vista la differenza d'altezza che intercorre tra i due. 165 centimetri il primo, 183 il secondo, che può contare anche sull'ausilio delle braccia. Clamorosamente a spuntarla nello stacco è il campione argentino.
Il pallone rotola in fondo al sacco per l'1-0 dei sudamericani. Il replay svela l'arcano. Maradona ha segnato con un tocco di mano. Le vibranti proteste dell'Inghilterra risultano vane: l'arbitro tunisino Ali Bin Nasser e il guardalinee bulgaro Bogdan Dotchev non si accorgono del fallo, il gol è convalidato. Diego esulta, e chiama i suoi a raccolta. Bisogna festeggiare. “Venite ad abbracciarmi o l'arbitro non lo assegnerà” dice ai compagni. A fine partita l'asso nato a Villa Fiorita, periferia povera di Buenos Aires, spiegherà che il pallone è stato toccato "un poco con la cabeza de Maradona y otro poco con la mano de Dios", ovvero un po' con la testa di Maradona e un po' con la mano di Dio. Soltanto il numero uno con la 'diez' sulle spalle avrebbe potuto trasformare un'azione irregolare in un autentico colpo di genio, un capolavoro d'astuzia.
Quattro minuti dopo, solamente quattro minuti dopo, Maradona realizza quello che sarà eletto il gol del secolo. Quasi andando a cancellare il tocco beffardo di pugno con cui, pochi istanti prima, ha ingannato Shilton. Sessanta metri di campo palla al piede in dieci secondi. Dieci secondi in cui salta come birilli gli avversari: Hoddle, Reid, Sansom, Butcher, Fenwick, infine Shilton. Uno dopo l'altro, portiere compreso.
“Golazooo” urla a squarciagola l'incredulo telecronista uruguaiano Victor Hugo Morales, che impazzisce di gioia definendo Maradona “Barrilete cosmico”, aquilone cosmico. Un marziano nella terra dei Maya. All'81' Lineker accorcia le distanze, ma non basta agli inglesi: l'Argentina stacca il pass per le semifinali. C'è il Belgio sulla strada della Selección.
Ma Maradona è semplicemente inarrestabile, di un altro pianeta: confeziona una doppietta, la seconda di fila, e vola in finale. I ragazzi di Bilardo contendono il trofeo alla Germania Ovest. Finisce 3-2 per l'Argentina, che conquista la sua seconda Coppa del Mondo. Grazie al gol del secolo. Alla mano de Dios. Grazie a Maradona, che contro l'Inghilterra decise di diventare il calciatore più forte di tutti i tempi.
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