Dai trionfi col Bayern Monaco alla storica salvezza in rimonta con la Salernitana: la straordinaria carriera dell'asso francese, in grado di fare la differenza con i suoi assist.
Negli ultimi vent'anni la Francia si è rivelata una vera e propria fucina di talenti. Tra i tanti campioni che si sono affermati, un posto di rilievo lo occupa Franck Ribery. Ala sinistra meravigliosa, qualità pura al servizio dei compagni. Gol, ma soprattutto assist. Un'infinità di assist, la specialità della casa. In carriera il classe 1983 nato a Boulogne-sur-Mer, nel Nord del Paese, ha vinto tutto. Anzi, quasi tutto. Due i rimpianti: il Mondiale del 2006, perso in finale contro l'Italia e il Pallone d'Oro, soltanto sfiorato nel 2013 dopo il favoloso 'treble' con il Bayern Monaco.
Vive un'infanzia difficile, Franck. Cresce nel quartiere popolare di Chemin Vert, dove le possibilità per i giovani sono minime. Dove emergere è un lusso riservato a pochi. Ma nel calcio trova la sua strada, la sua salvezza. Il talento è palese, anche se il percorso non procede in maniera spedita. Di ostacoli ne ha già superati tanti in passato, la gavetta non lo spaventa. Tutt'altro.
Ribery gioca, si diverte, fa divertire. Inizia a mettersi in mostra con la maglia del Boulogne, poi nella quarta e terza divisione francese. Nel 2002/2003 passa all'Olympique Alès, mentre la stagione successiva approda al Brest, dove fa benissimo. In estate il grande salto dalla 'National 1' alla Ligue 1: a ingaggiarlo è il Metz. Cambia la categoria, ma non il modo in cui Ribery si esprime sul rettangolo verde.
Un giocatore così non passa inosservato e, nel gennaio 2005, si trasferisce in Turchia, al Galatasaray. L'occasione della vita. Attesa da sempre. La sua esperienza con i 'Leoni', con cui vince una coppa nazionale, dura solo pochi mesi, perché, finito il campionato, torna in patria, all'Olympique Marsiglia. È lì, alla corte di Jean Fernandez, che il talento di Ribery sboccia definitivamente, tanto da essere convocato per il Mondiale del 2006 in Germania. Franck ha 23 anni, è da poco nel giro che conta. Eppure il ct Domenech ne intuisce il valore. E gli concede fiducia, nonostante la rosa dei 'blues' sia di prim'ordine. La Francia arriva in finale, ma la coppa va all'Italia che trionfa ai rigori.
A Marsiglia incanta. S'impone. Regala spettacolo, magie. E nel 2007 attira su di sé le attenzioni dei club più blasonati del Vecchio Continente. Lo cercano tutti. La spunta il Bayern Monaco: sceglie la maglia numero 7, con cui scriverà la storia. Ribery e il Bayern Monaco, un matrimonio destinato a durare a lungo. Esattamente dodici stagioni. Per un totale di 425 presenze, 124 reti e 182 assist. A giovare subito dei suoi assist è il centravanti italiano Luca Toni, che segna gol a raffica.
Nel 2009/2010 il club bavarese ingaggia l'olandese Arjen Robben dal Real Madrid, fuoriclasse di cristallo. È la vera svolta: Ribery a sinistra e Robben a destra diventano un binomio indissolubile, il punto di forza di un club che s'appresta a dominare. La stagione 2012/2013 è a dir poco memorabile. Perché il Bayern vince tutto ciò che è possibile. È l'anno del triplete: Bundesliga, Coppa di Germania e Champions League. L'apoteosi. C'è la firma dell'asso francese sui trionfi dello squadrone allenato da Jupp Heynckes. Sì, perché chiude la stagione con 11 reti e addirittura 23 assist. Per completare l'opera arrivano a seguire Supercoppa Europea e Mondiale per club.
Ribery ha raggiunto il top e non si nasconde: ambisce al Pallone d'Oro. Ma è costretto ad accontentarsi del terzo posto, alle spalle di Cristiano Ronaldo e Messi. La definirà “la più grande delusione della mia carriera. Sono stato il migliore quell'anno e sono finito al terzo posto”. La lunga avventura al Bayern Monaco lo porta a vincere nove volte la Bundesliga, poi sei volte la Coppa di Germania, cinque Supercoppe nazionali, più i titoli citati in precedenza.
La grandezza di un uomo si misura anche dalle sue scelte. E, chiuso il capitolo più bello della sua vita calcistica in Germania, nell'agosto del 2019 - a 36 anni - decide di rimettersi in discussione accettando l'offerta della Fiorentina dell'ambizioso neo-patron Rocco Commisso. Dopo due stagioni tra alti e bassi dovuti a problemi fisici, accetta a sorpresa l'offerta della Salernitana, fresca di promozione in Serie A.
Leader assoluto dello spogliatoio, è tra i protagonisti della miracolosa e storica salvezza in rimonta dei campani. Ribery inizia anche la stagione 2022/2023, ma nel mese di ottobre annuncia il ritiro, entrando a far parte dello staff tecnico di mister Davide Nicola. Franck ha le idee chiare: vuole diventare allenatore. E leggendo la sua carriera, sono pochi i dubbi su quale sarà il risultato di questa sua scelta.
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