Dal successo del 1976 della Cecoslovacchia contro la Germania Ovest (con il famoso cucchiaio di Panenka), fino all’impresa del Portogallo contro la Francia nel 2016.
Gli Europei sono spesso sinonimo di spettacolo. In questo articolo riesploriamo quelle che secondo noi sono le cinque finali più belle del trofeo continentale. Vero, ce ne siamo lasciate alle spalle qualcuna, come i due trionfi italiani del 1960 (replay contro la Jugoslavia nel segno di Riva e Anastasi) e del 2021 (successo ai rigori al cospetto dell'Inghilterra, per giunta in quel di Wembley). E, ancora, il golden gol di Bierhoff contro la Repubblica Ceca nel 1966 e l'incredibile successo della Grecia contro i padroni di casa del Portogallo. Di storie da raccontare ce ne sono, a dimostrazione che gli Europei sono tanta roba.
La Germania è, insieme alla Spagna, la nazionale che ha vinto più volte il Campionato europeo di Calcio. Tre i successi per i tedeschi, che però nel 1976 si arrendono al cospetto della fortissima Cecoslovacchia. Le cose si mettono subito malissimo, con i cecoslovacchi che vanno addirittura sul doppio vantaggio grazie alle reti di Svehlik e Dobias.
La Germania Ovest, però, è squadra che non si arrende, forte di talenti incredibili come Franz Beckenbauer e Berti Vogs: sono loro a portare per mano la squadra verso il pareggio, effetto delle reti di Dieter Muller e dell'ala sinistra Holzenbein. Nei tempi supplementari nessuna delle due squadre riesce a prevalere ed ecco che si arriva ai calci di rigore: qui si fa la storia, con l'incredibile penalty del centrocampista Antonin Panenka, che regalò il successo ai suoi con un sontuoso "cucchiaio" ai danni di Sepp Maier. Leggenda.
La finale che tutti ricorderanno per l’incredibile gol di Marco Van Basten. L'attaccante, reduce da una prima stagione difficile con il Milan (solo 19 presenze e 8 gol per lui), rischia addirittura di non giocare la finale per infortunio e, invece, stringe i denti ed è regolarmente in campo. Il suo gol, che arriva dopo quello realizzato dall'altro rossonero Ruud Gullit, è poesia pura: cambio di gioco dalla sinistra di Arnold Muhren, la palla è altissima e tutt'altro che invitante ma il "Cigno di Utrecht" la trasforma in oro puro con un destro al volo incredibile. La palla finisce la sua corsa all'incrocio dei pali. Straordinario.
Come succederà con la Grecia nel 2004, qui parliamo di una vittoria inaspettata, il classico Davide contro Golia. Da aggiungere, poi, che la Danimarca a quegli Europei non si è nemmeno qualificata, venendo ripescata per l’esclusione della Jugoslavia. Senza il leader Michael Laudrup, i danesi vincono grazie ai gol dei centrocampisti Kim Vilfort e John Jensen. In squadra il giovanissimo Peter Schmeichel e Brian Laudrup, che rispetto al fratello non rifiuta la convocazione.
Il golden gol condanna la nazionale di Dino Zoff, protagonista contro la Francia della migliore gara del suo Europeo. Agli azzurri, però, non basta il gol di Del Vecchio su assist di Pessotto (e precedente tacco sontuoso di Francesco Totti). Al 94' il pareggio di Wiltord, a pochi minuti dalla fine del primo tempo supplementare il golden gol di David Trezeguet, appena acquistato dalla Juventus. Una delusione incredibile: vincono i più forti (i francesi sono anche campioni del mondo in carica) ma l'Italia è andata vicinissima all'impresa.
Cristiano Ronaldo non è nemmeno in campo, out per un infortunio dopo 25 minuti di gioco, ma quelli sono i suoi Europei. Quella è comunque la sua finale. CR7 guida i suoi dalla panchina, come un allenatore aggiunto al fianco di Fernando Santos. E il Portogallo gioca alla grande, riuscendo ad avere la meglio sulla fortissima Francia di Pogba, Giroud e Griezmann. Il gol di Eder, rasoiata da fuori su servizio di Joao Moutinho, è la classica stilettata da cui non ci si riesce a riprendere. I lusitani sono campioni e possono archiviare la cocente delusione del 2004 contro la Grecia.
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