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Europei: la Spagna riscrive la storia, Roja campione d’Europa per la quarta volta

Quarto trionfo per la Spagna che diventa primatista della manifestazione continentale. Altra delusione per l’Inghilterra, ancora una volta sconfitta sul più bello.

La Spagna ha vinto il quarto Campionato europeo della sua storia, staccando la Germania e conquistando il primato assoluto di successi nel torneo. Definirlo un successo annunciato oggi sarebbe troppo semplice, la verità è che è diventato chiaro col passare del tempo considerate prestazioni e parco giocatori di una squadra evidentemente superiore alle altre. Ma Luis de la Fuente aveva ereditato un gruppo reduce da un pessimo Mondiale, nel quale era arrivata una precoce eliminazione già agli ottavi di finale per mano della rivelazione Marocco. Insomma, il Ct spagnolo, scelto tra lo scetticismo generale, è dovuto partire quasi da zero puntando su calciatori nuovi ai quali ha dovuto dare un’identità tattica.

Di talento a disposizione ne ha avuto, da Lamine Yamal a Nico Williams passando per Dani Olmo oppure Oyarzabal. Però ci vuole il coraggio di fondo di mandarli in campo i giovani, senza trascurare il passato dei Morata o dei Carvajal che qualcosa da dare alla causa lo avevano ancora. La Roja ha mandato nove calciatori in gol in totale, vincendo tutte le gare senza mai ricorrere ai calci di rigore. Insomma, edizione praticamente senza discussioni quella tedesca con un’intera rosa in evidenza ancor prima delle individualità. Ed uno stile di gioco che ha appassionato anche i neutrali, che certamente non parteggiavano dal primo momento per la Spagna.

La maledizione inglese e l’ennesima delusione continentale

La storia la scrivono i vincitori. Così l’Inghilterra deve accontentarsi ancora una volta di un ruolo di secondo piano. Cambiano le edizioni, ma resta la maledizione che colpisce la formazione d’oltremanica che fa le cose per bene senza mai arrivare a mettere le mani sulla coppa. Dopo il ko contro l’Italia nel 2021, giunto ai calci di rigore, stavolta la sconfitta arriva nei tempi regolamentari. Resta la soddisfazione per un cammino brillante. Chissà se basterà per la conferma di Gareth Southgate, Commissario Tecnico discusso ma che – risultati alla mano – resta uno dei migliori che la Nazionale britannica abbia mai avuto nella propria storia.

Stavolta il tecnico dei Tre Leoni ha cambiato in corsa, partendo con un’idea e rivisitandola poi a torneo in corso dimostrando anche notevole flessibilità. Neppure questa qualità è però servita per uscire dall’evento con il riconoscimento ambito. Prima o poi il momento dell’Inghilterra arriverà, d’altra parte sono anni che questa squadra sta seminando. Stavolta anche i rigori avevano premiato l’atteggiamento degli inglesi, tant’è che si pensava di aver interrotto quell’inerzia negativa che da troppo accompagnava ormai questi calciatori.

Con un occhio al Mondiale: il bilancio delle big

Il prossimo grande obiettivo sarà il Mondiale che si giocherà nel 2026 tra Messico, Canada e Stati Uniti. La Spagna si è garantita non solo un meraviglioso presente, ma anche un brillante futuro dal momento che ci sono diversi elementi particolarmente giovani su cui costruire il domani. Si può dire lo stesso dell’Inghilterra, che aveva un’età media della rosa addirittura inferiore a quella della Roja. La stessa Olanda ha gettato le basi per provare a restare protagonista anche nella successiva rassegna iridata, fino a che punto lo dirà il tempo.

La Germania, invece, aveva il gruppo più anziano anche se Julian Nagelsmann ha iniziato un processo di ricambio generazionale che può trovare ispirazione su talenti del calibro di Wirtz e Musiala. Sono loro due la base di partenza sulla quale programmare gli anni a venire. Più complicata la situazione per altre realtà come Polonia, Croazia e Serbia per le quali questo doveva essere il momento di fare quel qualcosa in più che invece non è stato fatto.

Il Portogallo, verosimilmente, dovrà pensare ad un post Cristiano Ronaldo e chissà che questo non possa essere un vantaggio per i lusitani considerato anche il peso ingombrante dell’ex juventino, di fatto sempre titolare e mai sostituito a dispetto delle 39 primavere. La Francia non ha convinto, ma resta vice-campione del Mondo e soprattutto ha una lunga lista di calciatori sopra la media che possono fare la differenza in qualsiasi momento. Chi deve ricominciare da capo è l’Italia, con Luciano Spalletti chiamato a svolgere un lavoro enorme anzitutto per dare un’identità alla massa informe che è stata vista in Germania. Dal centrocampo in su sono numerose le incognite in casa azzurra, con la necessità che si sviluppino nuovi campioni sui quali puntare. In attacco le bocciature sono state molteplici, la speranza è che all’orizzonte si possa intravedere presto la luce.

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