Una vittoria, un pareggio, due sconfitte e un gioco poco entusiasmante, se non assente: gli Azzurri di Spalletti, fuori già agli ottavi, sono stati una delle maggiori delusioni del torneo.
Dovevano essere gli Europei del rilancio in grande stile del calcio italiano, quelli in cui gli Azzurri avrebbero dovuto difendere con le unghie e coi denti il titolo conquistato nell'edizione precedente a Wembley contro l'Inghilterra, sfoggiando il calcio brillante e propositivo che Spalletti aveva messo in mostra nella trionfale stagione del Napoli 2022-23, culminata con lo Scudetto: è finita invece in modo inglorioso, con l'Italia eliminata già agli ottavi dopo aver passato per il rotto della cuffia la prima fase e con un gioco che più che brillante è stato addirittura assente, latitante, almeno per larghissimi tratti. Vediamo nel dettaglio come si è comportata l'Italia in Germania: una delle edizioni meno entusiasmanti degli Europei di tutta la storia azzurra.
E dire che l'avventura in terra tedesca era iniziata con una vittoria, l'unica di tutta la spedizione. Due a uno in rimonta sull'Albania, che pure era passata in vantaggio dopo appena 23 secondi con Bajrami, su gentile regalo di Dimarco. Le reti di Bastoni e Barella hanno poi consentito all'Italia di ribaltare il risultato già entro il 16', per poi mancare il tris e gestire la situazione nella ripresa, con Donnarumma provvidenziale nel finale su Manaj.
Il match contro gli spagnoli di De la Fuente doveva essere uno spareggio per il primo posto nel Gruppo B, si è trasformato invece in una lezione di calcio. Delle Furie Rosse agli Azzurri, ovviamente. Novanta minuti e passa di dominio, con Nico Williams a far ammattire Di Lorenzo e con Yamal a seminare il panico tra i difensori azzurri. Uno a zero il finale per la Spagna, grazie alla sfortunata autorete di Calafiori a inizio ripresa. Passivo che avrebbe potuto essere ben più ampio.
Bastava il pareggio agli Azzurri per passare da secondi nel girone e pareggio è stato contro una Croazia sul viale del tramonto, con tanti big – Modric su tutti – al canto del cigno. Proprio di Modric la rete del momentaneo vantaggio croato a inizio ripresa, un minuto dopo che Donnarumma gli aveva parato un rigore. All'ultimo assalto, e dopo aver creato poco o nulla in fase offensiva, la rete del provvidenziale pareggio di Zaccagni: uno a uno, con un eccezionale destro a giro su preciso assist di Calafiori.
La qualificazione acciuffata all'ultimo respiro sembrava poter riaccendere gli Azzurri, dopo una prima fase in chiaroscuro. Invece agli ottavi contro la non trascendentale Svizzera l'Italia non è proprio scesa in campo. Mortificanti la prestazione e il risultato rimediati contro gli elvetici. Due a zero griffato dalle reti di Freuler al 36' e di Vargas al 1' della ripresa. Prima, durante e dopo, Azzurri inconsistenti. Meritatamente fuori. Con Spalletti e Gravina, presidente Figc, invitati da molti tifosi a togliere il disturbo: rimarranno invece al loro posto.
Chi ha deluso di più? Facile partire proprio dai maggiori responsabili, il presidente e il tecnico. Gravina non è ancora riuscito ad attuare le riforme promesse da anni e che dovrebbero consentire al calcio italiano di blindare i propri gioielli. Che ci sono, ma non giocano in Serie A oppure “spariscono” letteralmente nel nulla. L'Italia brilla sistematicamente agli Europei U17 e U19, si piazza tra le prime ai Mondiali U20: ma quanti dei suoi campioncini sfondano poi nel calcio che conta?
Gravi anche le responsabilità di Spalletti. Il suo calcio liquido e spumeggiante non si è visto, l'Italia ha messo in mostra una minestrina insipida fatta di sterili passaggi in orizzontale o all'indietro e di pochissimi tiri in porta. Sconcertanti pure le “rivoluzioni” nell'undici titolare a ogni partita, così come la sterilità offensiva. I calciatori? Ci si aspettava qualcosa di più da Scamacca, da Chiesa, dal “blocco Inter” (Barella, Bastoni, Dimarco, Frattesi e Darmian) che invece ha inciso – nel bene e nel male – solo nella prima partita. Jorginho è stato bocciato dopo la fase a gironi, anche se il peggiore di tutti è stato il “fedelissimo” di Spalletti: Di Lorenzo.
Cosa salvare di questa spedizione fallimentare? Essenzialmente due calciatori: Gigio Donnarumma, forse l'unico vero top player dell'Italia, decisivo in diverse circostanze coi suoi miracoli, e Riccardo Calafiori, difensore abile a impostare e a proporsi, uno dei segreti del grande Bologna 2023-24 di Thiago Motta. Il primo gioca in Francia, il secondo è destinato a trasferirsi presto in Premier League.
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