Un gol di Lautaro Martinez nel secondo tempo supplementare regala il 16esimo titolo all’Argentina. Di Maria all’ultima con la nazionale. James Rodriguez MVP della Copa America.
Più forte delle critiche. Lautaro Martinez decide la finale di Copa America 2024 e risponde ai tanti che lo definivano giocatore forte ma incapace di incidere nei momenti importanti. Le recenti prove con la maglia dell’Argentina hanno letteralmente sovvertito questa narrazione: non solo la rete nell’ultimo atto contro una Colombia dura a morire, la rivoluzione copernicana del nuovo Lautaro è anche nel segno delle cinque reti realizzate nell’arco della manifestazione statunitense. Reti che gli hanno consentito anche di conquistare il titolo di capocannoniere. Un bottino niente male, messo insieme nonostante le frequenti panchine, con l’interista che ha giocato titolare solo in due gare su cinque.
Numeri impressionanti per Lautaro Martinez, che - dopo un Mondiale da comprimario e una finale di Champions con l'Inter tutt'altro che indimenticabile - riesce finalmente a mettere il suo sigillo in una finale dal respiro internazionale. Adesso anche l’Inter può sognare in grande: con un Lautaro così, decisivo nonostante sia stato utilizzato col contagocce, i nerazzurri possono puntare anche alla difficile e rinnovata Champions League 2024/25. Oltretutto, si ritrovano in casa un attaccante che - oltre alle conclamate qualità tecniche e da finalizzatore - ha mostrato finalmente grande carattere, fondamentale se il tuo allenatore, il Ct Scaloni, continua a tenerti in panchina anche di fronte alla prova incolore di Julian Alvarez e addirittura dopo l’infortunio di Lionel Messi (che esce in lacrime).
In campo, al 66', ci va il viola Nico Gonzalez. L'esterno offensivo della Fiorentina in realtà non demerita, mostrandosi anche lui all'altezza del delicato compito. Ma se l'Argentina conquista la 16esima Copa America della sua storia (una in più dell'Uruguay, record assoluto) è merito di un Lautaro che sembra ormai pronto al tanto atteso salto di qualità definitivo. Per dare il tu ai vari Bellingham, Mbappé e Haaland.
La gara inizia con quasi un'ora e mezza di ritardo rispetto al programma: il calcio di inizio avviene alle 3:20 e non alle 2:00. Ritardo anomalo e tra le due nazionali è la Colombia ad entrare meglio in campo: la vera occasione della prima mezz'ora è dei Cafeteros, con il centravanti Jhon Cordoba che colpisce il palo esterno in sforbiciata dopo una bella combinazione tra James Rodriguez e Santiago Arias. Per il resto, primo tempo decisamente equilibrato e Argentina che non riesce mai a pungere.
Nella ripresa, l'Albiceleste sembra avere una marcia in più: prima la doppia occasione di Angel Di Maria, poi il finale dei tempi regolamentari nel segno di Nico Gonzalez (che prima si vede annullare un gol per fuorigioco di Tagliafico e poi viene murato dal numero 1 Vargas). Nel primo tempo supplementare, Scaloni opera un triplo cambio che risulterà decisivo: entrano Paredes, Lo Celso e Lautaro, i tre protagonisti del gol del vantaggio (destro chirurgico dell'interista, su cui Vargas non può nulla). Al 112’ l’interista decide un match che sembrava destinato ai calci di rigore, con tutti i rischi del caso.
Il secondo tempo supplementare della finale tra Colombia e Argentina entra nella storia anche per l’ultima presenza in nazionale di un giocatore immenso come Angel Di Maria. L’esterno ex PSG e Juventus ha vissuto un altro torneo da protagonista assoluto e lascia nel migliore momento possibile, dopo la conquista di due Coppe America consecutive e soprattutto della Coppa del Mondo 2022 in Qatar. Per El Fideo 145 presenze e 31 gol con la nazionale maggiore, a cui bisogna aggiungere il trionfo alle Olimpiadi del 2008 a Pechino.
Incredibile a dirsi, ma il colombiano James Rodriguez è tornato a giocare sui livelli (eccelsi) del Mondiale 2014. Per il numero 10, ora in forza ai brasiliani del Sao Paulo, 6 assist e un gol messi a referto in questa edizione della Copa America: non a caso, l’organizzazione gli ha assegnato il premio di migliore giocatore della manifestazione. L’impressione è che un James Rodriguez così possa fare comodo anche a qualche top team europeo: non sorprende, così, che il suo nome venga accostato a qualche squadra spagnola. Un dolce dejavu.
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