Il campione di Desenzano ha regalato all'Italia dell'atletica le più grandi soddisfazioni nella velocità: la storia, i primati e le curiosità.
A Tokyo ha infranto in rapida successione due primati. È stato il primo italiano di sempre a qualificarsi alla finale dei 100 metri, una delle gare più iconiche e seguite del programma olimpico. Ed è stato il primo italiano a vincere l'oro. Del resto, Marcell Jacobs è uno abituato a fare le cose velocemente. Molto velocemente. È l'azzurro più veloce della storia, almeno per ora. E non intende assolutamente fermarsi.
La storia di Lamont Marcell Jacobs Jr (questo il suo nome completo) comincia a El Paso, in Texas, il 26 settembre 1994. Papà Lamont, militare alla caserma di Ederle, in provincia di Vicenza, e mamma Viviana Masini si separano venti giorni dopo, quando la donna decide di non seguire l'uomo, trasferito in Corea del Sud, e porta con sé il bambino a Desenzano del Garda, in provincia di Brescia: per questo motivo Marcell ha sempre affermato di sentirsi solo ed esclusivamente italiano, pur essendo stato in possesso del passaporto statunitense fino al 2015, quando ha deciso di non rinnovarlo alla scadenza.
Jacobs è padre di tre figli. Il primo, Jeremy, è nato nel 2014 dalla relazione con una ragazza di origine ungherese, Renata Erika Szabo, conosciuta a Sirmione. Gli altri due, Anthony e Meghan, sono invece il frutto del matrimonio con l'ecuadoriana Nicole Daza, sposata il 17 settembre 2022 e conosciuta per la sua attività di influencer.
Da piccolo Marcell ha praticato diversi sport. A dieci anni ha scoperto l'atletica, prima prediligendo le specialità veloci e poi focalizzandosi sul salto in lungo a partire dal 2011. Due anni dopo ha migliorato il record italiano indoor saltando a 7,75 metri, due anni dopo si è spinto fino a 8,03 metri mentre nel 2016 a Bressanone è arrivato a 8,48 metri, ma con vento a favore superiore ai due metri.
Avrebbe dovuto prendere parte alle Olimpiadi di Rio nel lungo: ha dovuto dare forfait per un problema al quadricipite femorale sinistro. Sempre nel lungo, nel 2017, ha ritoccato il suo personale indoor saltando fino a 8,07 metri. Il passaggio - o meglio, il ritorno - allo sprint nel 2018, quando ha corso i 100 metri in 10''15 in un meeting a Palmanova. Un primato personale più volte ritoccato fino al 10''03 del 2019 a Padova: il futuro di Marcell sarebbero stati i 100 metri.
Il 2021 è stato il vero anno magico di Jacobs, che ai Mondiali 2019 a Doha si era fermato in semifinale nei 100 senza riuscire a centrare la qualificazione alla finale per le medaglie. Agli Europei indoor di Torun, in Polonia, ha vinto l'oro nei 60 piani. Sempre in Polonia, a Chorzow, ha vinto l'oro con l'Italia al World Relays, il Mondiale delle staffette. E si è presentato ai Giochi di Tokyo da potenziale outsider, in costante miglioramento di prestazioni.
Sognava semplicemente di centrare la finale, invece ha addirittura vinto l'oro chiudendo in 9''80 (nuovo primato europeo) e correndo ad abbracciare l'amico Gimbo Tamberi, che aveva appena vinto la finale del salto in alto: un abbraccio che entrerà nella storia e nel mito dello sport italiano. Pochi giorni dopo, con la staffetta completata da Lorenzo Patta, Fausto Desalu e Filippo Tortu, ha vinto un altro oro nella 4x100.
Il resto è storia recente. Nel 2022, nonostante alcuni problemi fisici, si è laureato campione del mondo indoor nei 60 metri a Belgrado e ha conquistato l'oro agli Europei di Monaco di Baviera nei 100 metri. Nel 2023 ha vinto l'argento agli Europei indoor di Istanbul chiudendo i 60 metri alle spalle di Samuele Ceccarelli e ha conquistato l'argento nella 4x100 ai Mondiali di Budapest. Quindi il sofferto cambio della guardia, con l'addio allo storico allenatore Paolo Camossi e il sodalizio con Rana Reider, il coach statunitense “guru” della velocità, che lo ha rimesso a nuovo dal punto di vista fisico consentendogli di presentarsi al top agli Europei 2024 a Roma, dove Jacobs ha fatto en plein trionfando sia nei 100 metri piani sia nella staffetta 4x100.
Il futuro prossimo si chiama Parigi, con la nuova sfida olimpica da vivere da campione in carica. La prova generale dell'appuntamento olimpico, il meeting di Rieti organizzato con batterie, semifinali e finali programmate agli stessi intervalli e negli stessi orari parigini, hanno offerto risposte confortanti. Ora però Jacobs è atteso dalla sfida più difficile: confermarsi.
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