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Il Napoli e l’Europa: la storia della Coppa Uefa vinta nel 1989

L’unica affermazione oltre confine per gli azzurri è stata registrata con Ottavio Bianchi nell’anno in cui i partenopei eliminarono la Juventus e batterono tre diverse squadre tedesche.

Oggi c’è un Napoli che vola, con un vantaggio già ampio e rassicurante sulle sue inseguitrici, verso il terzo scudetto della sua storia. La città ha messo da parte ogni sorta di scaramanzia abbandonandosi ad una gioia quasi incontenibile che nasconde anni di delusioni. Pure in Champions League la formazione di Luciano Spalletti sta recitando un ruolo da protagonista, tanto che per la prima volta ha raggiunto i quarti di finale della competizione nei quali sfiderà il Milan in un derby tutto italiano. 

Finora la bacheca degli azzurri non ha avuto molti trofei da inserire, specialmente per quel che riguarda l’ambito internazionale. Anzi l’unico, storico, riconoscimento è risalente all’anno 1989 nel quale i partenopei si aggiudicarono l’allora Coppa Uefa oggi ribattezzata Europa League. Il valore di quella coppa fu inestimabile per una piazza che da poco aveva festeggiato il primo titolo nazionale. Era un riconoscimento, anche oltre confine, di un lavoro egregio portato a termine dalla dirigenza del tempo presieduta da Corrado Ferlaino.

La cavalcata azzurra verso la coppa e i quarti di finale contro la Juventus

A quella edizione della Coppa Uefa parteciparono quattro club italiani: la Roma, la Juventus, l’Inter e il Napoli. Il cammino degli azzurri cominciò dai trentaduesimi di finale con primo avversario il Paok. Vittoria risicata al San Paolo con marcatore Diego Armando Maradona su calcio di rigore. C’era incertezza in vista del ritorno nel delicato impianto greco di Salonicco. Tuttavia Careca, dopo appena diciassette minuti di gioco, mette le cose in chiaro portando in vantaggio i partenopei. Il Paok riesce poi ad agguantare il pari che non basta per proseguire allo step successivo della competizione. Nel quale il Napoli becca i tedeschi del Lokomotiv Lipsia: doppio confronto favorevole ancora una volta agli azzurri con risultato complessivo di tre ad uno. 

Va fatta una premessa: il Napoli arrivava da un’estate turbolenta nella quale erano stati mandati via dei calciatori importanti, ritenuti però nocivi al gruppo da parte del tecnico Ottavio Bianchi. Quindi tanti saluti a Giordano, Garella, Ferrario, Bagni con sommo dispiacere da parte del Pibe de Oro che non aveva ben digerito questa mossa da parte della società il cui direttore generale era Luciano Moggi. Ci pensò poi il campo a spazzare via ogni incertezza, tant’è che pure agli ottavi di finale col minimo indispensabile i campani si liberarono del Bordeaux grazie all’1-0 dell’andata ed alla resistenza messa in atto al ritorno. 

Il momento clou del torneo furono però i quarti di finale con il derby acceso contro la Juventus. All’andata i bianconeri si imposero per due a zero. Tutto finito? Neanche per sogno, perché al San Paolo si accese la rimonta azzurra avviata da Maradona e Carnevale e portata a termine da Renica ai tempi supplementari. 

Il confronto Italia-Germania e la grande festa

La corsa scudetto del Napoli stava prendendo una brutta piega. Con il campionato ben diretto verso Milano, sponda Inter, non restava che la Coppa Uefa per rendere memorabile l’annata degli azzurri. Il calendario non era stato particolarmente benevolo con la truppa campana ponendogli di fronte il Bayern Monaco. Quelli erano anni in cui i confronti tra Italia e Germania erano particolarmente sentiti e per la verità spesso e volentieri a prevalere erano proprio i club del Belpaese. 

In quella circostanza la qualificazione il Napoli la decise ancora una volta davanti al proprio pubblico, grazie alle reti di Careca e Carnevale che inchiodarono il club teutonico costringendolo alla sconfitta. Al ritorno a Monaco di Baviera fu ennesima prova di resistenza da parte del team guidato da Ottavio Bianchi che riuscì a portare a casa un prezioso due a due. Che significava finale. Contro un’altra formazione tedesca: stavolta l’ultimo ostacolo era rappresentato però dallo Stoccarda. Pronti, via e i tedeschi vanno in vantaggio con Gaudino, col Napoli quindi costretto all’ennesima rimonta. Il carattere di quella squadra era però temprato e pronto a tutto. Il solito Maradona prima e Careca poi, a tre minuti dalla fine, ribaltano il risultato con due ad uno finale. 

A quei tempi, però, anche le finali prevedevano doppio impegno andata e ritorno. Di Alemao, Ferrara e Careca le reti azzurre nel rocambolesco pari che volle dire per gli azzurri Coppa Uefa in tasca. Dodici anni dopo il successo della Juventus, il trofeo finisce nuovamente nelle mani di un’italiana e per la prima volta in quelle dell’ambizioso Napoli. Quello fu un anno straordinario per lo Stivale, dal punto di vista calcistico con la vittoria anche del Milan in Coppa dei Campioni e con la Sampdoria fermata solo in finale dal Barcellona in Coppa delle Coppe. 

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