Regole del golf: dalle modalità alle formule Medal e Stableford, fino ad arrivare al concetto di par. Come si “decriptano” i numeri e le sigle delle classifiche.
Gli appassionati di golf sanno perfettamente che per capire appieno questo antico e affascinante sport è fondamentale entrare in confidenza con le dinamiche che si celano dietro il calcolo del punteggio. Partiamo da un dato di fatto: i punti vanno di pari passo con il numero di colpi effettuati per mandare la palla in buca. Il punteggio, però, non è dettato da una semplice addizione, ma – stando alla formula Stableford - dal cosiddetto “par”, ossia dal numero di colpi che un giocatore dovrebbe impiegare per terminare una buca. Il giro convenzionale è di 18 buche totali. Vince chi completa il percorso con il punteggio più basso e dunque impiegando meno colpi.
Prendiamola larga. Il golf è caratterizzato da tre modalità di gioco: la più utilizzata è la Stroke Play, la classica gara in cui si considerano i colpi effettuati dal giocatore. Questa modalità si divide a sua volta in Stableford e Medal, caratterizzate da differenze sostanziali nel calcolo del punteggio. Di questo parliamo nel dettaglio più sotto.
Esistono, poi, altre due modalità meno utilizzate nel mondo professionistico, più in quello amatoriale. Parliamo della Match Play, la classica sfida uno contro uno in cui si calcolano semplicemente le buche vinte a prescindere dal numero di colpi. Chiudiamo con la modalità Louisiana, gare di golf a squadre che si giocano generalmente a coppie e con regole non fisse.
Esistono due metodi principali per il calcolo del punteggio. La prima è la formula Medal, la stroke play classica: in pratica si giocano in successione le 18 buche e semplicemente si sommano i colpi eseguiti in ciascuna di esse. Così si ottiene il punteggio lordo; per il netto, bisogna considerare l'handicap (vedremo in seguito di cosa si tratta).
L'altra formula, la Stableford, è quella attualmente più utilizzata. Qui bisogna considerare il Par del campo e l'handicap: insomma, non si calcolano i colpi nudi e crudi, ma si considera l'andamento buca per buca. Per intenderci, se una buca è par 4 e un giocatore manda la palla in buca con cinque colpi, il suo punteggio sarebbe +1, mentre se ci riesce in tre colpi è -1. Quindi bisogna puntare al punteggio più basso possibile.
Ma come si determina il par? Il gioco, come abbiamo già detto, si svolge generalmente su 18 buche, ognuna di queste caratterizzata da un numero diverso di colpi standard da eseguire. Generalmente, per gli uomini le buche fino a 238 metri vanno considerate par 3, le buche fino ai 448 metri par 4 e fino a 649 par 5. Distanze più brevi per le donne: fino a 201 metri per il par 3, le buche fino a 384 metri per il par 4 e fino a 549 metri per il par 5.
Oltre al par, bisogna anche considerare l'handicap, un numero assegnato a ogni giocatore in base alla sua abilità. Generalmente, nonostante il nome faccia pensare ad una penalità, questo criterio è in realtà un “aiuto” per i giocatori più deboli, dal momento che questo numero rappresenta i colpi in più a disposizione di un giocatore rispetto al par del campo. Per esempio, su 18 buche, un principiante può avere un handicap "positivo" di 54, quindi per centrare il par ha a disposizione tre colpi in più per ogni buca.
I professionisti, invece, generalmente non hanno alcun handicap: in gergo tecnico parliamo di "scracht", ossia di un handicap pari a zero. Al massimo, e questo è un caso estremo e raro, un fuoriclasse può avere un handicap "negativo" e dunque dovrà andare in buca con meno colpi di quelli previsti. Tirando le somme, guardando al caso del metodo Stableford, il punteggio netto del giocatore viene calcolato alla fine del giro, considerando il par e – per l'appunto – l'handicap.
Come dicevamo prima, c'è una differenza sostanziale se un giocatore va in buca sul + 1 o sul -1, rispettivamente un colpo in più rispetto al par oppure – caso decisamente migliore – un colpo in meno rispetto allo stesso. Nello specifico, vediamo quali sono i diversi casi o, per meglio dire, le diverse nomenclature con cui vengono indicati i colpi effettuati per andare in buca rispetto al par.
Even o “E”: uguale rispetto al par. Quindi se è pari a 3, per esempio, il giocatore ha effettuato tre colpi per andare in buca.
Birdie: c'è da esultare, perché parliamo del caso in cui il giocatore va in buca con un colpo in meno.
Eagle: ancora meglio, perché si tratta del caso in cui un giocatore completa una buca con due colpi in meno.
Hole-in-one oppure Ace: il caso migliore e decisamente raro, ossia quando il giocatore di turno va in buca al primo colpo. Si tratta ovviamente del punteggio più basso possibile rispetto al par.
Bogey: iniziano le note amare. In questo caso, il giocatore completa la buca con un colpo in più.
Doppio Bogey: come si capisce dal nome, in questo caso il giocatore va in una buca con due colpi in più.
Tripla Bogey: stesso discorso, qui il giocatore completa la buca con tre colpi in più rispetto al par.
Ovviamente, il punteggio si calcola per ogni singola buca e poi per il totale, ossia la somma algebrica dell'esito di ogni buca. Da qui i numeri positivi e negativi o, nel caso di pareggio, delle E (Even) che caratterizzano le classifiche dei tornei.
Versamento minimo richiesto. Si applicano T&C, quote minime e limiti di tempo.