Il Kaiser ha vinto di tutto nella sua carriera: dai mondiali con la nazionale tedesca (uno da allenatore) agli innumerevoli successi con il suo Bayern Monaco.
Il giocatore che ha rivoluzionato il ruolo di difensore. Una vera e propria leggenda. Questo e tanto altro è stato Franz Beckenbauer, uomo simbolo della Germania Ovest e del Bayern Monaco tra gli anni Sessanta e Settanta. Classe sopraffina, un mondiale e un europeo conquistati con la nazionale tedesca, cinque trofei internazionali aggiunti alla bacheca dei bavaresi, due Palloni d'Oro che per un leader della retroguardia sono grande cosa e la bellezza di 109 gol in oltre 700 presenze in carriera. Numeri incredibili che fanno capire perché Kaiser-Franz, questo il soprannome del classe '45, sia considerato uno dei calciatori più forti di tutti i tempi.
Un giocatore incredibile, elegante come pochi, impeccabile in fase di costruzione del gioco grazie ai suoi piedi educati, dotato di un fiuto del gol da attaccante vero ma soprattutto perfetto quando si trattava di anticipare gli avversari che erano sfuggiti alla marcatura dei colleghi di difesa.
Queste alcune delle peculiarità di Beckenbauer, a conti fatti un giocatore totale ben prima della rivoluzione olandese che ha segnato gli anni '70 e ha rivoluzionato il calcio per sempre. Rivoluzionario lo è stato anche il Kaiser, avvantaggiato da una tecnica che gli ha permesso di esprimersi al meglio in più zone del campo: prima gli esordi (in realtà un po' dimenticati) da laterale da giovanissimo con il Bayern Monaco, poi la prima intuizione del tecnico dei bavaresi Zlatko Chaikovskj (lo stesso che lanciò Gerd Muller), che lo utilizzò da mediano centrale offensivo. Proprio in quel ruolo realizzò la bellezza di 4 gol in 6 gare nel suo primo Mondiale con la Germania Ovest, quello del 1966, perso poi in finale con l'Inghilterra.
Chi comprese appieno le sterminate potenzialità di Beckenbauer fu proprio il ct della nazionale tedesca. Helmut Schoen intuì che questa supremazia tecnica e tattica non doveva essere limitata da (eccessivi) compiti di marcatura e spostò Franz nell'atipico ruolo di battitore libero davanti alla difesa: il compito del Kaiser era dirigere il gioco, una sorta di regista difensivo antesignano dei vari Scirea e Baresi. E fu così che conquistò il mondo.
A queste doti tecniche incredibili, Franz Beckenbauer unì una personalità e uno spirito di sacrificio fuori dal comune. Basti ricordare la celeberrima partita del secolo del 17 giugno 1970, la leggendaria Italia-Germania 4-3, quando Franz subì una lussazione alla spalla ma rimase in campo per l'intera mezz'ora dei tempi supplementari con una fasciatura strettissima. Non a caso, al termine del match, tutti gli azzurri, gente del calibro di Rivera e Riva, fecero la fila per stringere la mano a quel giovane difensore che stava allietando gli appassionati dell'epoca.
Un palmares sterminato, dimostrazione tangibile che parliamo di un vincente. Soprattutto, di un giocatore determinante come pochi. Imprese indimenticabili sono state quelle con la nazionale della Germania Ovest, con cui prima ha conosciuto due delusioni nel '66 e in Messico in semifinale contro l'Italia, per poi rifarsi con gli interessi nel 1974 con un successo in finale a dir poco simbolico.
Un successo arrivato al cospetto proprio di quella Olanda che stava rivoluzionando il gioco del calcio: così, se da un lato gli oranje stavano riscrivendo il concetto di collettivo con il loro calcio totale, dall'altro lui era l'archetipo di calciatore moderno, bravo tecnicamente e dal fisico possente. A vincere, in quel 7 luglio del 1974, all'Olympiastadion di Monaco di Baviera, fu la Germania di Beckenbauer, più forte dello shock iniziale del leggendario possesso palla infinito degli olandesi e della conseguente rete su rigore di Neeskens. Una vittoria nella manifestazione iridata che fece il paio con il successo ai campionati europei di due anni prima.
Ma non finisce qui. Con il Bayern ha conquistato cinque campionati, quattro coppe nazionali, tre Coppe dei campioni di fila, una Coppa Intercontinentale e una Coppa delle Coppe. A questi bisogna aggiungere i tre campionati NASL vinti negli Stati Uniti con i Cosmos tra il 1977 al 1980 (con lui anche Chinaglia, Carlos Alberto e la leggenda Pelé) e la ciliegina sulla torta finale con l'ultimo campionato tedesco vinto nel 1982 con la maglia dell'Amburgo.
La grandezza di Franz Beckenbauer è innegabile. Oltretutto parliamo del primo difensore della storia a vincere il Pallone d'oro: nel 1972 davanti a gente del calibro di Gerd Muller e Johann Cruijff; nel 1976 vincendo il confronto con l'altro olandese Rob Rensenbrink e le leggende Kevin Keegan e Michel Platini.
Prima di intraprendere la (importante) carriera da dirigente, il Kaiser ha messo il suo timbro anche nelle vesti di allenatore: nel 1986, sulla panchina ovviamente della Germania Ovest, si è arreso in finale solo al cospetto dell'immenso Diego Armando Maradona. Quattro anni dopo, nell'ambito di Italia 90, la tanto attesa rivincita con la vittoria per 1-0 grazie al gol su rigore di Andreas Brehme.
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