Lo spagnolo, che battaglia con Jannik Sinner per la prima posizione nel ranking, ha raccolto l'eredità di Rafael Nadal. È lui il presente e futuro del tennis spagnolo.
Nato il 5 maggio 2003 ha un futuro radioso davanti a sé. Semplicemente, Carlos Alcaraz. L'erede designato di Rafael Nadal, numero 3 del ranking mondiale ma già abituato a occupare la prima posizione, vuole continuare a stupire il mondo intero. Per lui parlano i tanti (precoci) successi: tra i tanti, le due vittorie consecutive al Torneo di Wimbledon, al cospetto del solito Djokovic. Due trionfo, a cui vanno aggiunte le imprese in altri due Slam, nello specifico l'US Open del 2022 (contro Casper Ruud, di certo non l'ultimo arrivato), il French Open che a inizio giugno 2024 lo ha visto trionfare contro il tedesco Alexander Zverev e l’argento ai Giochi Olimpici di Parigi 2024, dove stavolta ha dovuto arrendersi a Nole Djokovic.
Il nuovo che avanza, insieme a Sinner il futuro del tennis internazionale. Ma ormai non c’è più da stupirsi: parliamo, oltretutto, di un ragazzo capace di conquistare 17 titoli in pochi anni di carriera, imponendosi già in cinque Masters 1000. Una macchina perfetta che vive per la vittoria: tutto ha inizio nel luglio 2021, quando trionfa nel torneo di Umago e conquista così il suo primo titolo ATP superando in finale Richard Gasquet. Per il francese è una resa incondizionata (6-2, 6-2) e la netta impressione è che sia nata una stella. E così è, in effetti, visti i risultati degli ultimi anni.
Il tutto, è bene specificarlo, al netto di un record che Alcaraz non riuscirà mai a battere: sembra incredibile, ma il fuoriclasse iberico non è il tennista più giovane a imporsi in una competizione ATP, con il giapponese Kei Nishikori decisamente più “precoce” di lui (nel 2008 vinse a Delray Beach a 18 anni e un mese). Nello stesso 2021 Alcaraz è protagonista di un incredibile successo contro l'allora numero 3 del ranking Stefanos Tsitsipas, nell’ambito proprio degli US Open (è il più giovane ad avere raggiunto i quarti di finale e avrebbe potuto puntare a qualcosa di più se non fosse stato costretto al ritiro durante il match con Auger-Aliassime).
Un anno d’oro, il 2021, ma quello successivo sa di vero e proprio capolavoro, con tanto di vetta della classifica ATP raggiunta al termine di una cavalcata memorabile, fatta di giocate sopraffine e successi entusiasmanti. L'annata inizia con il successo ai Miami Open: si tratta della sua prima affermazione in un Masters 1000, dove supera ancora una volta Tsitsipas e si impone in finale contro Casper Ruud.
Trova gloria pure in patria, con il Masters 1000 di Madrid, che lo vede superare per la prima volta il maestro Nadal (che precedentemente lo aveva sempre battuto), con tanto di trionfi in semifinale e finale contro gente del calibro di Djokovic e Zverev. Da quel momento non si può più parlare di talento in erba o di potenziale campione: siamo al cospetto di un predestinato che può raccogliere il testimone dei tre fuoriclasse (Federer e gli stessi Djokovic e Nadal) che hanno marchiato a fuoco il tennis dell'ultimo ventennio.
Non sorprende, così, che Alcaraz conquisti il primo posto del ranking mondiale dopo l'affermazione agli US Open, diventando il più giovane tennista della storia a riuscirci (all'età di 19 anni e 4 mesi, il precedente record era di Lleyton Hewitt che nel 2001 aveva 20 anni e 8 mesi). Conserva la posizione anche alla fine del 2022, e questo nonostante la flessione evidente tra Astana, Basilea e Parigi e qualche problemino fisico.
Il fenomeno spagnolo, designato erede di Rafa Nadal, incarna una combinazione unica di potenza, agilità e creatività che lo rende un avversario temibile su ogni superficie. Il suo stile di gioco è caratterizzato da un’aggressività controllata, con colpi da fondo campo potenti e precisi, con cui è riuscito a dominare spesso contro i migliori tennisti del circuito.
Alcaraz eccelle nel variare il ritmo del gioco, riuscendo ad alternare i colpi potenti e profondi, angolati e dei drop shot magistrali che non lasciano scampo agli avversari. Come la leggenda maiorchina, anche Carlos possiede un gran cardio; infatti, la sua capacità di coprire tutto il campo è straordinaria, sia per la velocità sia per l’intelligenza mostrata nell’anticipo delle mosse degli avversari.
Per questo motivo, sin dagli inizi della sua carriera, ha sempre dimostrato una maturità tattica fuori dal normale, riuscendo ad adattare il suo stile di gioco a ogni avversario che si presentasse davanti. Insomma, stiamo parlando del futuro del tennis mondiale, ma allo stesso tempo di un campione già affermato che ha diversi titoli slam in bacheca, oltre a una medaglia olimpica.
Il resto è storia recente. Alcaraz prima perde la vetta della classifica, complice anche l'assenza agli Australian Open dove curiosamente il suo miglior risultato rimane il terzo turno raggiunto nel 2022, ma è poi protagonista di una rincorsa entusiasmante segnata dal successo a Buenos Aires contro Norrie, dalla sconfitta nella finale di Rio de Janeiro (proprio il britannico si prende la rivincita) e dall'altro trionfo a Indian Wells (in semifinale supera Sinner, nell'ultimo atto strapazza Medvedev concedendogli solo cinque giochi).
Vince anche a Barcellona, dove addirittura non perde nemmeno un set, e fa il bis a Madrid: nelle finali ha la meglio su Tsitsipas e sulla sorpresa Struff. Con questi risultati riprende la vetta della classifica ATP, poi cede a Djokovic in una leggendaria semifinale del French Open e deve abdicare. Si riscatta con gli interessi al Queen's e soprattutto a Wimbledon, battendo al quinto set il serbo per raccogliere (definitivamente?) lo scettro dal grande maestro Rafa Nadal e confermare che la scuola spagnola non scherza. Per niente.
Anche nella prima metà del 2024, Alcaraz si conferma tennista decisamente costante. Dopo un inizio incerto (non va oltre i quarti di finale all'Australian Open e a Rio de Janeiro è costretto al ritiro), si conferma campione all'Indian Wells e conquista così il quinto Masters 1000 in carriera. A Miami e Madrid non riesce a ripetersi, mentre deve saltare i tornei di Montecarlo e Barcellona e gli Internazionali d'Italia per un problema al braccio destro. Il ritorno però è da fenomeno vero: si impone infatti al French Open 2024 superando in semifinale il nuovo numero 1 Jannik Sinner e in finalissima il tedesco Zverev.
L’anno è una continua ascesa, infatti il fenomeno spagnolo riesce a bissare il trionfo del 2023 a Wimbledon, imponendosi nuovamente sulla leggenda Novak Djokovic con un netto 3-0. Si arriva poi alle Olimpiadi di Parigi, dove Alcaraz dimostra ancora di essere un giocatore molto più maturo della sua età, raggiungendo la finale dove incontra, scherzo del destino, nuovamente Nole. Il risultato? Stavolta Carlos deve arrendersi, alla leggenda serba manca solo medaglia d’oro olimpica per completare un’impresa riuscita in precedenza ad Andre Agassi e Rafael Nadal, il Grande Slam d’Oro.
Dopo la sconfitta subita a Parigi, Alcaraz ha subito qualche mese di flessione, anche a causa di qualche piccolo infortunio subito. Si è visto all’inizio di questo 2025, dove si è arreso ai quarti di finale dell’Australian Open, e non è riuscito a confermarsi campione al master 1000 di Indian Wells. Nonostante ciò, ha già vinto un titolo, trionfando contro Alex De Minaur all’ATP 500 di Rotterdam.
Per un tennista fenomenale come lo spagnolo, sono altrettanto fenomenali i guadagni ottenuti fin qui in carriera. Nonostante sia complicato avere la certezza di quanto Carlo Alcaraz abbia incassato finora, perchè parte delle sue entrante arrivano da sponsorizzazioni importanti, possiamo attenerci al montepremi ottenuto dalla partecipazione ai tornei ATP. Il prize money combinato tra tornei di singolo e di doppio, si aggirà su una cifra poco meno inferiore ai 40 milioni di dollari.
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