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1965-2025: 60 anni dalla seconda Coppa dei Campioni dell'Inter

La grande Inter di Herrera conquista il titolo di campione d'Europa per la seconda volta consecutiva nel 1965. Rivivi i momenti più emozionanti del torneo dalla rimonta contro il Liverpool alla finale contro il Benfica di Eusebio.

Siamo nel 1965. Il mondo è pronto a grandi cambiamenti. I Beatles sono all’apice del loro successo, mantenendosi in cima alle classifiche musicali di tutto il mondo. Gli Stati Uniti sono impegnati nella guerra in Vietnam, mentre Martin Luther King cambierà per sempre la storia del paese con i suoi discorsi. Per la prima volta nella storia, l’uomo passeggia nello spazio con Alexei Leonov durante la missione Voskhod 2. Nino Benvenuti si laurea campione del mondo di boxe ai danni di Sandro Mazzinghi e Gimondi vince il Tour de France. Milano è una città vibrante, ricca di opportunità lavorative e piena di ambiziosi progetti. L’ambito sportivo non è un’eccezione.

Il Real Madrid di Puskas e Di Stefano è una delle migliori squadre d’Europa, insieme al Benfica di Eusebio. Ma le ultime due detentrici della coppa sono proprio le due squadre milanesi. Il Milan, nel 1963, si era imposto a Wembley proprio contro il Benfica, mentre l’anno dopo era toccato all’Inter, che sconfisse i titani del Real Madrid con un secco 3-1 a Vienna.

Due squadre italiane in Coppa dei Campioni nel 1965

L’edizione dell’allora “Coppa dei Campioni” del 1964-65 prevede ben due squadre italiane in corsa: una è il Bologna, campione d’Italia, mentre l’altra è proprio l’Inter del mago Herrera, che è detentrice della coppa. L’avventura per i felsinei sarà breve quanto sfortunata. Il confronto con l’Anderlecht, tra Bruxelles e il Dall’Ara, non decreta un vincitore. Allora, dopo la bella di Barcellona, ci si affida alla sorte, che volta la faccia ai rossoblù e regala il passaggio del turno ai belgi.

Il biscione, nel frattempo, mantiene l’ossatura vincente dello scorso anno e riesce ad aggiungere degli innesti che si riveleranno fondamentali: il centravanti spagnolo Peirò, voluto da Herrera, l’ala destra Domenghini e il mediano Malatrasi. L’Inter non solo ha l’opportunità di fare il bis in questa edizione, ma può farlo di fronte ai propri tifosi. Infatti, la finale si gioca a Milano. Un’occasione troppo ghiotta per essere sprecata.

Il percorso dell'Inter nella Coppa dei Campioni del 1965

L’Inter aggira agilmente i romeni della Dinamo Bucarest agli ottavi di finale. Ai quarti, il sorteggio non è benevolo: i rivali saranno gli ostici scozzesi dei Rangers e il ritorno si gioca a Ibrox. Peirò, che non poteva giocare in Serie A vista la regola dei due stranieri, si rivela un jolly in coppa. A San Siro finisce 3-1, e due gol sono firmati proprio dalla punta spagnola. A Edimburgo, i Gers ce la mettono tutta e provano a far sentire tutto il loro strapotere fisico, ma non basta. Finisce 1-0 per i padroni di casa e l’Inter approda in semifinale.

La dea bendata rimanda l’Inter nel Regno Unito per guadagnarsi la semifinale. I nerazzurri dovranno vedersela contro i Reds del Liverpool. Dalle parti di Anfield Road, l’entusiasmo è alle stelle. L’anno prima è arrivata una storica vittoria del campionato e in questa stagione gli inglesi hanno raggiunto le semifinali grazie alla monetina favorevole dopo tre tesissime sfide contro il Colonia.

Anfield è bollente e si fa sentire. L’Inter ne esce frastornata con una pesante sconfitta per 3-1. La rimonta sembra difficilissima. San Siro, però, non ha alcuna intenzione di arrendersi: vuole regalarsi quantomeno la possibilità di sostenere i propri beniamini nella finalissima.

Il Meazza, al ritorno, si accende, e l’Inter anche. La banda di Herrera asfalta il Liverpool per 3-0. Ancora una volta è decisivo Peirò, che beffa il portiere dei Reds. Adesso la squadra meneghina è a soli 90 minuti dal sogno.

Inter-Benfica, la finale di Coppa dei Campioni del 1965

L’avversario da battere nell’ultimo atto è il temutissimo Benfica di Eusebio, pronto a disputare la quarta finale in cinque anni. La squadra di Lisbona ha asfaltato il Real Madrid di Puskas e Di Stefano per 5-1. Nonostante la trasferta, le aquile portoghesi partono favorite.

Quel 27 maggio, però, a Milano decide di piovere. Torrenzialmente. Sembra quasi che Milano sapesse che avrebbe dovuto contribuire per aiutare una delle sue due figlie. Il Benfica è più tecnico e l’acqua torrenziale che scende lo danneggia. Al contrario, i padroni di casa si esaltano. Mettono impegno in ogni contrasto. La concentrazione è alle stelle, così come l’adrenalina scaturita dalla spinta del pubblico. L’Inter è ordinata dietro e imprevedibile avanti. Lo spettacolo sportivo non è dei migliori, ma ai milanesi non interessa.

Peirò, Jair e Mazzola non si dimostrano cinici come in altre circostanze, ma alla fine del primo tempo un tiro di Jair, che sembra normale amministrazione per il portiere del Benfica, si trasforma in beffa. È 1-0. San Siro esplode. Adesso tutto sembra possibile. La battaglia si intensifica nel secondo tempo: i lusitani ci provano, ma il biscione resiste. E così l’Inter si laurea campione d’Europa per la seconda volta nella sua storia. L’Italia è la regina del calcio europeo e mondiale. Le ultime tre edizioni della Coppa dei Campioni sono tutte milanesi. Facchetti alzerà al cielo la coppa, scrivendo uno dei momenti più significativi della storia del calcio italiano.

La formazione dell'Inter campione d'Europa nel 1965

Inter: Sarti, Burgnich, Facchetti, Bedin, Guarneri,, Picchi, Jair, Mazzola, Joaquín Peiró, Suárez, Corso. Allenatore: Herrera

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