Da due anni i verdi di Philadelphia attendono di sfidare Kansas City: brucia ancora il ko nel Super Bowl del 2023, ma stavolta Hurts e compagni hanno un'arma in più.
Evento: | Super Bowl 2025 |
Luogo: | Caesars Superdome, New Orleans |
Data: | 10 febbraio 2025 |
Orario: | 00:30 |
Dove vederla: | Italia 1, DAZN |
In fondo, non vedevano l'ora di poter affrontare Kansas City in finale. Quelli di Philadelphia attendevano questa rivincita dal 2023, dalla beffa di Glendale, quando videro i trionfare i rivali per tre soli punti (38-35) e al termine di un match vibrante. Da allora, la mission dei biancoverdi è stata quella di tornarci, al Super Bowl. E di vincerlo. Riuscirci contro i rivali di allora sarebbe l'apoteosi. Mentre nessuno potrebbe digerire un nuovo ko.
Il successo del 2018 su New England è l'unico trionfo al Super Bowl per Philadelphia, che in bacheca vanta tre titoli NFL ottenuti prima dell'unificazione delle varie leghe (1948, 1949 e 1960) e che in finale ha perso in tre circostanze: nel 1981 contro Oakland, nel 2005 contro New England (e l'head coach era Andy Reid, ora al timone dei rivali) e nel 2023 appunto contro Kansas City.
Il leader, la vera chiave di volta di ogni squadra di football americano non può che essere il quarterback e Philadelphia non fa eccezione. Jalen Hurts, 26 anni, texano come il suo dirimpettaio Mahomes, è il direttore d'orchestra dei suoi. I numeri parlano per lui e testimoniano la capacità di incidere sia attraverso la precisione nei lanci, sia nelle corse.
Già, perché uno dei biglietti da visita di Hurts è la sua abilità nell'infilarsi negli spazi e nel mettersi in proprio, andando a guadagnare yards preziose grazie alla spinta delle sue gambe e alla sua insospettabile abilità nello schivare colpi e placcaggi. A Philadelphia dal 2020, può finalmente consacrarsi campione al cospetto di un mostro sacro come l'amico-nemico Pat.
La vera differenza rispetto alla finale persa contro Kansas City due anni prima è che stavolta Philadelphia può contare su un autentico fenomeno, su un folletto che nessuno – o quasi – riesce a prendere e a portare a terra: Saquon Barkley. Il suo arrivo la scorsa primavera ha letteralmente trasformato i biancoverdi e affossato i New York Giants, che senza di lui sono naufragati.
Il running back originario del Bronx, 28 anni il 9 febbraio, è pronto al suo primo Super Bowl ed è fortemente indiziato di ricevere il premio di MVP del campionato: molto dipenderà proprio dall'esito della sfida contro Kansas City. In stagione è stato assolutamente devastante, con 2005 yards guadagnate in 345 corse. Ma la differenza l'ha fatta anche e soprattutto a livello di touchdown: tre delle otto marcature messe a segno da Philadelphia nella trionfale NFC stravinta su Washington portano infatti la sua firma.
Se al timone di Kansas City c'è un “grande vecchio” come Andy Reid, alla guida di Philadelphia dal 2021 c'è il “giovane” Nick Sirianni, che rispetto al suo collega ha 24 anni in meno. Classe 1981, originario dello stato di New York, Sirianni in quattro stagioni da head coach (in precedenza era stato offensive coordinator a Indianapolis) non ha mai fallito l'obiettivo playoff e due anni fa ha rischiato di vincere il Super Bowl, arrivando a un passo dal sogno.
Ci riprova adesso, con a disposizione - secondo molti addetti ai lavori - una squadra ancor più completa, competitiva e meglio assordita rispetto al 2023. L'esperienza maturata in queste stagioni potrebbe aiutarlo.
Con 14 vittorie e 3 sconfitte Philadelphia ha chiuso la regular season al primo posto nella East Division della NFC. Due ko sono arrivati nelle prime quattro settimane dell'anno, in casa contro Atlanta e a Tampa Bay. Poi Philadelphia ha sempre vinto nel corso della stagione, a eccezione del match perso nella Week 16 sul campo di Washington. Tre le sfide di playoff vinte prima del Super Bowl, una in più rispetto a Kansas City: sì, perché Philadelphia è partita dalla wild card vinta 22-10 a spese di Green Bay, ha poi superato i Los Angeles Rams (28-22) in un match chiuso nel cuore di una tormenta di neve, quindi ha schiantato Washington (55-23) nella finalissima della National Football Conference.
Un match senza storia, in cui la differenza una volta di più l'hanno fatta l'eccezionale potenziale offensivo di Philadelphia, insieme a una difesa che ha saputo tenere a bada i tentativi di rimonta dei rivali, reduci dalla clamorosa impresa del turno precedente: il successo sul campo della squadra col miglior record della NFC, Detroit.
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