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Mark Webber: L'australiano che non voleva saperne di fare da comprimario

Gli inizi difficili con Minardi, Jaguar e Williams. Poi la grande occasione con la Red Bull: nel 2010 il mondiale sfiorato, ma davanti a tutti c'era il fenomenale compagno di squadra Sebastian Vettel.

Una carriera in Formula Uno dai due volti, segnata da un colpo di coda ricco di vittorie e soddisfazioni. Mark Webber è il classico pilota che avrebbe meritato qualche possibilità in più, ma che - forte di un carattere indomabile - non si è mai arreso al ruolo di comprimario o, peggio ancora, di ultimo della classe.

Classe '76 originario di Queanbeyan, in Australia, Webber è il classico pilota che non ha paura della gavetta: prima il Karting, poi il campionato britannico di Formula 3 e le stagioni - nei primissimi anni Duemila - in una Formula 3000 che lo vede spesso contrapposto ad un altro futuro campione come Fernando Alonso. Poi il sogno dell'approdo in Formula 1, dove le cose si fanno almeno agli inizi più complicate, tra monoposto poco performanti e tante delusioni. La svolta negli ultimi anni di carriera, alla guida di una Red Bull dalle grandi ambizioni, nonostante - siamo nel 2007 - vesta i panni della nuova arrivata.

I primi anni: gli esordi con la Minardi e i (pochi) acuti alla guida di Jaguar e Williams

Il primissimo approccio di Mark Webber con la Formula 1è da sogno: nonostante sia alla guida di una Minardi tutt'altro che all'altezza, il pilota allora 26enne riesce a conquistare il quinto posto (e così i primi 2 punti) nel Gran Premio d'esordio nella sua Australia, alle spalle di gente come Michael Schumacher, Juan Pablo Montoya e Kimi Raikkonen. Il 2002 non regala altre soddisfazioni a Webber, che comunque si fa apprezzare come pilota continuo (cinque i ritiri in stagione) conquistando un ottavo posto in Francia e un decimo nel Gran Premio conclusivo in Giappone.

Grazie alle buone prestazioni nell'anno dell'esordio, nel 2003 l'australiano passa alla più competitiva Jaguar: 17 i punti conquistati grazie a quattro settimi posti e ai due sesti posti finali a Nurburgring e Magny Cours. Da segnalare, inoltre, due terzi tempi nelle qualifiche in Brasile e in Ungheria. L'annata successiva, l'ultima a bordo della Jaguar, si segnala per pochissime soddisfazioni: appena 7 punti conquistati e migliore prestazione in Germania, dove si piazza al sesto posto.

Webber è tra i piloti più apprezzati della Formula 1 e merita una chance in un team che possa valorizzarlo: l'occasione arriva proprio nel 2005, quando l'australiano si accasa ad una Williams che - senza mezzi termini - vuole recitare un ruolo da protagonista alle spalle delle big. Le cose per l'australiano iniziano subito alla grande con il quinto posto nel Gran Premio di casa e soprattutto con il terzo posto al Gran Premio di Monaco. Si tratta del primo podio in carriera, seguito poi da due quarti posti in Belgio e Giappone e dal quinto posto in Canada.

Al termine della stagione Webber è decimo, a quota 36 punti, migliore risultato dell'era pre-Red Bull. Le cose non vanno bene, invece, nel 2006: sempre con la Williams, Webber non va oltre i 7 punti stagionali, con undici ritiri in diciotto Gran Premi totali. Numeri a dir poco deludenti. Nonostante questo, sono sempre tanti gli estimatori di Webber: arriva così la chiamata della neonata Red Bull.

L'esperienza alla Red Bull: anni da "secondo" e quel mondiale sfiorato nel 2010

Il primo biennio con il team austriaco non è dei più semplici: al fianco di un pilota esperto come David Coulthard, Mark riesce a conquistare solo un terzo posto al Nurburgring, mettendo insieme appena 10 punti nel 2007 e 21 nella stagione successiva. Nel 2009 è affiancato dall'astro nascente Sebastian Vettel: curiosamente, due anni prima il tedesco tamponò Webber nell'ambito del Gran Premio del Giappone, costringendolo così al ritiro (in quel momento occupava la seconda piazza). Anche questo episodio è alla base del rapporto di odio/amore tra i due piloti.

Il 2009 è, così, un anno di assestamento per la Red Bull, con Webber che riesce però a conquistare i primi successi della sua carriera: da segnalare le vittorie in Germania e in Brasile e i quattro "argenti" tra Cina, Turchia, Gran Bretagna e Abu Dhabi. L'anno successivo Webber sfiora il colpaccio: conquista la bellezza di quattro vittorie e altrettanti secondi posti e per molte settimane è in testa alla classifica piloti. Alla fine, però, si deve accontentare del terzo posto finale, a soli 14 punti dal compagno di squadra Vettel.

Terzo posto finale anche nella stagione successiva, segnata però da un Vettel in versione cannibale, capace addirittura di vincere in 15 Gran Premi su 19. Deludente, invece, la penultima stagione in Formula 1, all'insegna di sole due vittorie (a Montecarlo e Gran Bretagna) e da troppe gare fuori dalla zona punti. Webber chiude la sua esperienza con la Red Bull e nella Formula Uno nel 2013: al fianco di un Vettel ancora una volta campione del mondo, l'australiano non riesce a conquistare nemmeno una vittoria ma si fa apprezzare con due pole position e cinque secondi posti, ultimo quello nella gara conclusiva in Brasile.

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