Colonna del Parma e della Juventus negli anni d'oro del calcio italiano, ha vinto tutto con la Francia: il Mondiale nel 1998, l'Europeo nel 2000 e la Confederations Cup nel 2013. Campione in campo e anche fuori: ritratto di un fuoriclasse vero.
Lilian Thuram è stato uno dei centrali più forti degli ultimi trent'anni. Elegante, forte nel gioco aereo, veloce: un vero e proprio ministro della difesa. Che ha speso gli anni migliori della sua carriera in Italia, tra Parma e Juventus, quando il calcio del Belpaese non aveva rivali. Campione d'Europa e del mondo con la Francia, gli è mancata solo la Champions League per coronare una carriera fantastica.
Nasce il 1º gennaio 1972 a Pointe-à-Pitre, un Comune francese nel dipartimento d'oltremare della Guadalupa. La sua non è infanzia facile. Ha quattro fratelli, ma gli manca una figura paterna. All'età di nove anni si trasferisce con la madre a Bois-Colombes, non lontano Parigi. Inizia a giocare a calcio, ma non è proprio sicuro che sia quella la strada da imboccare.
Già, perché il piccolo Lilian pensa anche a un cammino di fede: è stuzzicato dall'idea di diventare sacerdote. Alla fine sceglie il pallone. Si forma nella Portugais, quindi il passaggio al Fontainebleu, prima della grande occasione al Monaco. Fa il suo esordio nella massima divisione francese nella stagione 1990/91, all'età di 19 anni. A forgiarlo uno che con i giovani farà miracoli: Arsène Wenger. Nella squadra del Principato resta sei anni, vincendo solo una Coppa di Francia nel 1991 e accontentandosi di una finale nella Coppa delle Coppe (1991-1992).
Serio, impeccabile, professionale. Perfetto dentro e fuori dal campo, Thuram. Nell'estate del 1996 piombano su di lui Juventus e Parma, ma a spuntarla è l'ambizioso club emiliano della famiglia Tanzi. Al suo fianco gioca un certo Fabio Cannavaro: i due andranno a formare una delle coppie difensive più forti di sempre.
A Parma lo scudetto non arriva. Ma nel 1998 Thuram si laurea campione del mondo con la sua Francia nel Mondiale disputato in casa. Il ct Aimé Jacquet può contare su una rosa piena zeppa di fuoriclasse: da Thuram e Desailly, da Deschamps a Zidane, fino ai giovani talenti Henry e Trezeguet. I galletti superano il girone in scioltezza con tre vittorie su tre, poi battono il Paraguay di misura sfruttando la regola del golden gol e l'Italia ai quarti dopo i calci di rigore.
In semifinale la Francia incontra la temibile Croazia. E chi si erge a protagonista assoluto del match? Thuram, bien sûr. I Vatreni si portano in vantaggio con Suker, ma poi sono ribaltati dalla clamorosa doppietta del difensore della Guadalupa: transalpini in finale. Contro il Brasile di Rivaldo, Ronaldo e Roberto Carlos. Ma è una gara senza storia. Finisce 3-0 per i padroni di casa con doppietta di Zidane e rete di Petit. Con la nazionale Thuram vincerà anche Euro 2000 in Belgio e nei Paesi Bassi, superando l'Italia in finale, e la Confederations Cup nel 2013.
Subito dopo il Mondiale, Thuram si regala altre soddisfazioni con il Parma: conquista una storica Coppa Uefa, una Coppa Italia e una Supercoppa Italiana. Eppure punta ancora a uno step successivo, che compie nel giugno 2001, quando la Juventus lo acquista per 70 miliardi. Nella Torino bianconera non trova più Zidane e Ancelotti, che lo aveva allenato a Parma, ma Marcello Lippi. Il tecnico viareggino lo impiega spesso come terzino destro, ruolo che non predilige ma che svolge con i soliti ottimi risultati.
Ai piedi della Mole Antonelliana vince due scudetti di fila (2001/2002, 2002/2003) e, sempre nella stagione 2002/2003 arriva a un passo dal coronare un altro sogno: la Champions League. Nella suggestiva cornice dell'Old Trafford di Manchester la Juventus contende la coppa dalle grandi orecchie al Milan. I tempi regolamentari si chiudono a reti bianche, così come ai supplementari. Ai rigori la spuntano i rossoneri 2-3.
Nel 2006 un'altra finale persa, quella del Mondiale in Germania. L'Italia riesce a vendicare il ko del 1998, superando la selezione guidata dall'eccentrico Raymond Domenech ai penalty, dopo l'1-1 al novantesimo. È l'ultima scintillante vetrina internazionale per Thuram, che, il 21 luglio 2006, lascia la Vecchia Signora insieme al compagno di squadra Zambrotta per accasarsi al Barcellona, dove chiuderà la carriera.
Al Camp Nou disputa due annate senza lasciare il segno, riuscendo ad arricchire la sua bacheca soltanto con una Supercoppa di Spagna. Difensore fortissimo e uomo dai principi sani: Lilian Thuram, a cui nel 1998 è stata conferita l'onorificenza di Cavaliere dell'Ordine della Legion d'Onore e che ancora oggi è il giocatore che vanta il maggior numero di presenze con la nazionale francese (142), ha dato tanto al calcio, non solo sotto l'aspetto sportivo. Campione vero.
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