L'ex centrocampista con la vittoria dell' Europa League si è finalmente scucito di dosso, l'etichetta di tecnico “perdente di successo”: le squadre del Gasp giocano un gran calcio, ma non vincono (quasi) mai. Dublino è e sarà per sempre la sua rivincita.
Nato il 26 gennaio 1958 a Grugliasco, presso Torino, Gasperini è cresciuto nel settore giovanile della Juventus senza però mai debuttare con la prima squadra in campionato: solo in Coppa Italia. Ha poi militato nella Reggiana, nel Palermo, nella Cavese e nella Pistoiese. Nel 1985 è passato al Pescara, di cui è diventato capitano.
Centrocampista di rottura e dai sette polmoni, è diventato il faro di quella squadra dal gioco spettacolare che, sotto la guida di Galeone, ha conquistato la promozione in A nel 1987. L'anno successivo Gasperini ha messo a segno sette gol in massima serie, contribuendo alla salvezza. Dal Pescara è andato via nel 1990, ha poi giocato una stagione nella Salernitana e ha chiuso la carriera alla Vis Pesaro, con una promozione in C1.
Chi l'ha visto giocare, in fondo, ha sempre saputo che sarebbe diventato allenatore. E infatti il Gasp in panchina s'è accomodato subito dopo aver appeso le scarpette al chiodo: tecnico della Sisport. Quindi il passaggio al settore giovanile della Juve e quasi un decennio passato a guidare le varie squadre del vivaio bianconero. Nel 2003, dopo la vittoria al Viareggio, il passaggio al Crotone in Serie C: promozione in B dopo i play-off.
Dopo altre due stagioni altalenanti in Calabria, il passaggio al Genoa nel 2006. E l'inizio di un ciclo d'oro: promozione in A, approdo in Europa con tanto di qualificazione in Champions sfiorata, altre buone stagioni. Nel 2011 Gasperini sembrava pronto al grande salto in una big. Per un pomeriggio fu allenatore del Napoli, poi il presidente De Laurentiis stracciò il contratto quando Mazzarri gli chiese di restare. Divenne invece l'allenatore dell'Inter.
Un'esperienza breve e poco soddisfacente per il Gasp a Milano, sponda nerazzurra. Cinque partite in tutto, con un pareggio e quattro sconfitte: esonerato. Ha provato a rilanciarsi l'anno dopo, nel 2012/13, al Palermo, che lottava per non retrocedere: non è andata bene, altro esonero. A ottobre 2013 la chiamata del Genoa, sua vecchia squadra, e il sospirato rilancio. Dopo una salvezza tranquilla, un sesto e un undicesimo posto: riecco il vero Gasperini.
Nell'estate 2016 l'Atalanta, reduce da una serie di annate tormentate, ha deciso di varare un nuovo ciclo col tecnico di Grugliasco. Scelta azzeccata. Sono stati infatti otto anni d'oro per i nerazzurri, senza trofei ma con tanti piazzamenti di prestigio (quarto posto nel 2017, tre terzi posti nel 2019, 2020, 2021, quinto nel 2023), con tre finali di Coppa Italia perse (nel 2019, nel 2021 e nel 2024), una semifinale di Champions sfiorata (nel 2020) e infine una storica Europa League conquistata a Dublino contro il Bayer Leverkusen. Un titolo meritatissimo che ha visto la dea confrontarsi contro super potenze del calcio europeo come il Liverpool di Klopp e il Bayer Leverkusen degli invincibili che è stato costretto ad arrendersi proprio contro la banda del Gasp.
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