Il nuovo movimento italiano, volto a promuovere la boxe. Andiamo a scoprire cosa è TAF.
Il mondo della boxe è stato per molto tempo lontano dai riflettori, a livello mondiale così come in Italia. Probabilmente anche a causa dei molti organi che dovrebbero occuparsi dell’organizzazione di incontri avvincenti ed interessanti per il pubblico, ma che non riescono per un motivo o per un altro.
La boxe mondiale ha però subito un grosso cambiamento negli ultimi 2/3 anni, grazie all’aiuto di Turki Alalshikh. Il responsabile dell’evento Riyadh Season, ha cambiato volto al pugilato, uno sport che negli ultimi anni aveva perso l’appeal storico che aveva negli anni ’50 e ‘70/’80, con protagonisti poi diventati leggende come Sugar Ray Robinson, Rocky Marciano, Muhammad Ali e ancora George Foreman.
Anche gli anni ’90, con l’incontro che passò alla storia tra Evander Holyfield e Mike Tyson, fanno parte degli anni d’oro della boxe. D’altronde l’immagine di Tyson che abbraccia Holyfield e gli stacca un pezzo dell’orecchio destro, è entrata di diritto nella storia di questo sport.
Quei tempi sono però passati, e come sta succedendo a livello mondiale, anche in Italia si sta cercando di ridare lustro a questo sport storico. TAF (The Art of Fighting) è la promozione tutta italiana che ci sta provando, andiamo dunque a scoprire cosa è, quando è nata e come sta cercando di cambiare il pugilato in Italia.
Nata nel 2022, TAF è una società o promozione, se vogliamo utilizzare un termine ‘americano’, che ha come obiettivo quello di riportare il pugilato ai lustri di anni fa, in Italia.
Il fondatore, Edoardo Germani, ha deciso di intraprendere questo percorso spinto dal passato dei suoi nonni, legato da sempre allo sport, e la boxe è la disciplina che praticava a livello amatoriale lo stesso fondatore.
Come rivela in un’intervista riportata in ‘Storie di Boxe’ di Dario Torromeo, chi lo ha spinto ad avventurarsi in questa sfida non proprio semplice è stato un suo amico che ha definito questa sua idea come ‘un’avventura disperata’.
D’altronde non è affatto un compito semplice, se pensiamo che a livello mondiale ci è voluto tempo e grossi investimenti come quelli fatti da Turki Alalshikh e la sua Riyadh Season. Il compito risulta ancor più complicato, perché in Italia la boxe non ha la stessa risonanza mediatica che ha a livello internazionale.
Difatti, uno dei primi modi che la squadra di TAF ha trovato per promuovere il pugilato e i suoi eventi è stato attraverso i social media, mezzo attraverso il quale si deve passare obbligatoriamente al giorno d’oggi.
La pubblicazione di video, foto dei protagonisti degli incontri, ma anche qualche storia dei vari pugili o i retroscena e le rivalità, servono proprio a far accendere le sfide ma anche ad attirare sempre più il pubblico.
Gli eventi organizzati da TAF finora sono stati 9 e hanno portato migliaia di appassionati nei palazzetti italiani, ottenendo un risultato probabilmente inaspettato.
L’ambizione del team è alta; il fondatore ha dichiarato: ‘voglio cambiare il pugilato italiano, lo voglio rivoluzionare, e credo di potercela fare’. L’entusiasmo del pubblico è dalla loro parte, la boxe ha voglia di tornare a splendere e TAF è sulla buona strada per potercela fare.
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