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Coppa d’Africa: le cinque gare entrate nella storia

Pronti per eleggere la prossima squadra campione del continente nero per l’edizione del 2024? Prima, però, facciamo un salto indietro per rivivere il meglio che ha offerto il torneo.

Dal 13 gennaio all’11 febbraio andrà in scena la 34esima edizione di Coppa d’Africa. Si tratta di una competizione ricca di fascino che anche stavolta potrà sfoderare un nutrito gruppo di stelle che contribuiscono ad arricchire il calcio europeo. Dal 1957 ad oggi ne abbiamo viste di partite belle nel continente nero. Abbiamo provato a metterne in evidenza cinque, tutte finali, in rappresentanza di ogni edizione di cui hanno fatto parte. Il tuffo nel passato ci regala momenti iconici, belle storie di sport che rendono meraviglioso questo torneo e ci preparano alla prossima avventura da vivere. 

Sudafrica-Tunisia, 3 febbraio 1996

Vi presentiamo le partite in ordine cronologico. La prima è quindi Sudafrica-Tunisia del 1996. Per i Bafana Bafana l’occasione è importante: prima partecipazione assoluta e addirittura da paese ospitante. Il torneo nel frattempo ha cambiato formula, passando da 12 a 16 partecipanti. Il Ct dei gialloverdi è Clive Barket che tra le proprie fila ha calciatori che in carriera hanno avuto a che fare con l’Italia. C’è il laziale Mark Fish, il cagliaritano Erik Tinkler e Phil Masinga, che dopo una parentesi alla Salernitana è entrato nella storia del Bari. Dopo i successi su Algeria e Ghana il Sudafrica si ritrova in finale contro la Tunisia. Determinanti sono i cambi e l’ingresso in campo di Mark Williams, all’epoca calciatore del Wolverhampton, che entra e segna una doppietta. 2-0 per i Bafana Bafana tra l’entusiasmo generale e di un commosso Nelson Mandela. 

Nigeria-Camerun, 13 febbraio 2000

Spettacolo a Lagos. Si trovano di fronte le due squadre più forti del continente, come certifica l’ultimo decennio con prestazioni di livello anche in Coppa del Mondo. Nel Camerun ci sono il capitano Rigobert Song (che oggi è il Ct), il compianto Marc-Vivien Foé, Samuel Eto’o, Patrick Mboma. Anche la Nigeria può mettere in campo una formazione più che discreta con giocatori affermati come Celestine Babayaro, Taribo West, Finidi George, Jay-Jay Okocha, Sunday Oliseh, Nwanko Kanu, Tijani Babangida. Ci sarebbe da citarli tutti. Il primo tempo è favorevole ai Leoni Indomabili che si portano in vantaggio di due reti con i gol degli attaccanti: prima Eto’o e poi Mboma. L’ex Bari Chukwu avvia però la rimonta degli ospiti perfezionata successivamente da Okocha. Si arriva ai calci di rigore dove gli errori di Kanu e Ikpeda condannano i padroni di casa, consegnando la coppa al Camerun. 

Egitto-Ghana, 31 gennaio 2010

Sono gli anni in cui l’Egitto scava un fosso profondo tra sé stesso e le rivali. I Faraoni arrivano all’appuntamento reduci da due trionfi consecutivi. Con questo diventano 7 le Coppe d’Africa vinte dalla compagine nordafricana. Eppure questa squadra fuori dal proprio continente non è che brilli particolarmente. Non si qualifica ai Mondiali dal 1990 e non ha a disposizione calciatori davvero affermati a livello globale. La stella è Mido, che in Italia con la Roma è stato una meteora. Poi ci sono le istituzioni: il portiere Essam El-Hadary – che detiene il record di giocatore più anziano ad aver giocato una Coppa del Mondo, primato conseguito nel 2017 all'età di 44 anni – e il plurititolato Hossam Hassan che è ancor oggi il giocatore più prolifico nella storia egiziana con 68 reti. A decidere la finale contro il Ghana fu però Geddo a pochi minuti dalla fine. 

Zambia-Costa d’Avorio, 12 febbraio 2012

Diciotto sono i rigori che portano lo Zambia per la prima volta sul tetto d’Africa. Sembrava la finale più scontata, considerato il divario tecnico tra le due formazioni, ed invece fu una delle rare occasioni in cui realmente Davide sconfisse Golia. Sulla panchina dei Chipolopolo è tornato il francese Hervé Renard, all’epoca sconosciuto ai più. La Costa d’Avorio ha qualche chance per portare a casa incontro e trofeo nel corso dei tempi regolamentari, non tantissime in realtà, ma le spreca. Più di tutte il rigore calciato da Drogba sulla traversa. Così lo Zambia prende fiducia, resiste e porta il match ad oltranza fino alla lotteria dei penalty. L’errore fatale è di Gervinho, prima ancora avevano sbagliato Kolo Touré da un lato e Kalaba dall’altro a seguito di una lista infinita di tiri dal dischetto andati al bersaglio. Ci pensa Stophira Sunzu a regalare la gloria eterna ai proiettili di rame. 

Ghana-Costa d’Avorio, 8 febbraio 2015

A proposito di lunghe serie di calci di rigore: la Costa d’Avorio ha tempo e modo di rifarsi 3 anni dopo quando batte in finale il Ghana 9-8 proprio dagli undici metri. Ai tempi regolamentari la sfida si era conclusa inaspettatamente a reti bianche. Per gli Elefanti arriva così la seconda Coppa d’Africa, la precedente era però piuttosto datata nel tempo: 1992. Ah, volete sapere chi era l’allenatore degli ivoriani nel 2015? Hervé Renard, ancora una volta lui, dopo l’impresa centrata poco prima con lo Zambia. 

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