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Wimbledon: Paolini si ferma sul più bello, vince Krejcikova

La marcia londinese di Jasmine Paolini si spegne all’ultimo atto della competizione. A batterla, portando a casa il titolo, è la ceca Barbora Krejcikova con l’azzurra che si consola con il quinto posto nel ranking.

Sognare è stato bello e Jasmine Paolini ha concesso a tutta l’Italia la possibilità di farlo. Il destino della ventottenne marchigiana, però, non era quello di tornare a casa da Wimbledon con il titolo in mano. A conquistarlo è stata infatti la sua rivale, la ventottenne ceca Barbora Krejcikova in tre set. Si tratta della seconda grande delusione per l’azzurra, uscita sconfitta anche dall’altra finale del French Open di poco più di un mese fa. Certo, si potrebbe anche vedere il bicchiere mezzo pieno ovvero l’opportunità di giocarsi partite del genere che un tempo sembravano utopia. Però resta inevitabile il rammarico, perché se contro Iga Swiatek la differenza tecnica poteva essere ancora notevole, la Krejcikova appariva sulla carta un avversario abbordabile.

Così alla fine non è stato per la Paolini, che ci riproverà più determinata che mai. D’altro canto parliamo di una tennista che è cresciuta passo dopo passo, assaporandosi ogni piccolo grande trionfo. Se nessuna italiana era mai riuscita a raggiungere la finale del torneo londinese dopo cento e passa anni di storia qualcosa vorrà pur dire. C’è ancora un gap, sottile ma presente, sul quale la lucchese lavorerà per fare in modo di uscire alla prossima sinceramente sorridente e non solo per circostanza. Ciò che rimane ora sono le due settimane memorabili, nelle quali si è avuto la percezione che fosse possibile portare il trofeo in Italia. Alla fine nello sport conta anche questo, se si ha la capacità di razionalizzare i ko per quanto dolorosi possano essere. Per questo si va avanti, fino al prossimo sogno.

La rinascita di Krejcikova che raggiunge il punto più alto della carriera

Era partita trentunesima nel seeding, per scalare gradualmente ogni posizione. Barbora Krejcikova non veniva certamente annoverata nella ristretta cerchia delle favorite nel torneo. In prima fila c’era Marketa Vondrousova, campionessa in carica ma finita malamente fuori addirittura al primo turno. Anche Ons Jabeur godeva di notevole credibilità, così come la kazaka Elena Rybakina che da queste parti aveva già trionfato nel 2022. Pure Iga Swiatek, per quanto la superficie non fosse quella più idonea per le sue caratteristiche, rientrava tra le papabili.

Krejcikova, tuttavia, non può neppure essere considerata una sorpresa assoluta. Parliamo di una tennista con già sette titoli in bacheca, che con Wimbledon diventano otto, con un passato da numero due al mondo. La ceca, infatti, proveniva da un periodo sfortunato, caratterizzato da numerosi infortuni che l’avevano fatta retrocedere sensibilmente all’interno del ranking. Indubbiamente con maggiore esperienza rispetto alla sfidante Paolini, non anagraficamente ma come numero di partite giocate a questo livello.

Londra è comunque il punto più alto della carriera della 28enne di Brno, frutto di un percorso quasi interamente senza macchie. Da Katie Volynets a Jasmine Paolini passando per Jessica Bouzas Maneiro (successo a tavolino), Danielle Collins, Jelena Ostapenko ed Elena Rybakina.

Da Dubai a Wimbledon, la Paolini ora punta alle Olimpiadi di Parigi

L’exploit di Jasmine Paolini negli ultimi mesi è stato clamoroso. La scalata della ventottenne lucchese l’ha condotta fino al quinto posto del ranking WTA - posizione che verrà ratificata ufficialmente lunedì - giocando due finali come quella del French Open e la successiva di Wimbledon. Il rendimento da gennaio dell’azzurra è davvero notevole, con 25 match vinti su 38 totali. Solamente due ko sono arrivati da confronti con colleghe al di sotto del trentesimo posto della graduatoria, a testimonianza del livello raggiunto in questo momento.

Nell’anno della consacrazione è mancato solo la ciliegina sulla gustosa torta: un trionfo londinese, indubbiamente, avrebbe significato parecchio per Paolini. Il vantaggio dello sport, però, è che offre sempre occasioni di riscatto. Per la minuta ma esplosiva toscana ciò si tramuta nelle Olimpiadi di Parigi, altro prestigioso banco di prova da superare.

Dopodiché la stagione andrà avanti, con le varie competizioni asiatiche e le WTA Finals ad apporre i titoli di coda su un’annata comunque vada da ricordare. Vedremo se Paolini da qui a dicembre saprà aggiungere qualche altra tacca alla cintura dopo quella piazzata a Dubai. Sicuramente ovunque giocherà sarà per tutte un’avversaria temibile alla quale prestare la dovuta attenzione. Per quanto fatto finora per l’Italia ha già un posto nella storia: prima di lei solo Francesca Schiavone aveva avuto modo di disputare due finali in tornei del Grande Slam. Così come in precedenza solo Flavia Pennetta e Camila Giorgi si erano aggiudicate un torneo da 1000. Ci si può accontentare? Ovvio che no, perché i margini di crescita evidenziati sono ancora notevoli.

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