Nel turno precedente Verona e Torino non hanno ottenuto il risultato desiderato ma per entrambe l’inizio di stagione è stato buono. Venerdì si trovano una di fronte all’altra nell’anticipo del Bentegodi.
L’anticipo serale del venerdì della quinta giornata di Serie A vede scendere in campo Verona e Torino. Entrambe le formazioni hanno approcciato bene al torneo, nonostante il cambio di allenatore e la scelta di sposare progetti tattici comunque differenti rispetto al passato. Il turno precedente, in realtà, non ha portato bene a nessuna delle due anche se il bilancio – considerati i punti fatti – non può che essere positivo. L’appuntamento è per le 20:45 del 20 settembre allo stadio Bentegodi.
Il marchio di fabbrica di entrambe le squadre è la difesa a tre. Quella del Verona è composta da Daniliuc, Coppola e Dawidowicz schierati a protezione del numero 1 Montipò. Sugli esterni Tchatchoua e Lazovic hanno convinto fin qui mentre Belahyane e Dani Silva dovrebbero essere i prescelti in caso di mancato recupero di Duda. In attacco Tengstedt parte avanti a Mosquera con Harroui e Suslov a supporto.
Il Torino ha un po’ di emergenza in difesa dove Vojvoda e Saul Coco non sono al meglio. Si proverà a rimettere in sesto l’equatoguineano che andrebbe a comporre il terzetto con Walukiewicz e Masina. Tra i pali naturalmente Milinkovic-Savic, apparso insuperabile contro il Lecce. Sulla linea di centrocampo Lazaro, Ricci, Linetty, Ilic e Pederson (ballottaggio con Sosa). Coppia d’attacco: Adams più Zapata.
Verona (3-4-2-1): Montipò; Daniliuc, Coppola, Dawidowicz; Tchatchoua, Belahyane, Dani Silva, Lazovic; Suslov, Harroui; Tengstedt. Allenatore: Zanetti.
Torino (3-5-2): Milinkovic-Savic; Walukiewicz, Saul Coco, Masina; Lazaro, Ricci, Linetty, Ilic, Pedersen; Che Adams, Duvan Zapata. Allenatore: Vanoli.
Il Verona gioca al Marcantonio Bentegodi le sue partite casalinghe. Lo stadio, con i suoi 39.211 posti dei quali soltanto 31045 omologati, è l’ottavo d’Italia per capienza. Inaugurato nel 1963, l’impianto è stato ristrutturato in occasione dei Mondiali di calcio giocatisi in Italia nel 1990. È stato utilizzato in passato per diverse manifestazioni, non soltanto sportive, come ad esempio importanti eventi musicali.
Non mancano le possibilità per seguire in TV Verona-Torino, partita in programma venerdì 20 settembre alle ore 20:45. L’evento è disponibile sia su DAZN che su Sky. Quest’ultima dedica all’incontro ben due canali come Sky Sport Calcio e Sky Sport (251). Naturalmente è possibile assistere all’incontro anche in streaming su PC, tablet o telefonino sempre attraverso l’app di DAZN oppure Sky Go o NOW. Per quest’ultima occorre uno specifico abbonamento.
Concentrandoci unicamente sulla massima serie possiamo constatare come Verona e Torino si siano affrontate in totale 30 volte nel corso della loro storia. Il bilancio è favorevole ai granata che hanno vinto in 13 occasioni, pareggiato in 10 e perso sette volte. I granata peraltro arrivano da un trend estremamente favorevole: non perdono infatti dal febbraio 2018 col 2-1 firmato dalla doppietta di Vanoli che vanificò la rete piemontese di Niang. Nelle ultime tre gare disputate al Bentegodi il Toro ha portato a casa il bottino pieno espugnando il capoluogo veneto. Nel match dello scorso maggio al vantaggio gialloblù firmato da Swiderski risposero immediatamente Savva e Pellegri.
Il Torino è ancora imbattuto dopo 360 minuti di Serie A. La squadra di Paolo Vanoli ha messo in fila due vittorie e due pareggi: l’ultimo con il Lecce ha probabilmente lasciato un po’ di amaro in bocca sebbene i pugliesi abbiano anche sfiorato il colpaccio trovando di fronte però un baluardo insuperabile come Milinkovic-Savic.
Rispetto alla versione granata di Juric questo Toro è un po’ diverso anche se non ha rinunciato alla tradizionale difesa a tre. Chi rischia di pagare dazio al cambio di guida tecnica è Vlasic, fin qui infortunato ma sulla carta poco adatto al nuovo 3-5-2 che non contempla la figura del trequartista. Tocca al mister trovare il modo di sfruttarne le qualità o in alternativa insistere sul collaudato sistema di gioco usato fin qui.
Il ko contro la Lazio è già in archivio. Il Verona finora ha alternato fenomenali exploit, contro Napoli e Genoa, e partite meno esaltanti ma dimostrando comunque di avere una precisa e definita identità di gioco. Aspetto non banale, considerando quanto i gialloblù abbiano cambiato prima nello scorso gennaio e poi anche in estate. A partire già dalla panchina con Marco Baroni finito proprio ai biancocelesti rimpiazzato da Paolo Zanetti. Filosofie diverse, stessa necessità di lanciare giovani talenti per lo più sconosciuti. La regia, in fondo, rimane la medesima: quella del ds Sean Sogliano.
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