Da lunedì si fa sul serio col main draw definito già in tutto e per tutto. Dal duello Alcaraz-Djokovic agli altri candidati alla vittoria finale per l’evento che chiude gli slam stagionali.
Evento: | US Open |
Luogo: | USTA Billie Jean King National Tennis Center, New York |
Quando: | dal 28 Agosto al 10 Settembre 2023 |
Dove vederla: | Supertennis |
La caccia a Carlos Alcaraz è partita. Ad inseguirlo sono in molti, data la rilevanza di un torneo appassionante e assai seguito come quello degli US Open. E col quale si concluderà la stagione degli Slam. C’è tanta carne al fuoco qui a New York per un evento che prenderà il via ufficialmente lunedì 28 agosto. Prima ancora si è dato spazio alle qualificazioni, con tanti aspiranti che hanno provato in tutti i modi a fare il loro ingresso nel tabellone della competizione.
Questione di prestigio, l’opportunità di cimentarsi sui campi in cemento del Flushing Meadows è chiaramente ghiotta per tutti. Tra gli italiani ci ha provato invano Giulio Zeppieri, fermatosi al terzo turno preliminare: il suo ko contro il francese Enzo Couacaud (n. 182 ATP) è stato per certi versi inaspettato.
Restano vive invece le chance di Stefano Travaglia che ha superato l’australiano John Millman, 34enne con un passato illustre che sconfisse addirittura Roger Federer, e si giocherà tutto contro un altro transalpino quale Arthur Cazaux. Nessun precedente tra i due. Chi si era già congedato dal torneo, restando tra i candidati azzurri, era Andrea Vavassori, bloccato anzitempo dall’americano Emilio Nava.
Insomma, il bilancio parziale non è dei migliori con l’auspicio che almeno un altro esponente del movimento tricolore possa prendere parte alla rassegna statunitense. Anche perché abbiamo evitato di parlare degli altri tre italiani che si erano fermati al primo turno: Edoardo Lavagno, Matteo Gigante e soprattutto Fabio Fognini, con quest’ultimo che ha perso contro il 17enne ceco Jakub Mensik.
Carlos Alcaraz e Novak Djokovic. Sono loro due gli uomini più attesi a New York. Lo dice il ranking ATP che li vede momentaneamente primo e secondo, con delle gerarchie che proprio l’imminente torneo potrebbero ridisegnare. Lo scorso anno il serbo non prese parte alla kermesse statunitense, lasciando campo libero al rivale spagnolo. Stavolta però la storia sarà diversa, con la possibilità magari di un nuovo duello per il titolo come avvenuto già a Wimbledon e a Cincinnati.
La distanza in graduatoria tra i due oggi è davvero minima: il che significa che un sorpasso non è affatto da escludere nel corso di queste due settimane che ci condurranno fino alla finale del 10 settembre. Dove un posto per i due fuoriclasse non è comunque garantito. Andrà conquistato, come sempre, attraverso le prestazioni in campo. Con un occhio di riguardo pure al tabellone, considerato l’impatto che i sorteggi hanno in manifestazioni di questo tipo.
Alcaraz, ad esempio, è nello stesso lato di Sinner con confronto possibile per i quarti di finale proprio come accadde un anno fa, quando a prevalere fu proprio il murciano. L’azzurro debutterà comunque contro il tedesco Hanfmann, con derby in vista per l’eventuale turno successivo contro Lorenzo Sonego. Dalla parte opposta si trova invece Djokovic per il quale è previsto quindi un altro tipo di percorso.
Prematuro definire gli US Open come un testa a testa tra Alcaraz e Djokovic. Alle loro spalle non esiste alcun sentimento di rassegnazione, ma anzi c’è la convinzione di poter emergere magari approfittando dei riflettori puntati altrove. Non può definirsi un uomo privo di pressioni Daniil Medveved, magari un tantino oscurato dalle ingombranti sagome dei due rivali, ma comunque tra i candidati più autorevoli al successo finale. Anche perché il russo sa come si conquista la Grande Mela: l’impresa gli è infatti già riuscita nel 2021.
Jannik Sinner, specialmente dopo Toronto e il primo Masters 1000 della sua carriera, è un altro dei papabili. L’altoatesino non è ancora al livello degli altri tennisti citati ma sta lavorando alacremente per raggiungere quegli standard. E quale occasione migliore di questa per tentare il definitivo salto tra le stelle del firmamento nel variegato mondo delle racchette?
Poi ci sono gli outsider anche se è limitativo definirli in questa maniera se si tratta di grandi giocatori come Tsitsipas, Ruud e Zverev con quest’ultimo che merita una menzione particolare, data la straripante condizione fisica degli ultimi tempi. Con un pizzico di campanilismo aggiungeremmo alla stretta cerchia anche Matteo Berrettini: Wimbledon sembrava avercelo riconsegnato lindo e pinto ma qualche vecchia ruggine torna a farsi sentire. L’augurio è quello di ritrovare la miglior versione dell’atleta capitolino: in quel caso la musica sarebbe certamente diversa.
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