Nole rischia contro il connazionale Djere, poi batte il giovane Shelton e attende il nome del suo rivale. Che non sarà Alcaraz, battuto dal russo numero 3 al mondo.
Sensazione di déjà-vu. In effetti avevamo già visto in passato Daniil Medvedev e Novak Djokovic duellare per portare a casa il prestigioso US Open. Era il 2021 e il russo non aveva mai vinto uno Slam mentre il serbo cercava di completare la già ricca collezione. Come andò a finire lo ricorderete tutti, ma ciò che più interessa oggi è il presente che nasce sì dal passato ma per raccontarci qualcosa di nuovo, che non abbiamo mai visto.
D’altra parte in molti avevano pronosticato una finale piuttosto scontata tra Alcaraz e Djokovic, in una rivalità che sta fortemente segnando l’epoca contemporanea del tennis. Nessuno aveva fatto i conti con la carica del ciclone Medvedev che nel 2023 ha comunque già vinto ben cinque titoli tra Indian Wells, Miami e Roma, oltre ad essere arrivato in semifinale a Wimbledon.
Insomma, magari il suo lavoro per qualcuno è passato in secondo piano ma resta di pregevole fattura, tanto che era necessario prima o poi farci i conti. E ce li ha fatti lo stesso murciano, spazzato via in poco più di 3 ore e 20 minuti di gioco. D’altra parte il 27enne moscovita era stato una macchina quasi perfetta fin qui. Un po’ meno Djokovic che lungo il cammino ha rischiato di lasciarci le penne, rientrando in tempo nei ranghi alla sua maniera. Andiamo a vedere nel dettaglio cosa hanno fatto i due più grandi di New York per guadagnarsi la chance di giocarsi il titolo.
Manifestazione faticosa gli US Open. Si gioca per due settimane con una quantità tale di pressioni comune a pochi altri tornei in giro per il globo. Daniil Medvedev ne ha dovuti superare tanti di ostacoli, per farsi strada all’interno della kermesse. Non si può certo considerare il russo un outsider, sebbene in molti ritenevano che si stesse andando spediti verso una nuova finale tra Alcaraz e Djokovic. Ma il russo è partito subito forte. Pronti, via e nei primi turni, quelli interlocutori se così possiamo definirli, ha subito messo le cose in chiaro contro l’ungherese Attila Balasz, poi contro l’australiano Cristopher O’Connell, al quale comunque ha concesso un set, ed infine all’argentino Sebastian Baez.
Entrato nel vivo della competizione agli ottavi di finale è andato immediatamente sotto contro Alex de Minaur, rimontandolo nei successivi set fino ad ottenere la qualificazione al turno successivo. Dove ha trovato ad attenderlo il connazionale Andrej Rublev. Derby di fatto senza storia con Medvedev che non ha fatto favori di sorta all’amico, con quest’ultimo eliminato per la nona volta su nove ai quarti di finale qui a Flushing Meadows. A quel punto il numero tre al mondo è andato a sfidare il numero uno con la smania di chi vuole dimostrare di non essere inferiore. E ci è riuscito: Medvedev batte pure Alcaraz. Tra lui e il titolo c’è solo Nole.
Raramente Novak Djokovic sbaglia questo tipo di competizioni. Il serbo è una vera e propria garanzia e la sua ampia bacheca lo testimonia. Qualcosina qui a New York il gigante di Belgrado ha concesso, specialmente contro un connazionale che lo ha fatto un po’ penare. Ma andiamo con ordine. I primi due turni sono stati una sorta di passeggiata per Robonole: il francese Alexandre Müller e lo spagnolo Bernabé Zapata Miralles si sono consegnati al campione senza poterlo impensierire più di tanto.
Al terzo turno, invece, Djokovic se l’è vista brutta: i primi due set avevano fatto accarezzare al ventottenne di Senta il sogno di poter estromettere il numero due al mondo dalla competizione in quella che sarebbe stata un’impresa sensazionale. Invece alla lunga il trentaseienne è riuscito a far emergere le sue doti rimontando e vincendo per la trentottesima volta in carriera al quinto set.
"Dopo i primi due set sono rientrato nello spogliatoio e ho provato a guardarmi allo specchio, ero agitato, ho provato a cambiare qualcosa. Non è la prima volta che mi succede una cosa del genere", ha poi dichiarato il protagonista al termine della gara. Meno sofferti i successi sul croato Borna Gojo e sullo statunitense Taylor Fritz, che lo hanno catapultato direttamente in semifinale. Al penultimo atto del torneo ha dovuto avere a che fare con un altro esponente a stelle e strisce come lo straordinario Ben Shelton: il talento e l’esuberanza del ventenne di Atlanta non sono bastati contro sua maestà Nole.
Usiamo cookie per garantire un servizio migliore e più personalizzato. Per ulteriori informazioni, consulta la nostra Informativa sui Cookie
Versamento minimo richiesto. Si applicano T&C, quote minime e limiti di tempo.