Giorgio Chiellini a 39 anni decide di appendere gli scarpini al chiodo.
La notizia era già filtrata nei giorni precedenti con Chiellini stesso che aveva fatto intendere che la finale di MLS che ha visto i Los Angeles dell’italiano perdere contro i Columbus Crew, sarebbe potuta essere l’ultima presenza del difensore toscano tra i professionisti.
Adesso è arrivata l’ufficialità e dopo 23 stagioni da professionista Chiellini ha deciso di smettere con il calcio giocato. Il numero 3 in 23 anni ha riempito tantissimo la sua bacheca, la maggior parte dei trofei sono arrivati con la maglia della Juventus con la quale ha giocato per ben 17 stagioni (compresa quella della Serie B) conquistando 9 scudetti (vinti tutti di fila), 5 coppe Italia e 5 supercoppe italiane. In maglia bianconera sono arrivate anche amare delusioni come le due finali di Champions League perse contro Barcellona e Real Madrid rispettivamente a Berlino e Cardiff, nonostante ciò, resta l’immagine di una Juve che dominava l’Europa grazie a una delle difese più iconiche di sempre composta proprio da Chiellini, Bonucci e Barzagli. Chiellini a Torino è diventato una vera e propria leggenda infatti con la vecchia signora è sceso in campo ben 561 volte diventando il terzo giocatore con più presenze nella storia della Juventus e davanti a lui ci sono due inarrivabili mostri sacri come Del Piero e Buffon. A tutti questi trofei ottenuti ai piedi della mole bisogna anche aggiungere il campionato MLS conquistato l’anno scorso con il Los Angeles FC.
Oltre a essere entrato di diritto nella storia della Juventus, Giorgio Chiellini è anche una vera e propria leggenda della nazionale azzurra. L’ormai "ex" difensore ha collezionato ben 117 presenze con la maglia azzurra che lo classificano come il quinto giocatore ad aver giocato di più nella storia dell’Italia e su 117 volte per ben 22 volte ha indossato la fascia da capitano al braccio e tra queste c’è ovviamente la notte di Wembley che ha regalato l’europeo agli azzurri.
Chiellini con la nazionale è sempre stato sfortunato e l’Europeo sembra quasi una ricompensa del destino per tutti i momenti brutti passati con la maglia azzurra. Chiellini non ha fatto parte della nazionale che ha conquistato il mondiale del 2006 ma da lì in poi non è mai più uscito dalle rotazioni azzurre. Il primo grande torneo del toscano è l’europeo del 2008 quando l’Italia venne eliminata dalla Spagna ai rigori. Nel 2010 ha fatto parte della squadra che non ha superato il girone nel mondiale sudafricano e nel 2012 dopo un grande europeo ha dovuto arrendersi in finale contro una straripante Spagna che in quel momento era imbattibile. Nel 2014 ha giocato le 3 partite del mondiale in Brasile senza riuscire ad accedere alla fase a eliminazione diretta e rendendosi protagonista dello scontro con Suarez che diventò leggendario. Il centrale di difesa ha fatto parte anche di entrambe le nazionali che non sono riuscite a qualificarsi per il mondiale in Russia del 2018 e quello in Qatar dello scorso anno ma il destino ha deciso di concedergli la finale di Wembley per ripulire il tortuoso e sfortunato cammino azzurro. Rimarrà nei libri di storia il fallo del centrale italiano nei confronti di Saka che permise all’Italia di non subire una pericolosa ripartenza a campo aperto nei minuti finali della partita.
Se si pensa allo stereotipo di difensore italiano non si può non pensare a Giorgio Chiellini. Sin da quando ha mosso i primi passi ha mostrato uno stile di gioco chiaro e deciso che ha mantenuto per tutta la sua carriera. Il livornese non ha mai avuto grandi mezzi tecnici per cercare raffinati lanci lunghi o passaggi filtranti in grado di tagliare interi reparti, ma lui di questo ne è sempre stato consapevole così ha sviluppato la propria carriera sull’attenzione. La concentrazione è stato il principale segreto del ciclo vincente di quella Juventus e della gloriosa carriera del calciatore che ha basato tutti i suoi successi sulla prudenza, l’attenzione e l’impegno. Chiellini era uno di quei difensori asfissianti che non concedeva un centimetro all’attaccante perché sapeva che anche un centimetro sarebbe potuto risultare letale, lui in caso di pressing alto o di situazione pericolosa non ha mai cercato il fraseggio estetico ma pericoloso, anzi, non si è mai fatto troppi problemi a scaraventare la palla in rimessa laterale.
Chiellini oltre alla passione per il calcio ha sempre dimostrato una grande coscienza e personalità anche fuori dal campo. Non ha mai nascosto la sua passione per gli studi infatti ha anche conseguito una laurea in economia e commercio e poi una specializzazione in Business administration. Chiellini si è sempre dimostrato un grande esempio di professionalità e disciplina e con tante sfumature diverse dal calcio come per esempio la pallacanestro, sport che lo appassiona sin da quando era bambino.
Il calcio deve dire addio a una leggenda del gioco che ha aiutato a forgiare la fama del difensore italiano non solo in patria ma anche all’estero. Risulta facie pensare che la miglior arma di Chielini sia stata la sua fisicità ma in realtà è stata la testa. L'intelligenza gli ha permesso di costrursi una carriera da protagonista assoluto nonostante non avesse i piedi del tutto educati. Nel calcio, negli studi e nella vita, la testa, per Giorgio Chiellini ha sempre fatto la differenza.
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