Dopo l’eliminazione della Nations League diventa chiaro il percorso dell’Italia per raggiungere Stati Uniti, Canada e Messico. La Norvegia è la rivale più temibile del Gruppo I con Israele, Moldavia ed Estonia.
Il 24 giugno 2014 l’Italia giocò la sua ultima partita in un Campionato del Mondo. Quel giorno, gli Azzurri, allenati all’epoca da Cesare Prandelli, persero 1-0 contro l’Uruguay con gol dell’ex interista Diego Godín, venendo così eliminati dalla competizione. Per comprendere meglio quanto tempo sia trascorso da allora riportiamo un dato: 6/11 della formazione titolare di allora ha appeso le scarpette al chiodo. D’altro canto 10 anni nel calcio rappresentano un’era geologica.
Dopo quella partita la Federazione ha cambiato diversi Ct, passando da Antonio Conte a Giampiero Ventura, da Gigi Di Biagio a Roberto Mancini fino all’attualità con Luciano Spalletti. Se col Mancio al timone è stato vinto un Europeo, traguardo tutt’altro che banale, contestualmente bisogna dire come in barba alla gloria del suo passato la Nazionale abbia bucato ben due edizioni della rassegna iridata. Prima quella russa del 2018 e quindi quella qatariota del 2022 non ci hanno visti protagonisti.
Oggi, quindi, non c’è altra via se non quella di conquistarsi il pass per Stati Uniti, Messico e Canada del 2026. Ecco il percorso che spetta all’Italia in un girone che consente gloria solo alla prima classificata. Alla seconda toccano gli spareggi che evocano ricordi tanto freschi quanto nefasti. Meglio non pensarci.
Per storia e blasone l’Italia, quattro volte campione del Mondo, non dovrebbe avere paura di nulla. Poi c’è il presente che impone maggiore prudenza nelle valutazioni. E allora ecco che anche la Norvegia diventa un avversario temibile. I Leoni di Mondiali ne hanno giocati solamente due nella storia, entrambi terminati agli ottavi di finale. L’ultimo è stato nel 1998. Ancora meno invece le partecipazioni agli Europei, appena una nel 2000 e che si è conclusa subito al primo turno.
Non premesse eccellenti, insomma. Però il team di Stale Solbakken ha dalla sua alcune individualità nettamente sopra le righe. La stella assoluta è naturalmente Erling Haaland, figlio d’arte e autentica macchina da gol sia con il Manchester City che con la sua Nazionale. Ma non si riduce tutto alla figura del centravanti, seppur evidentemente straordinaria. La Norvegia ha anche altri giocatori di qualità: Martin Odegaard dell’Arsenal ne è un chiaro esempio ma poi ci sono anche i vari Alexander Sorloth dell’Atletico Madrid o Sander Berge del Fulham.
Insomma, la qualità media della squadra non è certamente malvagia. Il 5-0 della prima giornata rifilato alla Moldavia può essere un campanello d’allarme? Forse no, considerato il valore dell’avversario, ma è chiaro che nell’economia di un girone dal quale emerge solo la prima può avere un certo peso. Specialmente alla luce dei problemi difensivi ma anche offensivi dell’Italia.
Un passo indietro c’è poi Israele, che sulla carta potrebbe essere etichettata come la terza forza del girone. I biancoblu nel corso della loro storia hanno giocato un solo Mondiale, nel 1970: esperienza peraltro conclusasi fin dal primo turno. Da maggio scorso il selezionatore è Ran Ben Shimon, il quale può disporre di una rosa dall’età media piuttosto bassa con molti titolari appartenenti a club locali.
Il punto di forza del team israeliano è tra la trequarti e l’attacco. Manor Solomon che gioca nel Leeds ma che è di proprietà del Tottenham è uno degli elementi di maggior qualità. Ma le maggiori aspettative sono riposte nei confronti dei due 2004 Oscar Gloukh e Anan Khalaili. Va ricordato, comunque, che l’Italia ha già giocato due volte di recente contro Israele vincendo in entrambi i casi (2-1 in trasferta e 4-1 davanti al proprio pubblico tra ottobre e novembre scorso).
Poi c’è il vento che soffia dall’Est. Non particolarmente preoccupante ma del quale comunque tenere conto. Stiamo parlando di Estonia e Moldavia, due rivali chiaramente sulla carta di portata inferiore per le ambizioni di un’Italia che al Mondiale ci vuole e ci deve essere.
La Moldavia ha esordito che peggio non si può. In passato ha già affrontato cinque volte gli Azzurri perdendo sempre. L’ultimo incrocio è finito addirittura un 6-0 in amichevole nel 2021. Non che vada meglio da questo punto di vista all’Estonia, che ha giocato e perso contro l’Italia 7 volte. Il Ct delle Magliette Blu è il 37enne Jürgen Henn. Ad entrambe le nazionali è stato chiesto di onorare l’impegno e fare un passo avanti sia nel ranking che nel percorso di crescita futuro.
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