I tapponi alpini sono ormai alle spalle, la tredicesima tappa del Tour de France prevede una frazione con meno asperità, più adatta agli sprinter anche se con diversi saliscendi.
Evento: tredicesima tappa Tour de France, Le Bourg d'Oisans-Saint Etienne
Luogo: Francia
Quando: 15 Luglio 2022
Dove vederla: Eurosport 1, Rai 2
I grandi tapponi alpini sono ormai alle spalle. Il Galibier, l'Alpe d'Huez e le altre montagne mitiche della Grande Boucle, protagoniste nelle frazioni precedenti, lasciano spazio a una tappa ricca di saliscendi, ma adatta senza dubbio più agli sprinter che agli scalatori. Venerdì 15 luglio si corre la frazione numero 13 del Tour de France, 192,6 chilometri da Le Bourg d'Oisans a Saint Etienne. Arrivo in città, con la possibilità per i velocisti – quelli almeno in grado di superare le ultime tappe da tregenda – di riprendersi la scena dopo giorni di anonimato, vissuti all'ombra di passisti, scalatori e uomini d'alta classifica.
L'orario di partenza è quello consueto, le 13:05, dai 713 metri d'altezza di Le Bourg d'Oisans, nella regione dell'Isere. Le montagne sono di fronte, ma il gruppo stavolta prende un'altra direzione, quella delle pianure della Francia centrale. Non mancano colline e Gpm, ma dopo i 'muri' dei giorni scorsi, si tratta di salite che fanno il solletico ai big. Dopo una ventina di chilometri in discesa, c'è infatti da scalare il Cote de Brié, Gran premio della Montagna di terza categoria dalla pendenza media interessante (6,9%) ma dalla lunghezza contenuta, appena 2,4 chilometri. Dopo lo scollinamento, il percorso prevede una buona quarantina di chilometri in pianura.
Si passa per Grenoble, per Sassenage, quindi per Tullins-Fures, prima di affrontare la principale asperità di giornata: il Col de Parménie. Si tratta di un Gpm di seconda categoria, posto a più di 110 chilometri dall'arrivo: troppi per provare sortite da lontano, a meno che non si crei un gruppetto di una dozzina o anche di una quindicina di corridori in grado di darsi regolarmente il cambio. Una salita di 5,1 chilometri a una pendenza media del 6,6% che potrebbe far gola soprattutto agli uomini in lotta per la speciale classifica degli scalatori, che al Tour è sempre molto ambita. Una volta lasciatisi alle spalle la salita, il percorso prevede per il plotone una sessantina di chilometri in leggero falsopiano, con il traguardo volante di La Cote-Saint-André posto proprio nel mezzo della tappa, al chilometro numero 101.
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Superate Meyssiez, Eyzin-Pinet e Vienne, si procede spediti verso il terzo e ultimo Gpm di giornata, poco più di una collinetta. Si tratta del Cote de Saint Roman en Gal, una salita di 6,6 chilometri di lunghezza per una pendenza media del 4,5%: troppo poco per fare selezione, anche se tutti i corridori avranno sulle gambe quasi 150 chilometri, da sommare alla fatica accumulata nei tapponi in serie e negli arrivi in quota affrontati nei giorni scorsi. Dopo il Gpm c'è un'altra piccola asperità, il Col de la Croix Régis, neppure classificato come Gpm. A questo punto i chilometri alla conclusione della tappa sono meno di quaranta, senza più ostacoli significativi prima del traguardo di Saint Etienne.
Non che le insidie siano finite, anzi. C'è da affrontare una discesa piuttosto aspra, quella che porta dai 500 metri del Col de la Croix Régis ai 230 di Rive de Gier, per poi tornare a percorrere un tratto in leggera salita, non particolarmente dura ma senz'altro piuttosto lunga, di una ventina di chilometri fino a La Talaudiere. È qui, a poco più di sette chilometri dal traguardo, che la strada si trasforma in una tavola piatta fino all'arrivo posto nel cuore di Saint Etienne. Classico arrivo urbano, nel centro di una delle città più conosciute e visitate di Francia, che sembra disegnato apposta per un finale allo sprint, con ampi rettilinei e le immancabili rotonde. Occhio, però, ai possibili acuti di qualche 'finisseur' a caccia di gloria personale, sempre che qualche fuga partita da lontano non abbia già spezzato sul nascere i propositi dei velocisti.
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