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Vingegaard
  1. Ciclismo

Tour de France: Vingegaard punta al bis

Dopo la straordinaria impresa dell'anno scorso, quando a sorpresa ha trionfato battendo Pogacar, il 26enne danese della Jumbo-Visma è pronto a ripetersi.

Evento: Tour de France
Luogo: da Bilbao a Parigi
Quando: dall'1 al 23 Luglio 2023
Dove vederla: Rai, Eurosport, Dazn

L'edizione 2023 del Tour de France è ormai alle porte e cresce l'attesa soprattutto per il duello tra i due protagonisti annunciati della prestigiosa rassegna: il campione in carica Jonas Vingegaard e Tadej Pogacar, che lo scorso anno è stato costretto ad accontentarsi del secondo posto dopo aver vinto per due anni di fila. Occhi puntati sulla (sana) rivalità tra il danese e lo sloveno, pronti a infiammare l'evento ciclistico più importante dell'anno.

Vingegaard punta al bis. Per entrare nella storia, per fare la storia. Del resto, arriva all'appuntamento in Francia dopo aver affinato la gamba con un tris di successi ottenuti in scioltezza: ha iniziato a febbraio col Gran Camiño, competizione spagnola nuova di zecca che si è svolta per il secondo anno; poi, ad aprile, si è aggiudicato la 62esima edizione del Giro dei Paesi Baschi, quindi ha concluso su suolo francese col Giro del Delfinato. 

Insomma, il 26enne nato a Hillerslev ha dettato legge in tutti gli appuntamenti cui ha preso parte, mandando un messaggio chiaro e preciso ai suoi rivali, Pogacar in primis. L'obiettivo? Molto semplice: ripetersi. Anche se, rispetto allo scorso anno quando il suo fu un exploit per certi versi inaspettato, ora le aspettative sono diverse e le pressioni più alte. Ma, subito dopo aver compiuto l'impresa, dichiarò senza troppi giri di parole di voler vincere ancora.

La leggenda del Re Pescatore

Vingegaard conosce fin troppo bene il significato della parola sacrificio, concetto che ha appreso fin da ragazzino. Da quando, cioè, lavorava part-time al mercato del pesce per dare una mano ai suoi genitori, nella città a nord della Danimarca dov'è nato e cresciuto. Sveglia alle cinque del mattino per affrontare una giornata tra spigole e merluzzi e nel pomeriggio niente riposo. Zero. Jonas aveva un sogno da coltivare, da tramutare in realtà. 

A piccoli passi. Anzi, a pedalate. Ecco perché al pisolino (che sarebbe stato meritato) preferiva la bicicletta. Saliva in sella tutti i giorni, per sostenere ore e ore di allenamento. Con un solo scopo: affermarsi come ciclista professionista. Si chiama forza di volontà e il “pescatore”, come lo avevano ribattezzato per via del suo lavoro, ne aveva in quantità industriale. Tanto da guadagnarsi l'appellativo di “re pescatore”, dopo il capolavoro sportivo compiuto nella magica atmosfera dei Campi Elisi.

L'ascesa e l'impresa al Tour de France

Il primo approccio col mondo del professionismo lo ha nel 2016 col team danese ColoQuick. Tre anni più tardi il passaggio agli olandesi Jumbo-Visma. Passista-scalatore, nel 2021 parte come gregario del capitano Primoz Roglic al Tour de France e riesce a 'sfruttare' il ritiro del compagno sloveno per mettersi in mostra con un ottimo secondo posto finale alle spalle di un imprendibile Pogacar. 

Nell'edizione successiva del Tour tutti sono convinti che Pogacar, considerato da molti l'erede di Eddy Merckx, avrebbe vinto senza troppi problemi per la terza volta di fila. Ma nessuno - evidentemente - aveva fatto i conti con lo straordinario talento danese, che veniva dal trionfo alla Drôme Classic e dai secondi posti ottenuti alla Tirreno-Adriatico e al Giro del Delfinato. Tappa dopo tappa Vingegaard riesce a scalzare il numero uno, compiendo un vera e propria meraviglia in occasione dell'undicesima prova dello scorso Tour de France (Albertville-Col du Granon Serre Chevalier), quando, con un attacco sferrato sull'ultima salita a quota 2.413 metri sul livello del mare, soffia la maglia gialla a Pogacar rifilando 2'51'' al capitano dell'UAE Emirates. 

È quello il preciso istante in cui le gerarchie si sovvertono. In cui il ciclista nordico ribalta i pronostici. In cui ribalta il Tour de France tra lo stupore generale. C'è poi un episodio che ne fotografa e ne certifica l'assoluta grandezza umana. Diciottesima tappa, da Lourdes ad Hautacam: Vingegaard e Pogacar si contendono la maglia gialla sui Pirenei, una delle salite più impegnative. A 30 chilometri dal traguardo il fuoriclasse sloveno cade. Vingegaard potrebbe approfittarne per prendere il largo, per chiudere definitivamente i conti. Ma a lui, che conosce il significato della parola sacrificio, non va di vincere facile. 

Proprio no. Decide di non scattare. Tutt'altro. Rallenta. Aspetta il rivale. I due si stringono la mano, prima di riprendere la corsa. È un'immagine che fa il giro del globo. Uno sport per lo sport e i suoi nobili valori incentrati su lealtà e solidarietà. La passerella finale ai Campi Elisi di Parigi è il giusto riconoscimento a un campione che, ora, punta a riconfermarsi.

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