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Tiberi e le altre rivelazioni del Giro d’Italia

Antonio Tiberi, alla sua prima Corsa Rosa in carriera, ha conquistato la maglia bianca riservata ai giovani. Tra gli italiani occhio a Pellizzari e Piganzoli. Tra le nuove leve anche Arensman.

Il futuro del ciclismo italiano è in buone mani. Non solo lo straordinario Jonathan Milan (che ha confermato la maglia ciclamino nell'ultima edizione del Giro) e il fuoriclasse Filippo Ganna. Le due ruote del Bel Paese sono rappresentate anche dalla maglia bianca Antonio Tiberi e da Giulio Pellizzari, che sul Monte Pane e sul Monte Grappa è stato battuto solo da Pogacar. I due italiani sono tra le grandi rivelazioni dell’ultimo Giro, insieme a Thymern Arensman che dall’anno prossimo - dopo due sesti posti consecutivi - potrà finalmente puntare ad una vittoria di tappa.

Antonio Tiberi (Italia, Bahrain Victorious)

Il nuovo che avanza è lui, classe 2001 nato a Frosinone che ha stupito tutti alla prima partecipazione al Giro d'Italia. Il ciclista su strada della Bahrain Victorious si è infatti aggiudicato la maglia bianca riservata agli Under 25, finendo quinto nella classifica generale. Per lui, che è professionista dal 2021, si tratta della prima grande soddisfazione tra i big, dopo il diciottesimo posto alla Vuelta a Espana del 2023 e la ventiduesima piazza nell'ultima edizione della Liegi-Bastogne-Liegi.

Certo, in una delle nostre previsioni pre-Giro lo avevamo indicato come uno dei giovani da seguire con maggiore attenzione, per via dell'ottimo terzo posto al Tour of the Alps, ma nessuno avrebbe potuto ipotizzare un exploit di questa portata. Oltretutto, parliamo di un quinto posto alle spalle del cannibale Pogacar e di ciclisti di spessore assoluto come Martinez, Thomas e O'Connor.

La grande prova di Tiberi mette fine ad una tradizione negativa del ciclismo italiano. Era dal 2015, cioè dai tempi di Fabio Aru, che un nostro corridore non indossava la maglia bianca. Non male per il giovane della Bahrain Victorious, capace di riprendere in mano la sua carriera dopo il licenziamento della Trek-Segafredo. Ma non finisce qui. Ora, dopo la grande prova al Giro, c’è da pensare alla Vuelta 2024: ancora niente Tour de France, se ne parlerà l’anno prossimo.

Thymen Arensman (Olanda, Ineos Grenadiers)

Un anno di professionismo in più per l'olandese Thymen Arensman, che si è dovuto accontentare della seconda piazza nella classifica giovani dell'ultimo Giro d'Italia. Stesso piazzamento della stagione scorsa: se nel 2024 si è dovuto arrendere al cospetto di Tiberi, nel 2023 ha dovuto fare i conti con il portoghese Joao Almeida.

Stesso risultato anche se si guarda alla classifica generale: nelle ultime due edizioni della Corsa Rosa, l'olandese della Ineos Grenadiers si è piazzato sesto, confermandosi ciclista dall'incredibile costanza. L'impressione è che gli manchi ancora l'acuto: guardando alle vittorie di tappa, infatti, da segnalare solo l'affermazione nel 15esimo appuntamento della Vuelta a Espana 2022, con partenza da Marton e arrivo sulla Sierra Nevada.

Giulio Pelizzari (Italia, Bardiani)

Il ciclista più giovane di tutti, ma dalla grandissima personalità. Giulio Pellizzari, classe 2003 nativo di San Severino Marche, non si è fatto apprezzare in ottica classifica generale (ha chiuso il suo Giro al 49esimo posto) ma ha mostrato doti da scalatore che fanno sperare in vista delle prossime stagioni. Solo sfiorata la vittoria di tappa, dopo i tentativi di fuga sul Monte Pana e nella doppia scalata sul Monte Grappa e la resa solo al cospetto di un Tadej Pogacar in forma stratosferica.

I duelli con lo sloveno non nascono per caso: la netta impressione è che il ventenne della Bardiani abbia la maglia rosa nel destino, nella speranza che proprio lui possa mettere fine ad una maledizione che dura dal 2021 (l'ultimo italiano ad indossarla fu De Marchi). 79 tappe senza un italiano con la maglia più bella sono veramente troppe.

Gli altri: occhio al giovanissimo Piganzoli

Abbiamo ovviamente escluso ciclisti giovani ormai affermati come lo stesso Jonathan Milan. Un discorso a parte lo merita un altro talento come Davide Piganzoli, che al pari di Pellizzari ha mostrato qualità di scalatore che fanno ben sperare in vista delle prossime edizioni del Giro e non solo. Nel futuro del ciclismo italiano c'è anche il classe 2002 della Team Polti Kometa.

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