Il campione serbo è già nella leggenda del tennis e a Parigi andrà a caccia del terzo Slam della sua carriera sulla terra rossa.
La domanda nasce spontanea e forse contiene anche la risposta: Novak Djokovic è il più grande di sempre? Il campione serbo è già nella leggenda del tennis, avendo vinto praticamente tutto ciò che c'era da vincere. Ed è un mito dello sport. I suoi primati sono innumerevoli e in costante aggiornamento, così come inesauribile sembra essere la sua fame di vittorie.
Al French Open andrà a caccia del terzo trionfo sulla terra rossa parigina, che avrebbe un sapore particolare visto che si tratta della superficie in cui “Nole” ha meno dimestichezza. Ma su cui comunque ha vinto tantissimo.
Nato a Belgrado il 22 maggio 1987, Djokovic ha iniziato ad apprezzare il tennis da bambino insieme ai fratelli Marko e Dorde. Le prime partite le ha giocate nei campetti appena installati davanti alla pizzeria dei genitori, a Kopaonik, ed è lì che è stato notato dall'allenatrice di Monika Seles, Jelena Gencic, la sua prima coach. Sotto i suoi insegnamenti il giovane Djokovic ha modellato il suo stile in modo completo, specializzandosi nel rovescio a due mani. L'esordio nel circuito pro nel 2003, tre anni dopo la prima vittoria in un torneo Atp: ad Anersfoot, sulla terra battuta.
Nel 2007 gioca la sua prima finale in uno Slam agli US Open, dove è sconfitto da Federer, che diventerà il suo rivale più acceso. Entrato stabilmente nella top ten mondiale, chiude l'anno al terzo posto del ranking e nel 2008 conquista il primo titolo tra i quattro tornei maggiori: gli Australian Open, superando in finale Tsonga. Dopo un 2009 difficile, nel 2010 guida la Serbia al trionfo in Coppa Davis, a spese della Francia. Le sue sfide infinite con Federer e Nadal cominciano a diventare sempre più abituali e appassionanti, coi tifosi e i fan di tutto il mondo che si dividono gli idoli: Nole, Roger e Rafa.
Nel 2011 piazza una striscia di 43 vittorie consecutive, vince l'Australian Open, perde in finale il French Open e trionfa a Wimbledon, diventando per la prima volta il nuovo numero uno mondiale. Completa l'opera trionfando agli US Open, diventando il sesto giocatore dell'era open a conquistare tre trofei del Grande Slam in un anno.
Negli anni successivi le vittorie diventano un'abitudine. Nel 2012 rivince gli Australian Open piegando Nadal in finale al termine di una partita infinita, durata cinque ore e 53 minuti. L'anno dopo si ripete a Melbourne e taglia il traguardo delle cento settimane da numero uno del ranking Atp. Nel 2014 rivince Wimbledon, ma è nel 2015 che si scopre cannibale vincendo quasi tutto: tre Slam (Australian Open, Wimbledon e US Open), sei Masters 1000, le Atp Finals e il torneo Atp 500 di Pechino.
Dopo aver iniziato il 2016 coi trionfi in Australia e in Francia, Djokovic va in crisi. Nella seconda parte dell'anno non vince più tornei e l'anno successivo ne porta a casa appena due, gli Atp 250 di Doha ed Eastbourne. La rinascita nel 2018, quando centra la doppietta Wimbledon-US Open facendo ritorno prima nella top ten, poi sul gradino più alto del ranking.
Nel 2019 vince a Melbourne e a Londra, nel 2020 domina ancora in Australia e chiude l'anno in cima alla classifica. Il resto è storia recente. Nel 2021 vince i primi tre tornei dello Slam e si arrende a Medvedev nella finale degli US Open, nel 2022 trionfa a Wimbledon, nel 2023 agli Australian Open.
Dove non bastano le parole, ecco serviti i numeri che dimostrano la grandezza di Djokovic. Con 22 vittorie in 33 finali disputate, il serbo insieme a Nadal è il tennista più vincente di sempre nelle prove del singolare maschile del Grande Slam. È primatista assoluto di trionfi agli Australian Open (dieci), vanta inoltre sette successi a Wimbledon, tre agli US Open, due ai French Open.
Ha vinto inoltre sei Atp Finals, 38 tornei Masters 1000, altri 27 tornei Atp, una Coppa Davis, una Atp Cup, una Laver Cup e un bronzo olimpico (a Pechino 2008). È inoltre il giocatore che ha trascorso il maggior numero di settimane al vertice della classifica Atp, chiudendo per ben sette volte la stagione da numero uno. Insomma, un fuoriclasse ma dal carattere sempre brioso e guascone. La sua specialità? Le imitazioni. Soprattutto quelle di Federer e Nadal.
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