Le storie più belle sono quelle del Südtirol alla sua prima stagione in cadetteria e del Venezia che strada facendo ha trovato la via per agganciarsi al gruppetto delle candidate alla promozione.
Una lunga cavalcata, durata lo spazio di trentotto giornate, che ha già premiato due squadre bocciandone tre. Ma i verdetti non sono completi. Manca ancora un posto in Serie A ed un altro invece in Lega Pro. Frosinone e Genoa, già promosse, attendono di conoscere chi andrà a farle compagnia. Sono quattro i club in lizza a contendersi l’ultima disponibilità per raggiungere il vertice del calcio nazionale. Tra queste c’è chi ha rispettato i pronostici di inizio anno e chi invece è andato oltre le aspettative, concedendosi una chance per certi versi inaspettata.
D’altro canto accade spesso che il torneo cadetto proponga poi dei risultati che l’estate precedente erano inimmaginabili e impronosticabili. Prendiamo ad esempio il Frosinone di Fabio Grosso: troppi cambiamenti, si diceva. Difficile potere competere a seguito di una rivoluzione ed invece il team ciociaro è arrivato davanti a tutti dominando il campionato e staccando il Genoa di ben sette lunghezze. Ecco, meno sorprendente la promozione del Grifone, arrivata però dopo un cambio di guida tecnica resosi necessario dopo un inizio non all’altezza sotto la guida Alexander Blessin rimpiazzato poi da Alberto Gilardino.
Chi è stato costruito per arrivare immediatamente in Serie A è stato il Parma. Blasone, una rosa composta da nomi di rilievo e una proprietà ambiziosa come quella legata all’imprenditore Kyle Krause erano premesse solide sulle quali far leva per poter quanto meno arrivare ai playoff. Parallelamente pure il Bari, sebbene fosse una neopromossa, già in partenza poteva essere annoverato tra le candidate, dato il progetto messo in atto da qualche anno dalla famiglia De Laurentiis. Così come il Cagliari, riportato in alto da Claudio Ranieri, e la Reggina di Pippo Inzaghi hanno tenuto fede alle promesse di inizio anno.
Allora la vera storia da raccontare è quella del Südtirol. Gli altoatesini, guidati da Pierpaolo Bisoli, sono dei debuttanti assoluti in categoria. Ecco perché è già stupefacente il risultato ottenuto, figurarsi centrare la prima storica Serie A. Va detto che Bisoli in carriera ha già ottenuto traguardi importanti, come promozioni e salvezze raggiunte partendo da situazioni complicate. Tuttavia, questa è da ritenersi la favola più bella di tutte e chissà che non possa esserci pure un lieto fine. Il club trentino è un po’ la mina vagante del mini torneo in programma: quella che forse ha meno da perdere rispetto agli altri ma che, come fatto per tutta la stagione, venderà cara la pelle alla ricerca di un sogno forse anche più grande dell’immaginazione.
Il segreto? Bisoli lo ha indicato nel lavoro, ma forse l’aver dato continuità al gruppo che aveva centrato la precedente promozione può essere stata la chiave, quanto meno per senso di appartenenza, per il team bolzanino. E poi l’entusiasmo, crescente giorno dopo giorno, sebbene non si possa certo dire che si tratti di una piazza calda. Ci hanno pensato i ragazzi a scaldarla con prestazioni su prestazioni e un sesto posto valso oro.
Cambiare allenatore non sempre è una mossa efficace. In alcuni casi, vedi Chelsea, non sposta alcun equilibrio e l’inerzia della stagione non si riesce a modificare in nessun modo. Ce ne sono altri, invece, dove l’insistenza e diversi tentativi messi in atto dalla dirigenza riescono a produrre gli effetti sperati. La perseveranza del Venezia nel cercare la soluzione giusta per risalire la china dopo uno stentato avvio di torneo è stata premiata.
I lagunari ci avevano provato prima con Ivan Javorcic, poi con Andrea Soncin, al quale è stata concessa in realtà una sola opportunità, e infine con Paolo Vanoli. Proprio con quest’ultimo al timone è iniziata la risalita che ha trovato vigoria nell’esplosione dell’attaccante Joel Pohjanpalo. Il finlandese, a ventotto anni compiuti, era di fatto uno scarto della Bundesliga dopo esperienze poco fortunate con Bayer Leverkusen, Amburgo e Union Berlino. Dopo una piccola e positiva avventura in Turchia ha poi tentato la via dell’Italia per emergere e ci è riuscito.
In totale il finlandese, che nel 2012 era stato inserito da Don Balon nella lista dei migliori calciatori nati dopo il 1991, ha messo a segno ben diciannove gol. Soltanto un veterano come Gianluca Lapadula ha saputo fare di meglio. Gli arancioneroverdi si sono così inseriti nel gruppetto dei playoff in rimonta e proprio all’ultima giornata. Chissà che il trend positivo non possa durare ancora anche nei prossimi match. In quel caso sarebbe un ritorno immediato in Serie A, dopo averla lasciata appena un anno fa.
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