Due giocatori diversi, ma entrambi pronti a stupire: il nerazzurro Marcus Thuram (il più pronto del duo) vuole prendersi la maglia numero 9, forte di velocità e tecnica impressionanti. Timothy Weah, invece, è giocatore dalla duttilità impressionante: se migliora sottoporta può diventare un fuoriclasse.
Due figli d’arte per Inter e Juventus. In nerazzurro Marcus Thuram, mentre Timothy Weah veste bianconero. Ora, se buon sangue non mente, c’è solo da sognare in grande: impossibile, infatti, non pensare ai papà Lilian e George, protagonisti della Serie A tra gli anni Novanta e Duemila.
L’obiettivo, così, è lasciare il segno come fecero anche i loro padri, che rispettivamente fecero le fortune di Parma e Juventus, se si pensa al fortissimo Lilian Thuram (difensore capace di ricoprire il ruolo di centrale e terzino senza soluzioni di continuità), e del Milan se invece le attenzioni si spostano su quel George Weah che fu il primo non europeo a vincere il Pallone d’Oro. Altri ruoli e altre peculiarità, per Marcus e Timothy, ma siamo comunque al cospetto di due talenti cristallini che potranno dire la loro nel prossimo campionato di Serie A.
Probabilmente il più pronto del duo, Marcus Thuram è un classe '97 dotato di un fisico impressionante e in grado di giocare in ogni ruolo d’attacco. Alto un metro e novanta, ad inizio carriera è stato principalmente impiegato da esterno offensivo, facendo le fortune di Sochaux prima e Guingamp poi. La svolta con la maglia del Borussia Mönchengladbach, con i tecnici Adi Hutter e Daniel Farke che gli hanno cucito addosso la numero 9, utilizzandolo prevalentemente come centravanti che deve attaccare la profondità e non solo fare a sportellate con i difensori avversari.
Dice di ispirarsi a Romelu Lukaku, attaccante che potrebbe ritrovare proprio in nerazzurro: Marotta e Ausilio hanno aperto la solita linea diretta con il Chelsea e l’impressione è che l’affare (questa volta finalizzato al riscatto definitivo del cartellino) si farà.
Tornando a Thuram, la maturazione definitiva è avvenuta proprio nell'ultima stagione: per lui ben 16 reti in una sola annata e record personale aggiornato. Musica per l’Inter e nello specifico per il tecnico Simone Inzaghi, che in un colpo solo si ritrova in rosa un giocatore in grado di ricoprire il ruolo di centravanti moderno (andando così a sostituire Dzeko nello scacchiere tattico) ma anche di agire da seconda punta (così da fare rifiatare Lautaro, considerando fallita l’esperienza in nerazzurro di Correa).
Insomma, un giocatore preziosissimo, per giunta sbarcato a Milano a parametro zero: non è da escludere, così, che l’operazione Marcus Thuram possa aggiungersi ai migliori colpi a zero della storia dopo quelli che portarono Cambiasso alla stessa Inter e il primo Pogba alla Juventus.
Più acerbo di Thuram, vero, ma anche qui parliamo di un potenziale crack. In questo caso la Juventus ha dovuto mettere mano al portafogli, ma l’impressione (al momento) è che ne sia valsa la pena. Con Timothy Weah i bianconeri si sono portati a casa un giocatore che definire duttile è poco: basti pensare che il classe 2000 nativo di New York ha giocato in tutti i ruoli possibili, tranne quello di difensore centrale e portiere. Incredibile.
Timothy, che con il padre George condivide grande velocità, forza fisica e buona tecnica di base, è stato acquistato dal Lilla per sostituire una leggenda come Juan Cuadrado: lo stesso giocatore, colonna della nazionale statunitense, ha ammesso senza mezzi termini di apprezzare particolarmente il ruolo di esterno basso, ma appare pronto a nuove esaltanti sfide. La netta impressione è che ci troviamo al cospetto di un calciatore in divenire, che il tecnico Massimiliano Allegri potrebbe anche proporre da centravanti puro: il suo mix di tecnica e velocità potrebbero risultare fatali per le difese italiane, soprattutto in fase di ripartenza e nell'attacco della profondità, come mostrato nell'ultima stagione dagli africani Osimhen e Dia.
In questo senso, però, c’è tanto da lavorare: in carriera Timothy, anche "penalizzato" da un ruolo spesso troppo lontano dalla porta, non è mai riuscito a raggiungere la doppia cifra. Anzi, nella scorsa stagione, l'ultima con il Lilla, non è riuscito ad andare in gol nemmeno in un'occasione. Un rendimento che certamente non fa sognare, ma guai a fidarsi troppo dei numeri, soprattutto quando parliamo di un giocatore così duttile e in fase di crescita. Calma.
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