Dalla Lazio di Giorgio Chinaglia (che sfiorò lo Scudetto nel 1973) al Chievo dei miracoli, passando per il fortissimo Parma di Nevio Scala. Ecco alcune delle grandi sorprese della massima serie.
Quando parli di Serie A, le sorprese sono sempre dietro l’angolo. Nella storia centenaria del massimo campionato italiano, infatti, sono numerose le protagoniste inaspettate capaci di exploit anche clamorosi. Tra queste, non possiamo ignorare le tante squadre che sono state capaci di banchettare tra le prime della classe, in alcuni casi sfiorando anche risultati ai limiti dell’impossibile. In questo articolo prendiamo in considerazione alcune delle neopromosse che meglio si sono comportate in Serie A: l’ordine è semplice, partiamo dalla squadra che ha conquistato il migliore piazzamento in graduatoria al termine del campionato.
Non possiamo che partire dalla Lazio che stupisce il mondo pallonaro nella stagione 1972/73. I biancocelesti guidati da Tommaso Maestrelli sono reduci dal secondo posto in Serie B della stagione precedente, segnata dalle 26 reti totali del grande Giorgio Chinaglia. La compagine laziale è ambiziosa, sul mercato acquista giocatori del calibro di Frustalupi, Manverisi e soprattutto Renzo Garlaschelli (7 gol) e Luciano Re Cecconi.
Le prime dieci giornate sono da incorniciare: quattro pareggi (fermate le big Juventus e Inter) e sei vittorie, tra cui spicca quella nel derby con rete di Nanni. La stagione prosegue alla grandissima, nel segno del solito Chinaglia (11 reti stagionali per lui): all'ultima giornata i biancocelesti hanno addirittura chance per vincere lo Scudetto, ma vengono sconfitti dal Napoli, non approfittando della sconfitta del Milan contro il Verona. A vincere il titolo fu la Juventus, che nell'ultimo atto vince all'Olimpico contro la Roma.
Nessuno credeva in quella squadra al debutto in Serie A. Tutti, inutile negarlo, la davano per spacciata. Invece, il Chievo Verona di Mister Luigi Del Neri è protagonista di un'annata clamorosa da neopromosso e per poco sfiora l’accesso alla Champions League. I veneti propongono un gioco veloce e moderno, marchiato a fuoco dai futuri campioni del mondo Simone Perrotta e Simone Barone, dai gol di Massimo Marazzina (13 in totale) e da altre esordienti come Luciano e Legrottaglie. L’exploit soprattutto nel girone d’andata, chiuso addirittura al terzo posto.
L’inizio di una grande storia fatta di tanti successi, in Italia e in Europa. Nel 1990 il Parma affronta per la prima volta la Serie A e lo fa alla grandissima: forte dei nuovi acquisti Taffarel, Grun e Brolin, la squadra di Nevio Scala è la vera mina vagante della stagione. Da segnalare l'annata da applausi di Alessandro Melli, autore del primo gol in massima serie dei ducali e capace di totalizzare la bellezza di 13 reti in campionato.
Un altro capolavoro di Mister Francesco Guidolin. I rosanero vivono una stagione da incorniciare nel segno di uno straordinario Luca Toni: il centravanti, futuro campione del mondo, si impone finalmente tra gli attaccanti della massima serie come certificano i 20 gol realizzati, che fanno il paio con il titolo di capocannoniere in Cadetteria della stagione precedente. Con l’attaccante ex Brescia, spiccano anche un maestoso Franco Brienza (10 reti per lui), il difensore Andrea Barzagli, il regista Eugenio Corini e altri giocatori di classe come Mario Santana e Lamberto Zauli. Una vera e propria macchina da guerra.
Nella stessa stagione, anche il Livorno vive un’annata d’oro da neopromossa. Dopo un girone d'andata tutt'altro che perfetto, l'arrivo dell'allenatore Roberto Donadoni segna la svolta decisiva. Da sottolineare i 24 gol di Cristiano Lucarelli, che gli valgono il titolo di capocannoniere della Serie A, e l'ultima stagione della bandiera Igor Protti (sei reti per lui, dopo i 130 gol messi a segno tra Serie C e B nelle stagioni precedenti). In rosa anche il portiere futuro campione del mondo Marco Amelia.
Una menzione la merita anche la squadra brianzola. Le cose per il Monza non iniziano alla grandissima, anzi: con Giovanni Stroppa in panchina i biancorossi totalizzano un solo punto, con l'esonero che si fa inevitabile. Berlusconi e Galliani optano per la nomina interna, a sorpresa: ecco così l'esordiente Palladino, che porta subito la squadra al successo contro la Juventus. Da lì la strada è in discesa, grazie alle giocate di Pessina, Carlos Augusto e Ciurria.
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