Il Napoli domina anche grazie alla zona nevralgica del campo ben occupata da Lobotka e Anguissa. La Juve si gode un Rabiot finalmente esploso dopo stagioni sottotono. Hjulmand e Pereyra: il nuovo che avanza e il vecchio che torna.
Campionato fermo: è tempo di bilanci. La pausa imposta dagli impegni nazionali ci consente di dare uno sguardo approfondito a tutto ciò che è accaduto nel corso degli ultimi mesi. Andiamo a vedere quali sono stati i migliori centrocampisti in Serie A prendendo in considerazione le medie voto dei principali quotidiani italiani.
Nella graduatoria non ci sono particolari sorprese: i rendimenti sono d’altro canto sotto gli occhi di tutti. Inevitabile come il migliore in assoluto sia del Napoli, che sta dominando il torneo ma ci sono anche altri nomi di elementi appartenenti ad altri team che hanno avuto modo di mettersi in luce dopo queste prime ventisette giornate.
Se il Napoli gira alla perfezione una parte del merito va riconosciuta a questo eccellente centrocampista. Dopo il suo arrivo in Italia in molti hanno dubitato del suo talento, anche perché alle dipendenze di Gennaro Gattuso lo slovacco raramente veniva utilizzato e sembrava pure in condizioni fisiche non perfette. Tutto è cambiato, poi, da quando sulla panchina dei partenopei si è seduto Luciano Spalletti. Lobotka è diventato sempre più centrale all’interno dei meccanismi di gioco del sodalizio campano, tant’è che su ventisette partite ne ha giocate venticinque da titolare subentrando nelle altre due occasioni.
Non chiedetegli di far gol: non è il suo mestiere. In questa stagione dei record per la sua squadra ne ha messo a segno appena uno, peraltro ad agosto nella prima giornata di campionato. Compensa però con altre straordinarie doti. Il ventottenne di Trenčín ha una media del 94% di passaggi riusciti e del 65% di duelli vinti. In più è un giocatore poco falloso: appena diciannove i falli commessi, pochi considerato il ruolo, ed un solo cartellino giallo ricevuto. Lobotka c’è, insomma. Ed una delle garanzie più importanti per Spalletti e per il suo cammino verso il tricolore.
Restiamo alle pendici del Vesuvio per un altro calciatore che, arrivato in sordina, ha saputo conquistarsi le prime pagine. André Zambo Anguissa ha avuto diversi passaggi a vuoto in carriera pur godendo di notevole considerazione fin da giovane. Dopo essersi imposto in Francia tra le fila del Marsiglia è andato in Premier trovando però difficoltà di ambientamento al Fulham. Così ha provato l’esperienza spagnola al Villarreal prima di fare nuovamente ritorno a Londra.
Il Napoli lo ha preso in prestito con diritto di riscatto, poi esercitato, quasi solo come completamento della rosa. Ma ben presto si è reso conto dell’importanza del mediano camerunese in campo. In azzurro Anguissa ha trovato la sua definitiva consacrazione: 2.107 minuti in campo con l’88% di passaggi riusciti mostrando una tecnica persino insospettabile per le sue caratteristiche. In più due gol e tre assist.
Capitano a soli ventitré anni. Morten Hjulmand è arrivato a Lecce nel 2021 e ha gradualmente conquistato tutti. Difficile immaginare che possa restare in Puglia ancora a lungo. Club italiani e stranieri inevitabilmente hanno finito per mettergli gli occhi addosso, anche perché la stagione attuale è stata senza dubbio importante per il centrocampista danese. In totale ha messo a registro venticinque presenze senza mai andare a bersaglio.
Le sue doti principali non sono infatti quelle di cercare la porta avversaria: appena sette tiri in tutto, uno solo dei quali è finito nello specchio della porta. Piuttosto è un mediano solido, di quelli bravi in interdizione e che ama giocare semplice: 78% di passaggi riusciti. Nota negativa, i sette cartellini gialli, un elemento però che fa parte del ruolo.
“Con la testa che ho oggi sarei ancora alla Juve” la candida ammissione di Roberto Pereyra, trentadue anni. Con la Vecchia Signora l’argentino rimase appena due stagioni, dopodiché scelse di provare l’avventura in Premier sposando la causa Watford. La sua carriera prese una piega diversa da quella auspicata, tanto che l’Udinese lo salvò dall’anonimato riportandolo in Italia.
Nel tempo il Tucumano si è ricostruito una sua credibilità, tanto che oggi è un perno fondamentale per il team friulano impiegato sia da mezz’ala che da esterno destro a tutta fascia. Ventiquattro presenze in tutto condite da quattro gol e cinque assist. E un futuro che, nonostante l’età non più verdissima, potrebbe riportarlo in alto. Lo vuole l’Inter.
Tre anni da sopportato prima di vedere in campo il vero Adrien Rabiot. Ce ne ha messo di tempo “il cavallo pazzo” della Juventus per ambientarsi a Torino e in Serie A. Ma da quando ci è riuscito è diventato insostituibile per Max Allegri. Nove i gol stagionali del francese, sette in campionato. Quando l’allenatore disse che lo vedeva da doppia cifra in tanti avevano storto il naso. Adesso i bianconeri, che in estate volevano spedirlo al Manchester United, tremano per un contratto in scadenza e poche chance di rinnovarlo.
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