I liguri vogliono conservare la categoria dopo l’esaltante promozione della scorsa stagione. In panchina c’è ancora Gilardino: 3-5-2 il modulo, con l’italo-argentino come terminale offensivo.
Non una semplice neopromossa. Quando parliamo del Genoa, parliamo di imprese recenti e non solo dei pionieristici nove scudetti tra la fine dell’Ottocento e il primo ventennio del secolo successivo. Insomma, il Grifone è storia: lo sa bene il tecnico Alberto Gilardino, alla prima annata su una panchina di Serie A e chiamato a ripetersi dopo l’esaltante cavalcata dell’anno scorso, quando da subentrante rivitalizzò la squadra dopo la gestione tutt’altro che entusiasmante di Blessin.
C’è da ripetersi, anzi, c’è da alzare l’asticella: ti puoi anche chiamare Genoa, ma il ritorno in massima serie non è mai da prendere alla leggera. Non a caso, la dirigenza ligure sta lavorando intelligentemente sul mercato, mettendo già a segno un colpo che da solo potrebbe rompere gli equilibri di una corsa salvezza che si preannuncia ricca di emozioni.
Il colpo di mercato di cui parliamo ha le fattezze di Mateo Retegui, il bomber italo-argentino reduce dall’ottima esperienza con il Tigre e prelevato a suon di milioni dal Boca Juniors. Un acquisto intelligente, con Gilardino che si ritrova tra le mani uno dei papabili centravanti del futuro della nazionale italiana, un giocatore che Roberto Mancini ha voluto fortemente in azzurro, in assenza di una vera alternativa a Ciro Immobile.
Non sorprende, così, che il gioco dei liguri girerà tutto intorno all’attaccante classe ‘99, bravo ad attaccare la profondità e molto freddo davanti alla porta. La speranza è che possa ripetere le gesta di altri campioni argentini che hanno indossato la maglia del Grifone: le caratteristiche sono diverse, ma ovviamente in tanti vedono un parallelismo con Diego Milito, uno che dalle parti del Ferraris ha fatto la storia.
Non basta il solo Retegui, ovviamente. Il Genoa, in campo con un avvolgente 3-5-2, è alla ricerca di giocatori funzionali al gioco proposto da Gilardino. Uno lo hanno già trovato: parliamo dell'esterno mancino Aaron Martin, che nella sua esperienza in Bundesliga con il Magonza ha messo insieme 116 presenze e soprattutto 9 assist e 6 gol. Un giocatore duttile e prezioso, per giunta arrivato in Liguria a parametro zero.
Ma non finisce qui. La dirigenza è al lavoro anche per un difensore centrale, un esterno destro e un centrale di centrocampo da affiancare a Strootman. Per la difesa si fa il nome dello juventino Koni De Winter, che dovrebbe vivere un'altra stagione in prestito. Sempre dai bianconeri potrebbe arrivare la mezzala Fabio Miretti (forte la concorrenza della Salernitana); come mediano classico, invece, attenzione all'ex Milan Soualiho Meite. Per il ruolo di esterno, invece, tutti i riflettori sono puntati sul partenopeo Alessandro Zanoli: il giocatore piace molto a Garcia, ma la dirigenza napoletana sembra orientata a girare ancora una volta il giocatore in prestito, per acquistare Faraoni dal Verona.
In attesa dei prossimi movimenti di mercato (in entrata e in uscita), il Genoa oggi scenderebbe in campo con Martinez tra i pali e la retroguardia a tre composta da Bani, Vogliacco e Dragusin. A centrocampo tutto passa per i piedi di Strootman, affiancato da Badelj e Frendrup, con Sabelli e Martin come esterni tutta fascia. In attacco il già citato Retegui e un Gudmundsson che vuole finalmente imporsi tra i grandi.
Il Genoa, al momento, può ambire ad una salvezza tranquilla. Servono, però, altri acquisti sul mercato perché la concorrenza è di quelle agguerrite: sulla carta la formazione ligure sembra avanti solo al Frosinone, mentre può giocarsela alla pari con Lecce, Verona, Empoli e Salernitana.
Quando c’è la salvezza di mezzo, le prime giornate possono risultare fondamentali. L’esordio di campionato al Ferraris: il prossimo 19 agosto, di sabato, c'è la Fiorentina di Vincenzo Italiano. Non un'avversaria semplice da affrontare. Ancora più difficile la sfida del secondo turno in casa della Lazio di Maurizio Sarri. Una settimana più tardi, altra gara in trasferta, questa volta contro il Torino di Ivan Juric.
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