Dopo il pareggio in Francia, l'Italia di Quesada batte la Scozia e festeggia un successo casalingo nel torneo che mancava da undici anni: il rugby azzurro si riscopre grande.
È tutto vero, l'Italia l'ha fatto sul serio. Dopo il pareggio in Francia, con la vittoria sfuggita per un pelo – anzi per un palo – sul piazzato di Garbisi all'ultimo istante, questa volta gli Azzurri hanno portato a compimento la missione. Battuta la Scozia all'Olimpico, che attendeva una vittoria casalinga nel torneo addirittura da undici anni. Capuozzo e soci l'hanno trovata nell'occasione più importante, contro la nazionale di Russell, una delle più attrezzate del panorama internazionale: 31-29 il finale, giunto al termine di una partita da batticuore.
E dire che il primo tempo si era messo subito in salita per gli Azzurri, che dopo il piazzato di Garbisi al primo minuto (ironia della sorte: anche stavolta, proprio come in Francia, l'ovale era scivolato dalla piazzola, ma stavolta il mediano d'apertura è riuscito a riposizionarlo in tempo e a fare centro), la Scozia ha trovato due mete su situazioni di gioco rotto, la prima con Ferguson dopo un rimbalzo malandrino, la seconda con Steyn dopo una eccezionale percussione dei suoi.
L'Italia non si è scomposta, non si è sfaldata, a differenza di altre circostanze. Si è messa a giocare. E ha fatto la differenza al piede, come aveva chiesto Quesada, il Ct che ha cambiato la mentalità degli Azzurri, troppo abituati alle sconfitte negli ultimi anni. Delizioso l'assist di Page-Relo per Brex, il calcetto a eludere lo schieramento scozzese, per la meta del pareggio. Preziosi poi i piazzati di Garbisi e dello stesso Page-Relo, che hanno riportato l'Italia sotto il break dopo la terza meta della Scozia, autore Schoeman.
Nella ripresa si è concretizzata la rimonta, dopo il grande spavento per la quarta meta scozzese poi annullata dopo intervento del TMO per un placcaggio a palla lontana. Lynagh, al debutto, ha sfruttato un altro calcetto delizioso di Page-Relo. Poi Varney, entrato a dirigere il gioco proprio al posto dell'italo-francese, ha trovato il varco giusto per la meta del sorpasso (28-22). La sicurezza l'ha regalata il piazzato di Garbisi, stavolta chirurgico nella trasformazione di un piazzato dalla lunga distanza, ma il finale è stato comunque palpitante: meta scozzese in mezzo ai pali con Skinner e ultimi due minuti da vivere in apnea, per gli Azzurri e per i 70mila dell'Olimpico.
Stavolta, però, l'Italia non si è sgretolata nel finale. Ha mostrato maturità, ordine, disciplina nell'ultima azione a venti fasi di un'indomita Scozia, portando a casa una vittoria storica: 31-29. Vittoria che, in casa, mancava da tanto, troppo tempo. Ma Lamaro e soci, finalmente, sembrano aver imboccato la strada giusta.
“Sono contento per i ragazzi che hanno lavorato intensamente in questi due mesi e che meritavano una soddisfazione del genere”, ha raccontato al termine della gara il tecnico Quesada, soddisfatto per la qualità del gioco mostrata dai suoi, per la tenuta della difesa e per la solidità mentale mostrata nel corso di un match dai mille volti. Gioia che traspare evidente anche dalle parole di Ange Capuozzo, forse la stella più luminosa nel firmamento dei giovani talenti dell'Italia: “Due anni fa abbiamo vinto in Galles, questa è più bella perché abbiamo festeggiato in casa, coi nostri tifosi”, le parole del folletto nato in Francia ma di origine napoletana, che non ha marcato mete contro la Scozia ma ha evitato il peggio nel finale, placcando miracolosamente Van der Merwe lanciato a tutta velocità verso l'area di meta italiana.
La bontà del lavoro di Quesada è racchiusa nei numeri. Quattro le partite del Sei Nazioni giocate sino a questo momento, le prime sotto la gestione del tecnico argentino. Gli Azzurri sono andati a punti tre volte su quattro, conquistanto un punticino contro l'Inghilterra all'esordio, contenendo i danni contro la fortissima Irlanda, quindi sfiorando l'impresa in Francia e infine piegando una Scozia mai così forte e quadrata, almeno negli ultimi anni.
Sabato prossimo in Galles l'Italia andrà a caccia di un'altra impresa, mai centrata in precedenza al Sei Nazioni: fare risultato in tre partite del torneo. Galles che, classifica alla mano, sembra la nazionale meno attrezzata del lotto, quella che potrebbe consentire a Menoncello e compagni di scrivere un'altra piccola, grande pagina di storia. Intanto gli Azzurri, oltre che a quota sette nella classifica del Sei Nazioni, sono in risalita anche nel ranking mondiale. Erano decimi alla vigilia della partita contro la Scozia, col clamoroso successo conquistato hanno fatto un altro piccolo passettino, scavalcando addirittura l'Australia, una grande del mondo del rugby.
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