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Rugby World Cup 2023: la presentazione dei gruppi

Quattro gironi composti da cinque squadre ognuna. Passano soltanto le prime due. Tutto pronto per l’inizio della Rugby World Cup 2023 che inizia l’8 settembre.

Tutto pronto per la Coppa del Mondo di rugby 2023. Si tratta della decima edizione in assoluto per la competizione iridata, la prima che si disputa interamente in Francia. Nel 2017, infatti, i transalpini sfruttarono il supporto di Galles e Scozia per organizzare la manifestazione. L’evento è in programma dall’8 settembre al 28 ottobre con nove città prescelte tra le quali Parigi con lo Stade de France che ospiterà la finale del torneo. 

Le partecipanti sono venti in totale, in quattro gironi da cinque squadre ciascuno che si affrontano con il metodo del girone all'italiana. I punti attribuiti sono quattro per la vittoria, due a testa per il pareggio e zero in caso di sconfitta. In più è previsto un punto eventuale alla squadra sconfitta con sette o meno punti, nonché un ulteriore punto alla squadra autrice di almeno quattro mete nell'incontro, indipendentemente dal risultato. 

Accedono ai play-off le prime due classificate, con la terza che al pari delle altre si qualifica automaticamente all’edizione successiva, quella del 2027. Prima di addentrarci nel dettaglio dei gruppi, ricordiamo che finora soltanto quattro nazioni si sono aggiudicate il trofeo: la Nuova Zelanda e il Sudafrica (detentore del titolo) hanno vinto per ben tre volte, una in meno l’Australia, mentre l’unica europea che ha trovato gloria internazionale è stata l’Inghilterra nel 2003.

Gruppo A: strada in salita per l’Italia

L’Italia ha partecipato a tutte e nove le precedenti edizioni del Mondiale di rugby. Tuttavia, gli azzurri non sono mai riusciti a superare la fase a gironi. Ci proveranno anche stavolta, sebbene la strada non sia priva di difficoltà. La formazione guidata da coach Kieran Crowley è stata infatti inserita nello stesso gruppo di Francia e Nuova Zelanda. I padroni di casa sono belli carichi, smaniosi di fare bella figura dinanzi al proprio pubblico ma c’è di più: i galletti hanno talento, come mai nella loro tradizione, e possono contare su giocatori del calibro di Dupont, Ntamack, Haouas, Fickou e Alldritt. 

Mentre per quel che riguarda gli All Blacks non c’è bisogno di fare particolari presentazioni, basta il nome. L’unico modo per uscirne indenni per quel che riguarda capitan Michele Lamaro e compagni è quello di vincere le prime due gare contro Namibia e Uruguay e resistere nelle successive. Da questo punto di vista il calendario, che parte più agevole per poi salire gradualmente di livello, potrebbe essere d’aiuto. Certo, servirebbe davvero un’impresa per andare avanti e sarebbe la prima nella lunga storia tricolore. 

Gruppo B: Sudafrica cerca conferme tra Irlanda e Scozia

Qui le candidate, quanto meno in partenza, ad andare lontano nella loro missione francese sono due: il Sudafrica, che è campione in carica, e l’Irlanda che ha vinto l’ultimo Sei Nazioni. Occhio pure alla Scozia che è una nazionale esperta, pronta a vendere cara la pelle alle rivali. Sono certamente minori le chance di qualificazione di Tonga e Romania che partono nel torneo come vittime sacrificabili ma con la speranza di azzerare clamorosamente i pronostici. 

Le aquile di mare della Polinesia hanno già partecipato otto volte al torneo, togliendosi pure qualche piccola soddisfazione ma senza ottenere grandi risultati. La compagine europea allenata da mister Marius Tincu non ha mai superato i gironi.

Gruppo C: Galles e Australia le più attrezzate

Chi fermerà Galles e Australia? La storia ci dice che sono proprio i Leek e i Wallabies i più attrezzati a strappare il pass per il turno successivo. Di sicuro non sarà un compito semplice per Figi, Georgia e Portogallo quello di invertire i pronostici di inizio torneo. Basti pensare che per quel che riguarda i lusitani questa è appena la seconda partecipazione alla rassegna iridata; la Georgia ha un po’ più di esperienza che non gli è però mai servita per andare oltre la prima fase ed infine gli oceanici si sono un po’ arenati da almeno tre edizioni, all’interno delle quali hanno recitato il ruolo di comparsa. 

Gruppo D: il Giappone mina vagante tra Argentina e Inghilterra

Nel quarto ed ultimo gruppo merita particolare considerazione l’Inghilterra. I Tre Leoni hanno un palmarès invidiabile costituito da ben trentanove Sei Nazioni e pure un Mondiale. Lecito metterli davanti a tutti in un girone che comunque presenta delle insidie. Già, perché pure l’Argentina, terza nel 2007 ed in crescita, vuole fare sul serio qui in Francia provando ad arrivare il più lontano possibile. 

A far sì che il girone non diventi un duopolio c’è anche il Giappone che parte un gradino sotto alle due precedentemente citate ma che in casa ha fatto bene nel 2019 spingendosi fino ai quarti di finale. Completano il quadro il Cile, che prende parte per la prima volta ad un evento simile, e le Samoa. 

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