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Qualificazioni Euro 2024: le rivelazioni e i flop

Tra le certezze come la Francia, il Portogallo e l’Inghilterra c’è anche chi sta andando ben oltre le aspettative come la Scozia. La Spagna sta vivendo una fase di transizione. Male Polonia e Svezia. 

Qual è la favorita per i prossimi Europei? Bella domanda, alla quale dare una risposta oggi è certamente prematuro. Anche perché spesso le tendenze cambiano nel corso dei mesi, chi ha volato in questi ultimi tempi può subire un rallentamento, così come condizione fisica e potenziali infortuni saranno delle componenti da tenere in considerazione quando si arriverà al momento clou. 

Certo oggi possiamo dire che ci sono delle certezze, squadre ormai consolidate da anni di progetto unidirezionale e baciate anche dalla fortuna che gli ha regalato un numero sufficiente di talenti sui quali poggiare le basi. Un esempio su tutti è la Francia di Didier Deschamps, finalista all’ultimo Mondiale e sconfitta soltanto ai calci di rigore dall’Argentina. Nelle qualificazioni i transalpini non hanno avuto alcun tipo di problema, tant’è che il loro destino appare già scritto con un posto in Germania già bello che assegnato. 

Anche il Portogallo di CR7 si è mostrato competitivo, seppur in un girone probabilmente non irresistibile, all’interno del quale era tra le squadre più forti. Poi c’è l’Inghilterra che dalla finale dello scorso Europeo fino ad oggi ha evidenziato una crescita continua. In più può fare affidamento su calciatori dalle indubbie doti, come l’uomo del momento Jude Bellingham. C’è vita, però, anche oltre queste tre formazioni indicate tra chi sta andando oltre le aspettative e chi invece fatica a ritrovarsi a caccia di un’identità perduta.

Una Scozia solida ed efficace, tornata dopo una lunga assenza

Il Gruppo A ci regala due belle facce della medaglia. Partiamo da quella felice, costituita da una Scozia dominante in un girone nel quale sulla carta avrebbe dovuto lottare al massimo per il secondo posto. Invece la Tartan Army è a punteggio pieno dopo cinque partite, con dodici gol fatti e soltanto uno subito. Di più, la squadra guidata da Steve Clarke non perde una gara da giugno 2022 quando in Nations League si arrese di fronte all’Irlanda. 

Pensare che questa nazionale è rimasta a lungo senza grandi manifestazioni nelle quali mettersi in mostra, ventitré anni prima di prendere parte finalmente ad Euro 2021. Oggi, però, le sensazioni sono positive per un gruppo estremamente solido e composto da calciatori che giocano prevalentemente in Premier League con qualche eccezione. Pochi sono invece i giocatori che militano in patria, a conferma di una crescita del movimento che riguarda solo e soltanto la Nazionale stessa.

Spagna in fase di ricambio generazionale: sarà pronta? Polonia e Svezia in down

Probabilmente agli Europei ci andrà ma la Spagna non sta vivendo uno dei periodi più esaltanti della propria storia. Un tempo il problema veniva individuato nell’assenza di un centravanti, oggi è difficile etichettarne uno specifico ma è indubbio che si sta vivendo una fase di profondo ricambio generazionale. Giovani bravi ce ne sono, come da tradizione per una nazione che ha spesso e volentieri potuto contare su talenti dalla tecnica sublime. 

L’ultimo che è uscito dalla cantera del Barcellona è il 17enne Lamine Yamal ma la sensazione è che sia ancora presto per il team guidato da Luis de la Fuente. Che nelle ultime due apparizioni in realtà ha segnato a raffica e divertito: tredici gol in due partite contro Georgia e Cipro che non raccontano di una squadra propriamente in crisi. 

Chi fa davvero fatica a ritrovarsi sono la Polonia e la Svezia, che grandi forse non lo sono state mai ma che sembrava avessero tra le proprie fila le risorse per fare tutt’altro tipo di cammino. Il problema è che i giocatori più rappresentativi sembra abbiano già dato e nuove leve all’orizzonte scarseggiano. Così la qualificazione diventa quasi un miraggio. 

L’Albania di Sylvinho e Zabaleta: ricerca del gioco e massimizzazione dei risultati

Alla voce rivelazioni dobbiamo raccontare invece della favola Albania. I mezzi tecnici non sono di primissimo livello, tuttavia le Aquile stanno giocando un calcio divertente ed efficace tanto da essere ancora pienamente in corsa per un posto in Germania. Il girone di cui fanno parte è assai equilibrato, con Repubblica Ceca e Moldavia, principali candidate a contendergli il primato e con la già citata Polonia che invece arranca. 

Uno dei segreti della nazionale albanese è il tecnico Sylvinho, ex collaboratore di Roberto Mancini ai tempi dell’Inter e di chiara ed evidente scuola brasiliana per cui si cerca di vincere anche con un certo stile. Una mano gliela sta dando anche Pablo Zabaleta che ha studiato da Guardiola e ha giocato un ruolo cruciale nel cambio di mentalità dei calciatori dopo l’addio dell’ex allenatore Edy Reja. Parte del merito, comunque, va anche all’Italia che ha cresciuto e formato diversi esponenti che attualmente stanno ben figurando tra i rossoneri. 

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