In Champions il Newcastle ha scalzato il Liverpool aggiungendosi a City, Arsenal e United. La favola Brighton e la pazza rimonta dell’Aston Villa di Emery le altre storie da raccontare di un torneo appassionante.
Ammirato, venerato, osservato. Il campionato di Premier League è da molti considerato come una sorta di Superlega, con i migliori calciatori e i migliori allenatori e budget quasi infiniti per fare mercato. Certamente il livello dello spettacolo è assai elevato, merito anche di un tipo di calcio poco speculativo, parecchio intenso e che mostra spesso e volentieri partite a viso aperto anche nei confronti tra piccole e grandi.
Ancora una volta davanti a tutte le altre si è piazzato il Manchester City: esito scontato? Mica tanto, a giudicare da un torneo che ha visto a lungo il sorprendente Arsenal di Mikel Arteta al vertice della classifica. I Gunners hanno però finito troppo presto la benzina e sciupato così l’occasione di rimettere le mani su un titolo che in bacheca manca dall’ormai lontano 2004.
Meno competitive le altre, quanto meno per il massimo traguardo. Il Manchester United ha iniziato un progetto con Erik ten Hag che ha concluso al terzo posto la sua prima stagione con il tecnico olandese alla guida. Dietro il trio hanno fallito le altre due big: il Liverpool e soprattutto il Chelsea. I Reds si sono attardati troppo nella prima parte del campionato, fallendo poi la disperata rimonta. Malissimo invece i Blues, fuori da tutto e addirittura dodicesimi con quarantaquattro punti appena e sedici ko registrati. Non è servito il via vai di allenatori sulla panchina del Chelsea, che nel prossimo anno ripartirà, con rinnovate ambizioni, da Mauricio Pochettino.
In Champions allora a far compagnia al trio di vetta ci andrà il Newcastle, grazie a una politica non troppo dispendiosa ma lucida e lungimirante. Per il team di Eddie Howe un quarto posto che vale oro e chissà che in futuro non si possa arrivare anche a qualcosa di più.
Poteva andare meglio, vero. Ma poteva anche andare peggio al Liverpool, che a un certo punto della stagione sembrava arrancare nell’anonimato di una classifica che non gli consentiva alcun volo pindarico. Jürgen Klopp è riuscito poi in corso d’opera a raddrizzare la macchina rimettendola sui binari giusti e centrando una qualificazione in Europa League che rappresenta per un club di tale caratura meno del minimo sindacale in un’annata evidentemente di transizione. Il mercato e magari la crescita di qualche giovane che ha disatteso le aspettative iniziali, le armi per riportare i Reds a lottare per il titolo.
La vera sorpresa del campionato, più che il Newcastle, è stata però il Brighton di Roberto De Zerbi. Arrivato in corso d’opera, in sostituzione di Graham Potter passato al Chelsea, il tecnico italiano è riuscito immediatamente a far breccia nel cuore dei propri calciatori portandoli laddove i Seagulls non erano mai arrivati in centoventuno anni di storia. In Europa, appunto.
Se il Liverpool ha concluso con rimpianti la sua personale stagione, il Brighton non avrebbe potuto sperare di meglio. Occhio, infine, a quello che potrebbe accadere nella finale di Conference. Se il West Ham dovesse infatti battere la Fiorentina, la Premier potrebbe vantare ben otto rappresentanti nelle competizioni internazionali col passaggio degli Hammers in Europa League.
C’è una data precisa nella quale collocare temporalmente il punto di svolta nella stagione dell’Aston Villa. È il 24 ottobre e il club di Birmingham aveva perso tre a zero contro il Fulham. La squadra era in piena zona retrocessione e, sebbene il campionato fosse iniziato da pochi mesi, la società decise di optare per un cambiamento. Quindi via Steven Gerrard e dentro Unai Emery, con tanto di clausola rescissoria pagata al Villarreal. Per lo stratega spagnolo si tratta di un ritorno nel calcio inglese dopo l’esperienza vissuta con l’Arsenal.
Da quel momento i Villans cambiano radicalmente marcia iniziando a vincere e a scalare gradualmente tutte le posizioni di Premier League fino ad ottenere la settima finale. Che equivale a Europa e Conference League nello specifico. Un traguardo inimmaginabile, ottenuto facendo fuori club come il Tottenham, ad esempio. Ma anche realtà altrettanto positive come il Brentford, pure protagonista di un eccellente torneo. A proposito degli Spurs: la rottura con Antonio Conte ha segnato un punto di non ritorno per la compagine londinese che dopo non si è più ritrovata. Si comincerà, pertanto, da un nuovo ciclo nella speranza di tornare competitivi.
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